Considerazioni sparse post Inter-Verona (1-0)
Un Lautaro leader tecnico, un’Inter poco concreta, ma tre punti fondamentali contro un Verona tosto.
- La differenza tra un Lautaro Martinez in forma e uno no. Nel mese e mezzo pre-mondiale il Toro si è sacrificato per l'Inter, non saltando nemmeno una partita pur con il Mondiale alle porte e arrivando alle kermesse qatariota in condizioni tutt'altro che perfette, che non a caso ne hanno influenzato il rendimento. Ora è tornato a lucido, e si vede: già un ottimo ingresso col Napoli, il gol con il Monza e oggi prestazione da migliore in campo e leader tecnico. Gol, un gol regolare non assegnato, una miriade di falli conquistati e ripiegamenti;
- Che fatica. Non è una novità: quest'Inter fa fatica, o per meglio dire non è capace di gestire le partite e i vari momenti della partita. Anche oggi si è dovuti arrivare a due spazzate salvifiche di Skriniar e Darmian nell'ultimo minuto di recupero, con un contropiede subito al 91', e specialmente nel primo tempo l'Hellas Verona è riuscita ad avere il pallino del gioco senza grosse difficoltà. Poi su questo pesa ovviamente l'incapacità di essere concreti: un altro tema ricorrente della stagione. Tra i singoli, da menzionare anche la centralità di Calhanoglu, la prova di un positivo Gagliardini e l'ingresso di Gosens;
- Una squadra ritrovata. La prestazione dell'Hellas è quella di una squadra improvvisamente ritrovata, prima di tutto nello spirito. Dopo una parentesi pre-Mondiale ai limiti dell'agghiacciante, ora la squadra è ritornata a macinare gioco e prestazioni, l'unico modo per poter salvarsi;
- Un'altra prestazione "creativa" da parte degli arbitri, su solco di quanto si vede ormai ogni weekend. È vero, in questo spazio non dovrei parlare di arbitri, ma la classe arbitrale italiana peggiora, non ha un lucido utilizzo dello strumento VAR ma soprattutto non capisce e comprende le dinamiche dello sport che arbitra. Lo testimoniano le scelte di stasera, lo dimostrano tutti gli episodi che vediamo da inizio stagione sugli schermi;
- La sindrome Correa ormai ha dell'incredibile. Peggiora la sua posizione ogni minuto (dei pochi) che passa sul terreno di gioco. Come ritrovarlo? Le speranze di vedere un giocatore all’altezza della situazione sono sempre meno.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Associati
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.