Considerazioni sparse post Spezia-Lecce (0-0)
Pareggio inevitabile sotto il diluvio. Spezia e Lecce continuano le loro strisce positive.
- Spezia e Lecce non si fanno male. Nonostante entrambe le squadre abbiano provato fino alla fine a portarla a casa, ad uscire fuori è stata una partita sporca e nervosa. Brutta per i più, diciamolo. Non poteva essere che così vista la posta in palio e, soprattutto, considerando le condizioni meteo a tratti proibitive, nonostante il campo ibrido sintetico-naturale abbia retto perfettamente per tutti i 94 minuti, con tanti complimenti ai giardinieri ed agli stoici spettatori paganti;
- I primi minuti della prima frazione hanno regalato momenti di grande Lecce, che ha subito provato a mettere alle corde lo Spezia. L’occasione più plateale è il doppio palo colpito da Blin prima e Gonzalez poi dopo un calcio d’angolo dalla sinistra. Poi è uscito lo Spezia e la partita è diventata estremamente equilibrata, fisica fino allo stremo e assolutamente poco spettacolare. Poche occasioni da rete, una in particolare in cui Gyasi dimostra di non avere molta saggezza calcistica facendosi cogliere in fuorigioco. Dragowski, al rientro dopo il grave infortunio alla caviglia, comunque molto più impegnato di Falcone, oggi spettatore non pagante;
- E’ stata una partita costruita sui duelli individuali, a cominciare da quello tra Umtiti e Nzola, finito con una vittoria ai punti del francese nonostante la buona prova del vice capocannoniere del campionato. Si potrebbe andare avanti con Kiwior-Colombo, Amian-Di Francesco o Holm-Gallo ma in tutte le zone del campo abbiamo assistito agli 1 contro 1 su cui sempre più spesso pone la basi il calcio moderno. Duelli che hanno sfiancato tutti gli interpreti scesi in campo, consci comunque di aver dato tutto in quella che potrebbe essere una sfida decisiva al termine del campionato;
- Difficile considerare prestazioni individuali con un campo così pesante ma due giocatori su tutti, uno per parte, hanno deluso le aspettative in questo piovoso turno invernale. Parliamo di Holm e Di Francesco, due giocatori su cui i rispettivi allenatori hanno costruito i successi recenti. Lo svedese è sembrato spaesato, tecnicamente impreciso e anche fisicamente meno dominante del solito. Di Francesco, invece, ci aveva deliziato contro la Lazio, mettendo in crisi da solo l’intera retroguardia biancoceleste ed offrendo un delizioso cioccolatino che Colombo ha dovuto solo spingere in rete. Al Picco si è presentato il fratello scarso e nervoso, ben contenuto da Amian e polemico durante la sostituzione con Banda. C’è tutto il tempo per tornare ad essere protagonisti di questa lotta salvezza;
- Due squadre serie, forse incomplete ma ben assemblate dai propri allenatori che, dopo un periodo iniziale di studio delle proprie rose, hanno aggiustato il tiro mettendo in campo formazioni sempre sensate. Gotti più propenso a curare la fase di non possesso e di riconquista del pallone (oggi i leccesi erano costantemente raddoppiati), esaltando le qualità di Nzola lì davanti, Barone più propenso a proporre gioco, sfruttando le capacità degli interpreti dei due binari, lasciando spesso a Baschirotto ed Umtiti l’incombenza dei duelli individuali. Per entrambe le squadre continua la striscia positiva che dura da 4 partite.
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