Considerazioni sparse post Fiorentina-Monza (1-1)
La Viola dura un tempo e il Monza ne approfitta.
- A un mese e mezzo di distanza dall'ultima di campionato, la Fiorentina contro il Monza prima riprende un percorso di crescita nel gioco interrotto con la pausa Mondiale, salvo poi lasciarlo incredibilmente a metà all'intervallo. Il ritorno alla Serie A dei viola è infatti terribilmente a specchio, diviso tra un primo tempo brillante e una ripresa scivolata di mano come una saponetta. Ne esce una gara che sa molto, per i gigliati, di prova di maturità fallita;
- Il Monza, squadra a caccia di punti salvezza, si presenta a Firenze con un atteggiamento forse troppo pretenzioso: Palladino mette in campo una squadra con ambizioni di palleggio e campo corto, che vorrebbe difendere alto e uscire palla al piede per innescare Caprari e Mota. Succede invece che la Fiorentina nel 1° tempo riesce a portare una pressione in avanti molto efficace, con tanti recuperi in fase offensiva che obbligano i brianzoli a rincorrere. Di Gregorio ha il suo bel daffare, ma al 19esimo cade sulla bordata di Cabral, lanciato direttamente dalle retrovie e bravissimo a concludere al volo da posizione angolata, dopo aver bruciato un Caldirola in costante affanno;
- Pressione alta, possesso, tanto campo alle spalle della difesa per una squadra sempre corta: Italiano riparte dai vecchi cardini, nonostante le solite rotazioni più o meno obbligate. Spicca soprattutto la scelta dal primo minuto del giovane Alessandro Bianco, schierato insieme a Duncan davanti alla difesa per una formazione (con Barak in campo) più fortemente orientata al 4-2-3-1. Il ragazzo giocherà una gara di personalità e buoni spunti, ma un paio di letture errate (e mal supportate dai compagni) costeranno caro;
- Dopo un primo tempo in apnea, Palladino corregge il tiro all'intervallo levando le due mezzepunte (Colpani e Caprari) e inserendo Petagna e Birindelli. Mossa apparentemente difensiva, ma mossa che riequilibra il Monza, ora dotato di un riferimento avanzato sicuro in uscita e meno esposto sul lato destro, dove nel 1° tempo Biraghi e soci avevano imperversato. Al resto ci pensa la Fiorentina, che abbassa i ritmi, si allunga e pian piano perde i giusti tempi delle scalate. La Viola, squadra che strutturalmente concede qualcosa dietro anche nei momenti migliori, con il calo della pressione (e senza schermi davanti alla difesa) finisce esposta alle folate del Monza, che trova il gol con Carlos Augusto (inserimento centrale su palla da destra, dimenticato da tutti) e si prende più di un rischio, specialmente quando al 75' Terracciano fa il miracolo su Mota e Petagna spara fuori sul tap-in;
- Vecchi pregi e vecchi difetti per la Viola. Ancora una volta, i ragazzi di Italiano hanno sofferto una certa inefficienza negli ultimi 16 metri, nonostante Cabral lanciato titolare offra alla squadra, oltre al gol, una prestazione di qualità e quantità. Ma anche è ricomparsa l'ancestrale difficoltà della squadra a gestire. Per i viola, ritmi più bassi hanno voluto dire finire in balia dell'avversario. I venti minuti di sfuriata di un Monza onesto ma non trascendentale sono bastati per mandare in tilt i viola, e il contro-assalto finale pur mostrando qualcosa non ha dato frutti. La Fiorentina ha mandato preoccupanti segnali soprattutto nella capacità di lettura della gara, un sintomo insidioso per una squadra che, chiamata a tante partite ravvicinate nei prossimi due mesi, avrebbe molto bisogno di una gestione più serena dei 90 minuti.
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