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, 28 Gennaio 2023

Il Chelsea sta realmente spendendo troppo?


Con le nuove manovre di Todd Boehly, il Chelsea ha rotto il mercato.

Con l’arrivo del giovane attaccante ucraino Mykhailo Mudryk, pagato 87 milioni di sterline allo Shakhtar Donetsk, il Chelsea di Todd Boehly ne ha spesi oltre 440 in trasferimenti in due sole sessioni di mercato, superando il precedente record di 368 milioni del City 2017-2018, e non è da escludere che ne spenda altri nelle prossime settimane. L’enormità di queste cifre ha lasciato perplessi molti appassionati, non soltanto in Italia dove le cifre sono ben più contenute, ma persino nella ben più ricca Inghilterra.

In tanti in questi giorni si stanno chiedendo come facciano i blues a spendere tanto senza infrangere i regolamenti UEFA. Le regole sono troppo lasche? La UEFA sta chiudendo un occhio, o forse entrambi, come già successo per le finte sponsorizzazioni di Manchester City e soprattutto Paris Saint Germain? A quanto sembra no, ciò che sta facendo il Chelsea è, per ora, del tutto accettabile secondo i parametri del “nuovo Financial Fair Play”, il cui nome completo è un più prosaico “Financial Stability and Club Licensing Regulations”, per gli amici FSCLR. Introdotto nel 2011, il FFP impediva ai club di spendere più di quanto guadagnano nella ricerca del successo, allo scopo di garantire la loro sostenibilità a lungo termine, sanzionando i club che, nel corso di diverse stagioni, hanno speso più di ciò che potevano effettivamente permettersi.

Il FSCLR muove dalle stesse premesse, ma concede margini più laschi per quanto riguarda le perdite (60M anziché 30 su tre anni) ma al contempo impone maggiore controllo sulla spesa per gli stipendi e su alcuni altri aspetti. Inoltre, nell’autunno 2022 anche la Premier League ha approvato un suo Fair Play Finanziario che impone un tetto di 120M di perdite sul bilancio triennale e una proporzione massima del 70% tra costi-squadra ed entrate. Inoltre, entrambi i regolamenti, sia quello europeo che quello inglese, concedono eccezioni nel caso in cui le perdite siano dovute a investimenti per il settore giovanile, per il calcio femminile o per le infrastrutture.

Tornando al Chelsea, secondo quanto dichiarato dal club londinese, le perdite del triennio giugno 2018-giugno 2021 ammontavano alla considerevole cifra di 387M di sterline (440M di euro circa), una cifra esorbitante se decontestualizzata, ma ben più ragionevole se si contano i danni arrecati dalla pandemia e dai conseguenti lockdown e soprattutto se messi in relazione alle entrate garantite dalle cessioni, oltre 280 milioni nello stesso periodo. Iblues, tuttavia,non hanno ancora pubblicato i bilanci del periodo 2021-22, in cui il club per un certo periodo non ha potuto incassare i soldi dei biglietti, del merchandising e di tutti gli altri servizia seguito delle sanzioni governative e del congelamento dei beni dell'ex proprietario Roman Abramovich dovuti all’invasione russa dell’Ucraina. Non è ancora chiaro come Premier League e UEFA gestiranno questa situazione unica nella storia, ma è molto probabile che sarà contemplata una qualche forma di deroga.

Come dicevamo, comunque, la vera forza contabile del Chelsea sta nella sua gestione del mercato in uscita e nei lunghissimi contratti fatti sottoscrivere ai nuovi acquisti, un approccio unico che potrebbe presto trasformarsi nella normalità, anche considerando il fatto che sempre più giocatori di alto livello puntino a trasferimenti free agent che garantiscono loro stipendi molto più alti “a scapito” del guadagno che avrebbero ottenuto le società con una cessione avvenuta mentre erano ancora vincolati.

Fonte: The Athletic

Per farla semplice, se si acquista un giocatore, il costo del suo cartellino e quello dello stipendio vengono spalmati – attraverso un processo chiamato ammortamento – per la durata del contratto. Nel caso di Mudryk, i potenziali 88,6 milioni (potenziali in quanto 24 circa sono di bonus variabili legati al rendimento del giocatore e del club) vengono quindi suddivisi lungo gli otto anni e sei mesi di contratto, pesando a bilancio per circa 5 milioni per questa mezza stagione e per il doppio da giugno 2023 a giugno 2031. Il caso Mudryk non è eccezionale, ma l’ennesima conferma del nuovo trend di Stanford Bridge: Wesley Fofana, prelevato in estate per 70 milioni di sterline dal Leicester City, ha firmato un contratto di sette anni; Benoît Badiashile, appena arrivato dal Monaco per 35M, si è legato al Chelsea per sei anni e mezzo, così come Marc Cucurella per sei anni e Sterling, non più giovanissimo, per cinque. Questa nuova tattica permette al Chelsea una riduzione sostanziale del costo annuale di ammortamento, oltre a garantire una maggiore probabilità di non perdere i suoi migliori investimenti senza alcun ritorno. Le testate inglesi hanno calcolato che i 420 milioni di sterline spesi per i giocatori in questa stagione, con contratti lunghi mediamente sei anni, si traducano in un costo annuale a bilancio di “soli” 70 milioni, a cui vanno comunque aggiunti gli stipendi. Se gli stessi i giocatori avessero firmato contratti quadriennali, il costo annuale sarebbe stato di 105 milioni e, di conseguenza, una violazione delle regole finanziarie di UEFA e PL sarebbe stata probabile se non scontata.

Fonte: Sky Sports EN

Al contrario delle uscite per acquisti e stipendi, invece, il profitto arrivato dalla vendita dei propri giocatori, viene considerato come un’entrata immediata nei conti del FFP. Sebbene il Chelsea sia ben più noto per le sue spese folli che per le cessioni intelligenti, nel corso dell'ultimo decennio ha realizzato profitti per oltre 688 milioni di sterline, quasi il doppio rispetto alle altre big six, e oltre mezzo miliardo di sterline in più del Manchester United. Le cessioni di Eden Hazard, Oscar e David Luiz quando erano al loro massimo valore di mercato, oltre a quelle di giovani cresciuti nell’academy come Tammy Abraham e Fikayo Tomori, sono stati molto redditizi per il Chelsea nonostante siano passati sottotraccia. A ciò vanno aggiunti i 106 milioni derivanti dalla vittoria della Champions League 2021 contro il City. Ironicamente, quando questa partita ebbe luogo, le finaliste erano i due club che avevano subito le maggiori perdite nella storia della Premier League e, di conseguenza, del calcio mondiale. Oltre alla Champions, poi, il Chelsea ha vinto anche Supercoppa europea e la Coppa del Mondo per club FIFA, che tra premi e sponsorizzazioni hanno portato diverse altre decine di milioni nelle sue casse.

Questi nuovi contratti a lungo termine, ovviamente, non sono necessariamente un win-win, ma comportano una serie di oneri e rischi. Il principale rovescio della medaglia è abbastanza ovvio: se i giocatori non si dimostrano all’altezza della cifra spesa e non accettano il trasferimento, il Chelsea si troverà bloccato a dover pagare contratti molto costosi per molti più anni del normale, il che a sua volta può creare colli di bottiglia per la crescita e il lancio dei giovani e soprattutto intasare il mercato dei prossimi anni impedendo, nella pratica, nuovi acquisti.

Insomma, l’approccio innovativo al mercato proposto da Todd Boehly poi così innovativo non è: comporta indubbiamente dei vantaggi immediati in termini di capacità di spesa e possibilità di aggirare le norme finanziarie, ma al contempo mette il club in una posizione più rischiosa sul lungo termine. Ci vorranno diversi anni a capire se la mossa è stata azzeccata, ma sicuramente nelle prossime finestre di calciomercato capiremo se l’azzardo del magnate americano diventerà un modello diffuso o una strana eccezione.


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  • Genovese e sampdoriano dal 1992, nasce in ritardo per lo scudetto ma in tempo per la sconfitta in finale di Coppa dei Campioni. Comincia a seguire il calcio nel 1998, puntuale per la retrocessione della propria squadra del cuore. Testardo, continua imperterrito a seguire il calcio e a frequentare Marassi su base settimanale. Oggi è interessato agli intrecci tra sport, cultura e società.

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