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, 7 Gennaio 2023
2 minuti

Considerazioni sparse post Monza-Inter (2-2)


Un’Inter mentalmente scarica non passa contro un Monza mai domo.


- Al Brianteo di Monza, Monza ed Inter giocano per i rispettivi obiettivi: consolidare la propria classifica e scrivere un pezzo di storia per i brianzoli; dare seguito al successo contro il Napoli per i nerazzurri. Ne esce una gara tesissima tatticamente e fisicamente dove i nerazzurri appaiono decisamente scarichi (soprattutto mentalmente) e vanificano il doppio vantaggio contro un Monza che copre benissimo lo spazio in campo, mettendo in scena una prova maiuscola;

- Inter che non mantiene le belle speranze di solidità difensiva esibite contro il Napoli la scorsa partita. Gli uomini di Inzaghi sono scarichi e Lukaku e Gagliardini entrano in campo in maniera disastrosa. Regalare due volte il pareggio, la prima volta dopo meno di un minuto, a questo punto del campionato è criminale. Mhkytarian in quella circostanza può fare tutto, davvero tutto, ma non il sombrero a un uomo più alto di lui di trenta centimetri;

- Monza davvero ben messo in campo, che gioca manovrando con ordine e alternando folate offensive veloci. Palladino si sta dimostrando allenatore di livello e i suoi ragazzi lo seguono con fiducia cieca. Carlos Augusto si dimostra ogni partita un giocatore da palcoscenici superiori;

- Nell'Inter bene Darmian, Skriniar e Lautaro. Il centrocampo va in sofferenza troppo presto. Dzeko è in una di quelle partite dove la non vede mai ma Lukaku riesce a fare decisamente peggio. Gagliardini risulta sempre l'uomo più lento in campo e questo meriterebbe degli studi scientifici approfonditi. Al piede di Dimarco questa squadra non può rinunciare;

- L'Inter perde due punti sanguinosi, come i goal regalati che certificano una stagione da "Pazza Inter" old style senza alcun senso logico. Il cambio degli esterni all'80esimo e l'entrata in campo di Gagliardini sono le colpe di Inzaghi che oggi non è riuscito ad aiutare i suoi nonostante l'evidente scarico mentale.

  • Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.

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