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, 20 Dicembre 2022

5+1 libri a tema sport da regalare a Natale


Qualche idea alternativa al solito bagnoschiuma.

"Grazie, Signore, che ci hai dato il calcio" (Sperling & Kupfer) di Fabio Caressa

In un Mondiale senza l’Italia si è fatto un gran parlare di telecronache. Il giornalista e telecronista di Sky Fabio Caressa, a digiuno dal racconto di quelli in Qatar, riesce però a rimettere, su carta, la telecronaca al centro del villaggio. “Grazie Signore che ci hai dato il calcio,” edito da Sperling & Kupfer, è l’incipit di una frase che risuona ancora fresca nelle nostre orecchie. Solidificato nel granito della nostra memoria c’è anche il quadruplo Campioni del Mondo della finale di Berlino 2006 ma resta più iconica quella dopo la semifinale: “Chiudi la valigia, Beppe: andiamo a Berlino!”. Nessuna offesa alla religione nel titolo del libro perché, come spiega l’autore, è un legame che arriva da lontano: “Da bambino, quando entravo allo stadio, mi facevo il segno della croce come quando entravo in chiesa. Senza essere blasfemo, per me la mistica era la stessa”.

Per la stessa mistica gli stadi diventano tempio e il collega commentatore diventa un tutt’uno con cui interagire. Il libro disegna quasi fedelmente la “vita di coppia” (Bergomi ha pure scritto la prefazione). Telecronista e commentatore tecnico con un Mondiale e un Europeo vinti sono un palmares invidiabile per chiunque. Per un telecronista credo ancora di più, soprattutto se la sua voce azzecca la frase per celebrare i successi della Nazionale Italiana.

"Cuore puro" (Giunti) di Roberto Saviano

Basta seguire il rimbalzo di un Super Santos per entrare nel mondo di Roberto Saviano. Con la sua dialettica applicata al calcio di strada, lo scrittore di Roberto Saviano ti porta fra i palazzi dello spaccio. Te li fa vedere con gli occhi di Dario, Giovanni, Giuseppe e Rino. Questi quattro amici, dediti al gioco perenne nel cortile, vivono giornate intere appresso al pallone in quella che è soprattutto una piazza di spaccio. Il sogno e l’incubo convivono tragicamente, il delinquente a capo del giro diventa talent scout di giovani calciatori, ma il talento che pretende lui non riguarda rovesciate o parate.

Il peso del Super Santos è quello perfetto per chi ha giocato in strada e conosceva le inaffidabili traiettorie del Super Tele o l’estrema delicatezza del Tango. Il peso che si percepisce nel racconto di Saviano è quello che avvolge il campetto improvvisato fra i palazzi, che stritola la gioventù e ammazza i sogni. Una tribuna che si popola di allenatori, osservatori, direttori sportivi senza scrupoli, come nel calcio, ma il loro business è ben diverso e invece che stroncare carriere stronca vite.

"Qatar 2022, i mondiali dello sfruttamento" (Infinito edizioni) di Riccardo Noury

“Terminati i mondiali di calcio del Qatar, gli otto stadi che hanno ospitato le partite saranno destinati ad altro uso, ridimensionati, rimodellati o smontati. Dagli stessi lavoratori migranti che li avevano costruiti o meglio da quelli che sono sopravvissuti alla loro costruzione”. Scrivendo questo mentre Lionel Messi alzava la Coppa del Mondo (con indosso il Bhist!!!), Riccardo Noury potrebbe già iniziare a scrivere il secondo capitolo del suo libro-denuncia sulla 22esima edizione dei Campionati Mondiali di Calcio.

Il portavoce di Amnesty International Italia raccoglie nell’agile “Qatar 2022, i mondiali dello sfruttamento” (Infinito edizioni) il meglio (che poi è il peggio) delle denunce portate avanti nell’ultimo decennio e che hanno riguardato il post-assegnazione, ossia la programmazione, la messa in opera e infine messa in scena di un mondiale immorale. Gli strascichi che lascia potrebbero avere lo stesso colore della scia iniziale descritta nel libro, rosso sangue.

"Le nuove guerre del calcio. Gli affari delle corporation e la rivolta dei tifosi" (Feltrinelli) di Marco Bellinazzo

Dall’assegnazione dei Mondiali al Qatar a ciò che sarà il calcio fra 10 anni. Il giornalista del Sole 24 Ore Marco Bellinazzo sembra leggere il futuro nella sfera di cuoio. “Le nuove guerre del calcio. Gli affari delle corporation e la rivolta dei tifosi”, edito da Feltrinelli, parte da basi antiche, e per farlo non occorre andare al secolo scorso ma basta appena un decennio per trovare i segnali delle guerre, economiche, che stanno bombardando il nostro calcio. L’emblematica premiazione che Lionel Messi ha subìto per mani dell’emiro Tamim bin Hamad Al Thani, complice la Fifa, sintetizza come il potere può coprire qualsiasi cosa anche quelle che un tempo erano considerate sacre.

(Foto: EPA/Tolga Bozoglu)

I tifosi sono l’anello debole di questa catena, soprattutto i romantici che ancora ricordano i tempi in cui la maglia, lo stadio, il campione che risponde alla “sua” gente erano simboli inviolabili mentre quello che ci aspetta, secondo Bellinazzo, guarda solo al business, economico e politico. Per non riprendere il titolo bellico di questo libro, potremmo dire che la partita che si gioca fuori dal campo coinvolge interi Paesi e sconvolgerà gli equilibri mondiali.

"Atlante sentimentale del goal, le cinquanta reti che hanno fatto la storia della Coppa del Mondo" (Bordeaux Edizioni) di Luca Todarello

Ci sono nel calcio dei momenti che sono esclusivamente poetici: si tratta dei momenti del goal”. scrisse Pier Paolo Pasolini ne “Il mio calcio”. Sono proprio delle piccole poesie quelle che usa Luca Todarello per ricordarci i 50 goal che, secondo lui, sono i più belli delle 21 edizioni Mondiali disputatesi prima di quella in Qatar. A fianco a questi piccoli ma pregiati ritratti, un’illustrazione, opera di Chiara Bilei che con la stessa delicatezza ci sposta avanti e indietro nel tempo, dal 1930 al 2018.

L’esteriorità di una prodezza ma anche l’importanza, il prestigio del marcatore, il contesto, sono gli ingredienti di valutazione che determinano questa classifica. Ce n’è un’altra, per cultori della materia, che elenca i più grandi campioni che, incredibilmente, non sono riusciti a mettere la loro firma ai Campionati del Mondo. Anche in questo capitolo finale, c’è l’epica di uno sport, il calcio, e di una competizione, il Mondiale, che può essere allo stesso tempo gloria e dannazione.

"Portieri & mondiali. Storie di numeri uno dal 1930 ad oggi" (Urbone publishing) di Massimiliano Lucchetti

L’ultima edizione dei campionati del Mondo e degli Europei si sono concluse ai calci di rigore. Un momento, quello della famosa “lotteria” che ci permette più di altri di indossare i guantoni e guardare il campo dalla visuale del numero 1.

Massimiliano Lucchetti ci mette letteralmente in porta perché è stato portiere e porta avanti quasi una crociata per evidenziare l’importanza di un ruolo che si svolge all’interno dell’area di rigore. Un portiere cammina sempre sull’orlo di un baratro, sottile come la linea di porta, un confine tra gloria e infamia. Una carriere che vive di episodi che possono trasformare un campione in brocco e viceversa ma, forse, la vera considerazione è che non vengono tributati i giusti meriti ai portieri. Chi ricorderà fra 20 anni la parata in spaccata di Emiliano Martinez sul destro di Kolo Muani e che ha portato l’Argentina ai rigori con la Francia? Massimiliano Lucchetti, autore di un vero dizionario antologico dei portieri, sicuramente sì.


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