La Premier degli Altri
La nostra top XI di metà stagione ma senza giocatori delle grandi squadre.
Se il giorno di Santo Stefano, reduci da l’ennesimo viaggio di ritorno dalla sala da pranzo, capiterete per qualche strano motivo sulla sfida tra Southampton e Brighton, con l'occhio che tenta disperatamente di stare aperto, e vi troverete a sobbalzare sul divano esclamando: "ehi ma io quel terzino lo conosco!", ecco, allora le prossime righe saranno state utili. L'intento di questo articolo, si spera, è quello infatti di mettere in evidenza le eccellenze nascoste di cui la Premier League è piena. Per farlo abbiamo deciso di stilare una Top 11 formata da soli giocatori che non militano nelle cosiddette "Big Six".
Niente Casemiro o Gabriel Jesus per intenderci, neanche un po' di Cancelo, e scordatevi il duo Son-Kane. Ah, e visto quello che sta combinando in questo inizio di campionato, per rendere ancora tutto più complicato - e intrigante - nemmeno un giocatore che veste la maglia del Newcastle. Tanto, che Almiron stia attraversando un momento magico, che Bruno Guimaraes sia il prototipo del centrocampista moderno e che, accidenti, Botman poteva proprio venire al Milan quest'estate, ecco, ormai lo sapete tutti.
La Premier League è il campionato più severo ed esigente del mondo proprio per il livello delle "altre", di Southampton e Brighton appunto, e di tutte le loro sorelle. Ci sono sere di fine estate in cui se non hai l'approccio giusto, e capiti al Community Stadium di Brentford, il rischio è quello di andare sotto 0-4 all'intervallo, chiedere ai rossi di Manchester. Oppure torridi pomeriggi d'agosto in cui se vai solo un po’ meno di quelli in bianco, ad Elland Road, poi ti trovi a raccogliere il pallone nella tua porta per tre volte nel giro di mezz'ora, anche se ti chiami Chelsea e hai una bacheca piena di trofei.
Ecco, noi vogliamo celebrare questi protagonisti, troppo spesso messi in disparte per lasciare la scena a interpreti sicuramente più glamour. Perché poi la Premier League è anche, e ovviamente, quel torneo dove nello stesso derby Foden e Haaland segnano una tripletta, o in cui Salah e Firmino sono in uno di quei giorni in cui vederli scambiare il pallone è un toccasana per lo spirito. E allora capita che, a ragione probabilmente, tutto il resto passi un po' in secondo piano.
Questi altri oggi li mettiamo insieme, nella stessa squadra. Scegliere i migliori 11 è stato un esercizio che mi ha causato parecchie sofferenze.
Arrivato al modulo definitivo - un 4-3-1-2 molto fluido, come si usa dire negli ultimi tempi - ho dovuto necessariamente escludere alcuni pezzi da novanta. Non troverete ad esempio Iwobi, o meglio Iwobinho, che nell'Everton nel nuovo ruolo di mezz'ala sta vivendo la miglior stagione della carriera, o Neco Williams, calpestatore instancabile della fascia destra di Nottingham Forest e Galles. Stesso discorso per Ebi Eze, Pascal Gross, Rice - ma come si fa a lasciare fuori Declan Rice?? - e tanti altri che non voglio nominare, per non cadere nell’errore di cambiare idea l'ennesima volta.
Perdonatemi fin da adesso, e anzi, se proprio non ce la fate a contenere la rabbia, insultate Sportellate sui nostri canali social (perché poi se le cose vanno male la colpa è di tutti, mica mia). Intanto, se vi va, godetevi questo viaggio verso le zone più nascoste del campionato più bello del mondo.
Portiere: Dean Henderson
In estate Dean Henderson ha accettato il trasferimento al Nottingham Forest, dove è arrivato in prestito dal club proprietario del suo cartellino, il Manchester United. Il rapporto tra i Red Devils e il portiere inglese era arrivato ad un punto, diciamo così, di rottura. “Sono stati dei criminali” aveva infatti dichiarato Henderson, in riferimento ad una presunta promessa, poi rivelatasi priva di fondamento, che il club gli avrebbe fatto e che riguardava la sua investitura come portiere titolare per la stagione. Poi il Covid in ritiro, il ritorno in squadra dopo un paio di settimane, e De Gea che non ha mai più saltato una partita.
Il portiere, originario di Whitehaven, al City Ground i minuti invece li sta trovando eccome, risultando anche spesso decisivo per le sorti del suo Forest. La parata contro il Liverpool, su un colpo di testa ravvicinato di Van Dijk, è forse la più spettacolare dell’intero inizio di campionato. Il tuffo finale sopra i suoi nuovi tifosi, poi, è già un momento cult della stagione. Certo, battere i Reds è a tutti gli effetti un grande regalo - immeritato, supponiamo - che Henderson ha confezionato per il suo vecchio club. Ma per tornare in alto è un sacrificio che andava messo in conto.
Terzino destro: Solly March
"I'm getting better with age". Parole e musica di Solly March, a cui The Athletic il mese scorso aveva chiesto un commento sul suo eccellente inizio di stagione. Il local boy del Sussex, jolly del Brighton di Roberto De Zerbi, sta infatti vivendo il miglior momento della sua carriera, alla ormai non più giovanissima età di 28 anni. Ai seagulls dal 2013, March è già nella storia del club per aver segnato uno dei due gol decisivi per battere il Wigan nel 2017 e portare il Brighton in Premier League, proprio lui che un vero e proprio goleador non lo è mai stato, avendo messo a segno solo 4 gol in 145 partite nella massima competizione inglese. Sicuramente un limite, ma se poi si va a vedere tutto quello che fa in campo, beh, allora si può intuire perché da quasi 10 anni Solomon - il suo vero nome - sia una pedina insostituibile del suo club.
Mancino, capace di giocare su entrambe le fasce e in ruoli diversi, da laterale a tutta fascia ad esterno offensivo, fino appunto al ruolo di terzino, March è un giocatore che abbina doti aerobiche fuori dal comune ad un'ottima tecnica di base. L'assist per il gol di Trossard ad Anfield, nella gara di debutto di De Zerbi, è un mix di tecnica e intelligenza: taglio da destra e tocco delizioso, di prima intenzione, per mettere in porta il suo compagno. Controllare per credere.
Terzino sinistro: Romain Perraud
Si lo so, siamo sbilanciatissimi. March basso a destra e Perraud a sinistra neanche il City di Guardiola, ma noi ci proviamo lo stesso. D'altronde, non trovare un posto a questo ragazzo francese, quest'anno, era davvero difficile. Perraud è un esterno sinistro classe '97, probabilmente più adatto a giocare come quinto piuttosto che in una difesa a 4. Arrivato nell'estate del 2021 dal Brest, dopo una prima stagione al St. Mary's piuttosto complicata, quest'anno si è imposto invece come uno dei punti fermi della sua squadra, nonostante un grave infortunio lo scorso Maggio lo abbia fatto comunque partire un po' indietro nelle gerarchie di Hasenuhttl, ad inizio anno.
Perraud è entrato definitivamente in formazione la sera in cui i Saints sconfissero il Chelsea - era fine Agosto, una delle pochissime gioie di una stagione complicatissima - e non ne è più uscito. Con due gol e due assist messi a referto, è anzi risultato una delle armi offensive più efficaci della squadra biancorossa, capace come pochi di uscire dalla pressione avversaria con la palla tra i piedi, e dimostrando anche ottime capacità di inserimento, oltre ad un notevole tiro da fuori. Il Southampton, per evitare la retrocessione, sarà chiamato ad una seconda parte di stagione necessariamente più audace. Il suo treno francese, a sinistra, è però sicuramente pronto per ripartire.
Difensore centrale: Ben Mee
Prima di approdare a Brentford, zona ovest di Londra, la squadra più a sud per il quale avesse mai giocato era stata il Leicester, nel 2011. Il trasferimento nella capitale avvenuto la scorsa estate, per lui ragazzo nato e cresciuto al Nord, è però solo l'ultimo, e il più risibile, degli incredibili avvenimenti che questo ragazzo originario di Sale, a due passi da Old Trafford, ha dovuto affrontare negli ultimi anni. Durante il lockdown la nascita di Olive, la sua seconda bimba, dopo solo 24 settimane di gravidanza gli aveva fatto mettere da parte il calcio per un po'. Poi, l'anno scorso, l'infortunio serio alla gamba, e la squadra di cui era capitano, il Burnley, che si avviava alla retrocessione dopo 6 stagioni consecutive di Premier League. Mee, indisponibile causa infortunio, diventò addirittura parte del coaching staff per le ultime 8 partite dei Clarets, dopo il sorprendente esonero di Sean Dyche, e la sua carriera da giocatore sembrava così dover volgere alla fine.
Vederlo adesso in questo incredibile stato di forma, quindi, non era così scontato. Il roccioso difensore inglese è infatti oggi il leader della difesa del Brentford, una squadra che non smette di stupire e che ha chiuso la prima parte di stagione andando addirittura a vincere in casa dei campioni d'Inghilterra. Mee ha già collezionato 14 presenze e messo a segno 2 reti, tra cui il colpo di testa del 3-0 nella fantastica vittoria di inizio stagione contro lo United. Il ragazzo del Nord si è ambientato alla grande, anche a queste latitudini. Ma con tutto quello che ha passato, nella sua vita e nella sua carriera agonistica, non era certo difficile immaginarlo.
Difensore centrale: Conor Coady
Nella stagione da montagne russe dell'Everton, dove in realtà le discese si sono rivelate più lunghe e frequenti delle risalite, la grande certezza su cui i Toffees si sono poggiati è rappresentata dal duo di centrali di difesa. James Tarkowski e, appunto, Conor Coady, arrivati entrambi a costo zero la scorsa estate, costituiscono infatti una delle migliori coppie difensive dell'intera Premier League. E, ripetiamo, fortuna che ci sono loro, visto che la squadra di Lampard anche quest'anno non riesce a fare quel salto di qualità che, dopo l'importante mercato estivo, buona parte della critica e dei propri tifosi si sarebbero aspettati.
Conor Coady è arrivato all'Everton abbastanza misteriosamente, lo scorso giugno, in prestito dal Wolverhampton. Il mistero risiede proprio nell'incomprensibile scelta degli Wolves di privarsi di un difensore così, per di più in prestito, e ad una diretta rivale per non retrocedere. Un giocatore, inoltre, che aveva appena firmato un importante rinnovo di contratto, e che rappresentava il leader carismatico di una squadra che negli anni aveva guidato dalla Championship fino all'Europa League. Coady, 166 presenze in Premier League con 6 gol all'attivo, è uno dei difensori più esperti e affidabili dell'intero campionato, tanto da essersi meritato la chiamata di Southgate per il Mondiale in Qatar. Che sia un giocatore fondamentale, quasi un lusso per una squadra costretta nella seconda metà della classifica, ormai lo hanno capito tutti. Tranne gli Wolves appunto, che non a caso, dopo una prima parte di stagione terrificante, oggi occupano in solitario l'ultimo posto in classifica.
Centrocampista centrale: Joao Palhinha
Il Fulham di Marco Silva è la vera rivelazione di questo inizio di Premier League (considerate sempre che per noi il Newcastle non esiste). Una squadra che gioca benissimo, che ha ridato lustro a giocatori che con la Premier non si erano lasciati benissimo - Mitrovic e Willian su tutti - e che inoltre ha messo in mostra nuove e interessanti individualità. Una di queste è sicuramente Joao Palhinha, che al pubblico europeo proprio nuovo non è, dal momento che negli scorsi due anni è stato il perno del centrocampo dello Sporting Lisbona, vincitore del campionato Portoghese nel 2021 e protagonista lo scorso anno di una buona campagna in Champions League. Arrivato la scorsa estate per sole 20 milioni di sterline, il suo trasferimento si è rivelato davvero un grande affare per la squadra londinese. Una neopromossa che prende uno dei migliori centrocampisti dell'ultima Champions. Capite il livello di queste "altre"?
Le strade di Palhinha e Marco Silva si erano già incrociate, nella stagione 2015-2016, quando il giovane Joao militava nell'under 19 dello Sporting e il tecnico portoghese guidava la prima squadra. Non è un mistero che sia stato proprio Marco Silva a suggerire alla sua società l'acquisto del suo ex canterano. Il Fulham visto lo scorso anno in Championship, una macchina da 106 gol totali, aveva proprio bisogno di un giocatore così per affrontare il salto di categoria, un centrocampista che garantisce equilibrio, fantastico nei contrasti, un instancabile lottatore dotato anche di un ottimo tiro da fuori. Il suo gol a Nottingham, decisivo poi per la vittoria del suo Fulham, è un pezzo di bravura che non posso che farvi rivivere.
Mezz'ala sinistra: James Maddison
"Any idea that comes into James Maddison's head is 100 times better than any idea you will find at any coaching conference". Parole di Juanma Lillo, ex assistente di Pep Guardiola e attualmente tecnico dell'Al-Sadd in Qatar. James Maddison, 7 gol e 4 assist nelle prime 14 partite di Premier League, sta vivendo la miglior stagione da quando è diventato professionista. E davvero, come dice l'allenatore spagnolo, molte volte si ha l'impressione che certe sue giocate siano quasi uniche. Testa alta, in perenne movimento, dribbling secco e doti balistiche fuori dal comune, il prototipo del trequartista moderno. Maddison è stato il protagonista del grande novembre del suo Leicester, capace di vincere 5 delle ultime 6 partite, assicurandosi una tranquilla posizione di classifica dopo il disastro dei mesi precedenti.
Il trequartista delle Foxes, quasi a furor di popolo, è stato scelto da Southgate per far parte dell'avventura inglese in Qatar. Non poteva essere altrimenti, visto quanto fatto in questa prima parte di Premier League. Il Mondiale del ragazzo nativo di Coventry si è però concluso senza aver messo insieme nemmeno per un minuto in campo. Il 10 del Leicester, nella testa del commissario tecnico inglese, doveva essere l'alternativa di Mason Mount sulla trequarti, ma il cambio di modulo in corsa - con il centrocampo schierato a 3 - ha finito per penalizzarlo più del dovuto. I Tre Leoni sono comunque usciti a testa alta dalla massima competizione mondiale, probabilmente senza rimpianti. Forse uno si però, perché un giocatore con le caratteristiche di James Maddison è merce più unica che rara. Anche per la sua nazionale.
Mezz'ala destra: Philip Billing
Philip Billing è il miglior marcatore stagionale del Bournemouth con 4 reti, e contemporaneamente il primo della squadra per numero di tackle effettuati con successo. Il danese è un giocatore estremamente versatile, avendo ricoperto praticamente tutti i ruoli dal centrocampo in avanti negli ultimi due anni con la maglia delle Cherries. Dopo aver dominato la scorsa Championship, contribuendo in modo decisivo alla promozione della sua squadra con 10 gol e 10 assist in 40 partite giocate, Billing sta dimostrando il suo enorme potenziale anche in Premier League. Partendo, come detto, da tante posizioni diverse - mezz'ala, esterno o seconda punta - in campo poi un'attrazione tecnica fatale lo porta spesso a cercare il dialogo con il suo gemello offensivo Solanke, ed è proprio su questa coppia che il Bournemouth sta riponendo le speranze di rimanere nella massima categoria inglese.
Billing, incredibilmente, non è ancora però riuscito a convincere del tutto una parte dei suoi tifosi. In Inghilterra, ai giocatori con il suo fisico - il danese è alto 1,93 - è ancora troppe volte richiesta una "serietà" tecnica un po' fuori dal tempo. Lo è stato per Pogba, lo è oggi per Billing, che ad ogni giocata fuori dall'ordinario che non va a buon fine viene accusato di poco "commitment", che è una parola che tradurre solo con "impegno" sarebbe riduttivo. Anche il commissario tecnico danese, a dire il vero, sembra apprezzarlo ancora poco. Non vedere Billing in Qatar è stato francamente poco comprensibile. Soprattutto per una squadra, la Danimarca, che ha fatto così tanta fatica a produrre soluzioni offensive degne di questo nome.
Trequartista: Leandro Trossard
Newcastle, Chelsea, Arsenal e addirittura Atletico Madrid. Queste le squadre a cui Leandro Trossard è stato accostato dai media britannici, ansiosi di capire come si evolverà la situazione relativa al suo contratto, teoricamente in scadenza a Giugno 2023. Solo in teoria appunto, o almeno così sembra, perché il Brighton avrebbe la possibilità di esercitare un'opzione per il prolungamento di un anno, e sarebbe davvero strano non lo facesse, anche solo per poi per monetizzare un'eventuale vendita. Aldilà di tutto, se oggi ci trovassimo a scommettere su quale maglia Trossard indosserà nella prossima stagione, beh ecco che difficilmente butteremmo i nostri soldi scegliendo quella biancoblu delle Seagulls. Perché questo è un giocatore che in Inghilterra merita di lottare per altri obiettivi.
Con 7 gol e 3 assist in 14 partite, Trossard è distante solamente una rete dall'eguagliare il suo record di gol in una stagione. Quando segnerà il prossimo poi, il belga riuscirà ad appaiare a 26 Muepay e Murray in testa alla classifica all time dei migliori marcatori della storia del Brighton. Ma, ripetiamo, le prossime potrebbero essere le ultime reti che Trossard segnerà per il club del Sussex. Questa stagione ha significato la completa e definitiva consacrazione per il gioiellino cresciuto nelle giovanili del Genk. La tripletta ad Anfield è uno scalpo che pochi giocatori nella storia di questo sport possono vantarsi di avere in bacheca. Trossard, a 28 anni, è pronto al salto di livello. Il Brighton, per consolarsi, dovrà essere bravo a guadagnarci magari anche qualcosina.
Attaccante: Ivan Toney
Se siete soliti ascoltare il nostro podcast Give The Ball to Bobby allora saprete già di quanto siamo affezionati a questo giocatore. Ivan Toney, 10 gol e 2 assist in 14 partite, al terzo posto nella classifica cannonieri inglese dietro Erling Haaland e Harry Kane, è il giocatore che forse più di tutti, quest'anno, ci ha fatto emozionare. Sarà per la sua storia - nella stagione 2019-2020 militava in League One con il Peterborough -, sarà per il fatto di essere il leader di un club che quest'anno sta riscrivendo le pagine della sua storia, beh, Toney è senza dubbio uno dei nostri idoli indiscussi. L'ultima sua immagine che abbiamo negli occhi è datata 12 novembre, ad Etihad, fiero e possente nella sua esultanza ormai tipica, dopo aver segnato la doppietta decisiva per la storica vittoria del suo Brentford sul campo dei campioni in carica. La speranza, oggi, è di poterlo rivedere così alla ripresa del campionato.
Non è scontato infatti che Ivan Toney possa proseguire nella sua carriera di calciatore. La ragione risiede in una brutta storia di scommesse illegali, una storia emersa proprio poche ore dopo il suo show contro il City. La FA lo ha messo sotto torchio con la tremenda accusa di aver manipolato l'andamento di ben 232 partite, dal 2017 ad oggi. È stato molto probabilmente per questo motivo che non lo abbiamo visto in Qatar. Toney sembrava davvero aver convinto Southgate di poter far parte della spedizione mondiale, grazie al suo strepitoso inizio di stagione che prima abbiamo riassunto troppo brevemente solo coi numeri. Ma la sua situazione appariva come una bomba ad orologeria pronta a scoppiare, e non era il caso che l'Inghilterra affrontasse un Mondiale con un problema così grande da gestire. Noi speriamo davvero che Toney possa uscirne pulito. Perché la sua è una delle storie più belle del calcio inglese.
Attaccante: Aleksandar Mitrović
La scorsa Championship ha visto protagonisti alcuni dei migliori giocatori di questa stagione di Premier League. Anche questo aspetto, inutile sottolinearlo, è sintomo di quanto il calcio inglese sia avanti rispetto al resto d'Europa. Abbiamo già citato Philip Billing, uno delle due mezze ali di questa formazione fantastica, che l'anno scorso è stato decisivo per la promozione del suo Bournemouth con un consistente numero di gol e assist. Ecco, per quanto riguarda i gol, l'anno scorso in Championship c'è stato un giocatore, un ragazzo serbo di quasi 1 metro e novanta, che ne ha segnati ben 43, in 44 partite, superando il record di reti della categoria che apparteneva sin dal 1993 a Guy Whittingham. Questo ragazzo, ovviamente, è Aleksandar Mitrovic.
Gli ultimi due anni dell'attaccante serbo sono caratterizzati da cifre davvero senza senso. Detto dell'incredibile record di gol della passata stagione, in questo suo ritorno in Premier League Mitrovic non ha mai smesso di fare quello che sa fare meglio. Sono già 9 infatti le reti messe a segno in 12 partite giocate, con una media di un gol ogni 114 minuti giocati. Alla faccia di chi gli diceva che la massima categoria inglese era fuori dalle sue corde. Con la Nazionale serba è stato poi protagonista di una Nations League fantastica - 6 gol in 5 partite - e di un Mondiale che, seppur poco fortunato per la sua squadra, lo ha visto andare a segno due volte, contro Camerun e Svizzera. Proprio il gol contro la Svizzera, tanto bello quanto inutile, è quello che di più lo definisce. Un colpo di testa da attaccante vero, da area di rigore, come se ne vedono sempre meno. Ma in Premier, uno così, rischia di rimanere troppo spesso nell'ombra, o perlomeno celebrato meno di quanto si dovrebbe. Ed è per questo che ci siamo qui noi. Ah, maledetti Haaland e Kane.
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