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, 22 Gennaio 2023

Considerazioni sparse post Juventus-Atalanta (3-3)


La Juventus balla nel buio contro un'Atalanta al culmine del suo crescendo di condizione.


- Non è un mistero che questa non fosse una partita emotivamente ordinaria per la Juventus e per i suoi tifosi - sarebbe quasi offensivo per chi legge dover spiegare il motivo - e se il calcio è fatto di tanti fattori, quello psicologico è senza dubbio uno dei più incisivi. Negli ultimi giorni è possibile che molti tifosi bianconeri si siano trovati ad interrogarsi su quale possa essere, da qui in poi, il senso stesso di questa stagione, quale possa essere il punto di soffrire per le partite che da qui a maggio verranno, di seguirle con il fervore e la passione con cui le avevano seguite fino a poco prima della serata di venerdì. Juventus-Atalanta sembra fare di tutto per dare una risposta a questo tipo di dubbi, non tanto per il risultato e le implicazioni che questo ha o avrebbe avuto nelle condizioni precedenti, quanto per lo spettacolo in sé, preso del tutto fuori da tutto il suo contesto, che questo match riesce ad offrire a chi ha scelto di seguirlo. Senz'altro una delle più belle partite che il nostro campionato ci ha regalato in questa stagione;

- Se le infuocate premesse potevano proporre una versione emotivamente fragile della squadra di Allegri, recentemente colpita da una stangata in campo e una fuori, il gol di Lookman (gentilmente offerto da casa Szczesny) proprio in avvio rischia di diventare uno spartiacque drammatico per i bianconeri. Da lì, del tutto sorprendentemente, si scatena quella che è forse la miglior Juventus della stagione, o qualcosa del genere, guidata da un lussureggiante Angel Di Maria che applica la scelta stilistica ben precisa di fare vedere soltanto cose esteticamente appaganti. Gli uomini di Allegri si lanciano in una missione cieca e disperata, come se questo risultato contasse più di ogni altro nella stagione, e ribaltano di forza una delle squadre più in forma del momento brillando di una luce tutta nuova. Il gol del 2-1 di Milik è un inno alla bellezza nel suo svolgimento e il fatto che a farlo sia una delle squadre dalla manovra più criticata è quanto meno singolare;

- Poi c'è l'Atalanta, che entra nella ripresa con la stessa prepotenza con cui aveva approcciato i primi 5 minuti di partita. Gli uomini di Gasperini arrivano a questo impegno nel momento migliore della loro stagione e tanto è dovuto dalla crescita esponenziale nello stato di forma dei due esterni d'attacco. Se Ademola Lookman non è la novità del giorno, e l'ex Leicester fa forse la sua miglior partita dal suo arrivo in Italia, è un ritrovato Jeremie Boga a dare ai nerazzurri una spinta in più. Sono loro a far salire in cattedra un'Atalanta che, quando riesce a riappropriarsi dell'incontro, si impone con ritmo e qualità come sta dimostrando di saper fare in diverse situazioni e ha la forza di ripassare in vantaggio in pochi minuti e di mettere in scena un braccio di ferro davvero appassionante per il controllo della gara;

- Sorpassi, controsorpassi, scaramucce, ritmi che si alzano, giocate belle ed errori brutti: questa gara ha tutte le caratteristiche che cerchiamo in un incontro e molte di quelle che spesso invidiamo a campionati esteri. Se c'è un'arma che la Juventus decide di mettere in atto per non farsi spazzar via dagli eventi quando il punteggio dice 2-3, è quella della voglia. Stasera sembrava che gli uomini di Allegri avessero una missione ben precisa, a prescindere da qualunque considerazione tattica possa essere fatta su questo ondivago incontro: dimostrare al proprio pubblico di voler reagire, senza saper nemmeno bene a chi o a che cosa, ma reagire con forza e una ferocia diversa. Chi meglio di Danilo per mettere un sigillo che ha un'importanza nettamente superiore al punto che porta in classifica: il brasiliano è a buon diritto il capitano di questa Juve, e oggi, pur in una serata difficilissima, ha dimostrato ancora il perché;

- A prendersi di prepotenza i riflettori nella fredda notte torinese sono alternativamente le stelle di Ademola Lookman e Angel Di Maria, ma la loro luce non deve offuscare la brillantezza di alcune altre prestazioni da sottolineare: se di Boga è già stato detto sopra, verrà sottolineata forse meno l'importanza di Hojlund che si dimostra, oltre che raffinato, anche giocatore di grande utilità e intelligenza. In casa Juve si registra quella che probabilmente è la miglior gara di Nicolò Fagioli dal suo approdo tra i "grandi": il suo assist per il gol di Milik è solo l'acme di una partita da giocatore vero, cosa che lui è e lo sta dimostrando con costanza. Un po' deludente invece l'ingresso di Miretti, l'altro dei "canterani" più attesi tra i bianconeri, che dopo i picchi di inizio stagione sembra dover ritrovare la sua collocazione. Ne avrà modo, forse, in una seconda parte di stagione che, per la Juventus, non ha ancora una direzione ben delineata. Ma per stasera ce ne siamo dimenticati tutti.

  • Nato a Biella il 30/07/93, laureato in Matematica per motivi che non riesco a ricordare. Juventino di nascita, vivo malissimo anche guardando le partite dell’Arsenal, di Roger Federer e di qualunque squadra io scelga a Football Manager (unico sport che ho realmente praticato). Fanciullescamente infatuato di Thierry Henry, sedotto in età consapevole da Massimiliano Allegri, sempiternamente devoto a Noel Gallagher.

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