
- di Marco Scalas
Considerazioni sparse post Roma-Cremonese (1-2)
Una Roma troppo brutta per essere vera si arrende ad un'ottima Cremonese e saluta nel peggiore dei modi la Coppa Italia.
- La Roma, come in un film visto e rivisto, gioca un primo tempo orrendo, probabilmente il peggiore della stagione. Nessuna idea di gioco, nessuna trama che possa anche solo minimamente impensierire una Cremonese super organizzata. Gli uomini di Mourinho faticano immensamente in fase di impostazione e, oltre alla gran mole di passaggi sbagliati, non riescono mai a trovare la giusta ampiezza per servire Belotti al centro dell'area. Il primo tempo del Gallo, cercato dai compagni con lanci improponibili dalle retrovie, è l'emblema della confusione che regna in casa Roma - in assenza di Dybala - ogni qualvolta superato il centrocampo;
- La Roma non crea ma distrugge, o meglio: si autodistrugge. Già, perché le due reti che affossano la squadra tanto nel punteggio quanto mentalmente sono due regali, due errori clamorosi, dei difensori giallorossi. Prima, la premiata ditta Ibanez-Kumbulla mostra ancora una volta perché la retroguardia romanista, senza Smalling, valga davvero ben poco. Poi, Celik - a inizio ripresa - deposita un innocuo cross dalla destra alle spalle del suo stesso portiere. Da questo momento in poi parte l'assalto della Roma, come spesso accade a risultato ormai compromesso, come se i giocatori percepissero l'importanza del match solo quando questo sta scivolando via dalle loro mani;
- La Cremonese si ritrova in semifinale di Coppa Italia senza dover praticamente faticare. Basta un 3-5-2 compatto e aggressivo a Ballardini per espugnare l'Olimpico e prendersi lo scalpo della Roma. Le due punte, soprattutto nella prima frazione di gioco con Dessers, mandano in confusione i difensori avversari, in discreta difficoltà sul pressing delle punte grigiorosse. Al resto ci pensa una cerniera di centrocampo pressoché perfetta, retta alla grande da Meité, e i puntuali inserimenti delle due mezzali. Ottima anche la prestazione dei due laterali, mai in affanno con i rispettivi avversari sulle fascia. Dopo aver estromesso il Napoli, Ballardini compie un altro miracolo. Il tabellone riserva ora la Fiorentina in semifinale: un avversario che permette alla Cremonese di sognare la finale;
- Iniziano ad essere impietose le statistiche degli attaccanti della Roma, che non possono essere spiegate solamente dagli evidenti limiti tecnici. Escluso Dybala, che sta riuscendo ad avere una buona continuità, i numeri di Abraham e Belotti (nonostante il gol sul finale) non sono giustificabili, se non con la pochezza del gioco proposto da Mourinho. Se si spegne la luce di Dybala, e al contempo la fantasia di Pellegrini, questa squadra non conosce alcun modo per mandare in porta i propri centravanti. Anche oggi, in una partita dove non si salva nessuno - neanche la Joya - l'assalto alla porta di Sarr per tutto il secondo tempo è sembrato più casuale che frutto di meccanismi ben oliati;
- Roma che vede scivolare via, nel peggior modo possibile, la vivida chance di chiudere la stagione con un trofeo. Mai come quest'anno la strada verso la finale era spianata, grazie al suicidio di Napoli e Milan. A loro, però, si è aggiunta proprio la squadra di Mourinho, assolutamente incapace di riconoscere l'ottima opportunità. Non resta che la corsa alla Champions per i giallorossi, chiamati a spingersi più a fondo possibile in Europa League. Vince con merito la Cremonese, completamente rivitalizzata dalla cura Ballardini, sempre più artefice di clamorose rinascite. Paradossalmente, il fanalino di coda del campionato si trova ora a giocarsi tutte le proprie chance per arrivare in finale in Coppa Italia: la sensazione è che la seconda parte di stagione dei grigiorossi riserverà diverse sorprese.
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Nato sotto il sole della Sardegna nell'ormai lontano 1993, dopo un' infanzia all'insegna del basket, abbandona la palla a spicchi per dedicarsi anima e corpo a quella da calcio. Un amore tuttavia mal corrisposto. Tifoso romanista da sempre e in quanto tale incline alla sofferenza e all' auto-sabotaggio. Amante dello sport in tutte le sue forme, ma ancor più di tutte le storie, piccole e grandi, di cui esso si nutre.
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