Considerazioni sparse post Juventus-Lazio (1-0)
Un salto nel passato di due settimane.
- Per una sera la Juventus riesce a fare finta che nelle ultime due settimane non è successo assolutamente niente e torna a sentirsi giovane e bella, sempre secondo i canoni del suo allenatore. Immersa nella concentrazione della partita secca e senza il macigno della penalizzazione sulle spalle, la Juve riscopre antiche solidità. I prati tornano in fiore, i sorrisi imperversano e la musica torna a suonare. È un’effimera illusione, ma per una sera si puó far finta di niente. Semifinale con l’Inter in vista;
- Era una partita dal peso specifico capitale per la Juventus, approcciata con serietà e massima attenzione. Di fronte, un avversario che si è limitato a fare da sparring partner. Sarebbe interessante approfondire il rapporto tra Allegri e Sarri, forse il più controverso e complesso del nostro calcio di oggi, pieno di dietrologie. La sensazione profana è che Allegri sia entrato nella testa di Sarri un po’ di anni fa e da allora non ne esce più. Sarri non riesce ad esprimere un’idea di calcio contro Allegri. La Lazio non gioca, si snatura, si impigrisce, quasi si annoia della sua pochezza. Addirittura Milinkovic rimane seduto in panchina per un’ora. Una serata senza colore. D’altronde tre delle migliori, solide e concrete partite dell’Allegri bis sono arrivate contro la Lazio, un unicum dentro mesi tanto complessi. Poi si sa, tre indizi fanno una prova;
- È stata nel complesso una partita di rara noia, senza pathos, scivolata via quasi senza sudore. La Juve ha puntellato con la pipa in bocca le velleità della Lazio, mettendo soprattutto in mostra un Locatelli sempre più pronto e lucido in cabina di regia oltre che una fase difensiva improvvisamente impeccabile, senza tracce degli 11 gol subiti nelle ultime quattro partite. Quanto conta la testa in questo sport, quanto pesano quelle carte in tribunale;
- Sembra difficile crederlo ma quella di stasera è stata la prima partita insieme in maglia bianconera di Vlahovic e Chiesa. Il futuro della Juve, in tempi di pace, si dovrebbe fondare su questi due mattoni. Chiesa migliora di partita in partita, per intensità e minutaggio. Vlahovic è più indietro ma ha messo in campo l’atteggiamento giusto, dopo i mal di pancia autunnali che ricordavamo. C’è tanta curiosità nel capire dove puó arrivare l’affinità di questa coppia;
- Nella considerazione finale non possiamo che mandare un abbraccio a Luis Maximiano, portiere titolare in Liga lo scorso anno, venuto a Roma con i galloni del titolare, persi in un istante. Dopo lo psicodramma del rosso dopo sei minuti contro il Bologna mentre eravamo sotto l’ombrellone, oggi un altro episodio che non lo aiuterà a lasciare un buon ricordo in zona Formello. L’uscita che regala il gol a Bremer, fa malissimo e pur nella pochezza della Lazio di oggi (e pur nella pessima lettura del fuorigioco di Patric), ha un peso importante nell’ecosistema della stagione biancoceleste. Fa male, ma ci sarà modo di rimediare (forse).
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