
- di Simone Tommasi
Cosa aspettarsi da Thauvin all'Udinese
Il francese proviene da alcune stagioni colme di interrogativi.
Il Friuli e il Messico sono due terre legate dal filo rosso della Storia, quella con la S maiuscola. Nel 1923 arrivava a Città del Messico Tina Modotti, fotografa, attrice e rivoluzionaria nata proprio a Udine nel 1896. Cento anni dopo, uno dei fili della storia, questa volta quella del calcio, viene di nuovo teso tra il Messico e Udine. Infatti, Florian Thauvin è un nuovo calciatore dell'Udinese, dove arriva dopo un'esperienza, durata due anni, con i messicani del Tigres.

L'attaccante francese avrà il difficile compito di sostituire Gerard Deulofeu, uno dei leader della squadra friulana, costretto ad operarsi per cercare di risolvere una volta per tutte i suoi problemi al ginocchio. Senza il suo numero dieci l'Udinese ha faticato, ma è pur sempre settima in classifica, e spera di trovare in Thauvin l'uomo che possa aiutarla a sognare ancora. Allo stesso modo, Thauvin spera di aver trovato il partner giusto per tornare ad essere quello di una volta e scrollarsi di dosso quella patina di malinconia che ha ricoperto ogni suo guizzo con la maglia gialloblu del Tigres.
Cos'è stato Florian Thauvin?
Florian Thauvin nella sua carriera ha vinto tre trofei: di questi, due sono Coppe del Mondo. Infatti, l'attaccante di Orléans – oltre ad aver fatto parte della spedizione mondiale del 2018 – nel 2013 si è laureato anche campione del Mondo under 20 con la sua nazionale. In quell'occasione segna due gol nella semifinale contro il Ghana: uno ricevendo sullo scatto e scartando il portiere e uno rientrando da destra sul suo piede, mettendo già in chiaro quali sono le specialità della casa. All'epoca giocava nel Bastia, dove, da fresco ventenne, era appena andato in doppia cifra in Ligue 1.
Thauvin fa parte della generazione del '93 – quella di Pogba per intenderci – e proprio assieme al centrocampista della Juventus è stato uno dei primi di quella generazione a proporsi per il grande salto. Prima del Mondiale Under 20 era già stato acquistato dal Lille per la stagione 2013-14, ma durante l'estate 2013 decide di volersene andare e viene ceduto all'Olympique Marsiglia per quasi 15 milioni di euro.
Nelle prime due stagioni con il club bianco-azzurro segna prima 10 e poi 5 gol, mostrando una classe evidente. Si muove leggero con il pallone e supera quasi con strafottenza gli avversari, il tutto con un gusto per l'estetica ricercato.
Il secondo gol di Thauvin al Ghana è un manifesto del suo stile di gioco
Nel 2015 Thauvin tenta l'avventura in Inghilterra, venendo acquistato dal Newcastle per 18 milioni di euro. L'esperienza inglese è però grigia e malinconica come il tempo sulle rive del Tyne: da agosto a gennaio Florian mette assieme 16 presenze e un solo gol in Coppa di Lega e il Newcastle finisce poi per retrocedere. A gennaio, però, l'attaccante francese aveva deciso di andarsene per tornare nuovamente a Marsiglia. Lì sa di potersi ritrovare, dopo sei mesi in cui, poi dirà, è stato "lasciato solo", senza aiuto e senza consigli.
Il ritorno in Francia è una folgorazione: 15 gol il primo anno, 26 il secondo e 18 il terzo. Nel 4-2-3-1 di Rudi Garcia gioca largo a destra, in una squadra retta da giocatori iper-tecnici come Payet, Ocampos, Maxime Lopez. Nel 2017-18 i marsigliesi a arrivano addirittura in finale di Europa League – dove devono arrendersi all'Atletico Madrid – anche grazie ai suoi gol. Thauvin parte da destra, si ingobbisce, resiste agli urti, danza un po' sul pallone e poi calcia. E segna. Semplicissimo. A fine stagione arriva anche la convocazione al Mondiale di Russia 2018, alla cui vittoria contribuirà con tre minuti disputati contro l'Argentina.

L'esperienza in Messico
176 giorni. È il lasso di tempo che Florian Thauvin passa lontano dal campo tra il 2019 e il 2020. Ad aprile del 2019 si era infortunato ad una caviglia, ma il problema continuava a ripresentarsi. In estate ha ancora dolore. A settembre prova a rientrare ma sente ancora male. Da lì la decisione di operarsi. Sarà un calvario. In tutta la stagione Thauvin disputa solo 20 minuti e il Marsiglia resta senza uno dei suoi trascinatori. Rientra poi nell'estate del 2020, in panchina non c'è più Garcia ma André Vilas-Boas e Thauvin sembra aver perso un po' di smalto. Concluderà ugualmente la stagione con 8 gol e 10 assist all'attivo e alcune perle notevoli, giocando talvolta anche da trequartista o da seconda punta.
Il tempo di restare a Marsiglia però è terminato. La situazione societaria non è buona e lo spogliatoio è incandescente. In più, l'Olympique ha bisogno di fare cassa. Bussano alla porta del club francese diverse squadre, tra cui il Milan, ma il ventottenne Thauvin ha in mente di stupire tutti. Sceglie di andare in Messico e di raggiungere l'amico Gignac al Tigres. Una mossa che nessuno si aspettava, quella di andare in un campionato inferiore a quello francese, fuori dai radar del cosiddetto grande calcio.
Anche sui campi della Liga MX Thauvin danza sul pallone, resiste ai contrasti, disegna pennellate con i piedi. Però, non c'è la scintilla che era scoccata con il Marsiglia. Florian a Monterrey non riesce ad ambientarsi come aveva fatto Gignac e segna solo 8 gol in due stagioni. Fa ancora cose bellissime con i piedi, ma sembra tutto ricoperto da una patina di malinconia, di rimpianto. Non gioca praticamente mai una partita intera e gli infortuni muscolari gli fanno saltare metà Apertura sia nel 2021 che nel 2022. Il tutto si conclude con la rescissione di inizio gennaio 2023, con la scena anch'essa malinconica di Thauvin che si presenta al campo di allenamento e non viene fatto entrare.
Il senso di Thauvin all'Udinese
L'Udinese si è trovata improvvisamente nella situazione di dover sostituire Gerard Deulofeu, un giocatore fondamentale nello schieramento tattico di Sottil. Fin qui il catalano ha realizzato solo due gol, ma al contempo ha accumulato 6 assist ed è il secondo per passaggi chiave realizzati in Serie A. In più, è visibile in campo l'apporto che la presenza di Deulofeu dà in termini di fantasia e di varietà di soluzioni all'Udinese rispetto a quando invece il numero 10 manca. Di conseguenza la squadra friulana aveva bisogno di assicurarsi un attaccante già pronto che potesse subentrare a Deulofeu nei suoi compiti e associarsi bene con l'altro titolare dell'attacco, ovvero Beto.

I friulani hanno quindi puntato logicamente su un profilo come quello di Thauvin, che può facilmente essere paragonato a Deulofeu. Un solo anno di differenza, altezza e peso simili, entrambi amano allargarsi per poi rientrare sul piede forte, anche se da due lati differenti. Da questo punto di vista si vedrà se il francese agirà da punta destra per accentrarsi sul suo piede forte, il mancino, o se occuperà la mattonella di Deulofeu approfittando della sua buona abilità anche col piede debole. Le capacità di Thauvin nel dribbling andranno a sostituire quelle del 10 bianconero, ma a differenza di Deulofeu il francese sa ricorrere anche al fisico oltre alla tecnica per districarsi da situazioni difficili. Fondamentale sarà anche la tendenza di Thauvin ad abbassarsi per prendere in consegna il pallone dalle retrovie, cosa che spesso Deulofeu faceva e che ora manca in maniera evidente ai friulani.
La scelta dell'Udinese di affidarsi a Thauvin è una scelta estremamente azzeccata per caratteristiche tecniche e per il profilo del giocatore in generale. Non si possono però ignorare i problemi fisici avuti negli ultimi anni e i pochi minuti giocati negli scorsi mesi, oltre al fatto di aver trascorso le ultime due stagioni in un contesto di livello inferiore rispetto alla Serie A.
Al momento, però, nessuno ha la risposta agli interrogativi sul possibile rendimento di Thauvin: non c'è un vento che ci possa portare la risposta. Anche il cantante Giorgio Canali aspettava risposte, tutt'altro che chiare, in un suo pezzo del 2007, che ironicamente si chiama Nuvole senza Messico. La speranza è che il cielo sia sereno sopra il talento cristallino di Florian Thauvin.
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Classe '99, fervente calciofilo e tifoso dell'Udinese, alla sua prima partita allo stadio vede un gol di Cesare Natali e ne resta irrimediabilmente segnato. Laureato in scienze politiche a Padova, ora studia a Bologna e scrive di calcio e Formula 1.
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