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16 Dicembre 2022

Marracash, l'icona


Oltre che king del rap italiano, Marracash è diventato un'icona culturale.


Marracash è un tipo silenzioso. O almeno, questa è una delle poche cose che posso immaginare di lui. Se non narrasse di sé nei dischi non sapremmo niente della sua vita, la sua presenza sulla scena si limita al minimo indispensabile. Quando un anno fa aveva annunciato l'uscita di Noi, Loro, Gli Altri era stato con un laconico post su Instagram: «Domani, un'ora dopo la mezzanotte, esce il mio disco».

Nell'era del social marketing, di artisti «sempre più simili ad influencer», costretti a trollare ogni volta più profondamente per poi ricordarti a margine, ma proprio se non possono farne a meno, che fanno anche musica, Marra si racconta attraverso il silenzio. Un silenzio che rimane ingombrante, però, una tacita assenza fissa come uno scoglio nel fiume eracliteo della musica italiana. A inizio anno Noyz Narcos aveva detto di invidiarlo: «Ha avuto degli anni in cui è sparito, non so come cazzo ha fatto. L'ho apprezzato molto, il silenzio è importante».

L'aura misteriosa che si genera intorno a Marra proprio grazie a questa narrazione che definirei "di sottrazione" trova il suo apice nel momento dell'uscita di nuovi singoli, dove la promozione è lasciata agli ascoltatori e alla loro immedesimazione nella musica, come è accaduto il 9 dicembre con Importante (pubblicato in Noi, Loro, Gli Altri - Deluxe). Un testo che, partendo dal campionamento di un successo di Mina, diventa cupo e raffinato dal punto di vista letterario, in cui gli avvenimenti sono scanditi dal topos della pioggia come «dolce richiamo» da cui «non c'è riparo». Una tempesta depressiva e allo stesso tempo catartica, che per citare Marra stesso: «ti lava via i pensieri».

Non ci saremmo persi in fretta, poi
(Il cielo piange e piove dalle nostre facce)
Non puoi (Non puoi)
Nascondere a te stessa ciò che vuoi (L'importante)

[Importante, 2022]

Nonostante sia immerso completamente nell'universo del rap italiano con decine di collaborazioni, tanto che prima di Persona era diventato quasi un meme il fatto che nei featuring spaccasse più che nelle sue canzoni, Marracash sembra oggi un pianeta a sé stante, capace come il tesseract in Insterstellar di sputarci in faccia la sofferenza, il mistero, la noia, l'amore. Marracash che trascende generi e stili; Marracash che racconta i suoi dubbi esistenziali ("Non temo la morte / ho paura di non vivere") e il suo materialismo spicciolo ("L'auto si guida da sola / posso spingerglielo in gola"); Marracash libero da ogni sovrastruttura e prigione espressiva.

L'MC innovativo, le perle che scrivo, non perdere il filo
Il vuoto nell'Io, il vuoto nel frigo
La verve anti-divo, l'autoironia e il sorriso
Non sono mai solo rime: io, zio, mi esprimo

[Tutto Questo, 2008]

Come ha scritto Stefano Piri su Esquire a proposito del live di Marra al Forum di Assago questo settembre: «Forse la parte più interessante della sua carriera inizia adesso. A guardarlo c'è da pensare che forse il punto più estremo del successo può assomigliare all'anonimato totale, che lassù c'è di nuovo la libertà totale, l'integrità artistica, perfino l'innocenza».

A ottobre Marracash ha vinto il Premio Tenco per il miglior album, e in un'intervista gli avevano chiesto se si considerasse un pioniere a portare il rap nella casa della canzone d'autore. Lui ha risposto di sì: «Sono il primo interno [a vincere, ndr] e benvisto dalla scena hip hop. Questo premio mette fine al mio senso di frustrazione, la critica mi ha a lungo ignorato». Questa pace interiore, raggiunta da Marra rivoluzionando lo storytelling del rap italiano e adattandolo alla propria scrittura, è al centro di Importante.

Per me essere forti è potersi mostrare deboli
Reciti
Io ho imparato a scrivere leggendomi
[Importante, 2022]

L'autore di epitomi del dolore come Crudelia e Dubbi sta davvero trovando un appiglio alle asperità e all'insensatezza della vita? In un'intervista a Rolling Stone, Guè aveva detto: «È stato capace di far riconoscere la sua arte anche in ambienti culturalmente molto alti. [...] È tutta la vita che cerca di dimostrare come un ragazzo di quartiere possa essere un intellettuale, uno scrittore, un poeta. Ce l'ha fatta. A me questa cosa non è mai riuscita, forse perché sono sempre stato più controverso».

Da ragazzo ho letto Dante, l’inferno pazzo dietro ogni passo
Ora rappo sulla Techno per contrappasso

[D. O. G. O., 2006]

Non possiamo più trascurare l'influenza speculativa della sua musica, e il rovesciamento dell'ordine delle cose sta proprio qui: la figura di Marracash è ormai quella di un intellettuale prestato al rap. La parte di critica che vedeva il rap come mero genere materialista, buono per i ragazzini, ha dovuto iniziare a prenderlo sul serio. In quest'anno di Noi, Loro, Gli Altri il pubblico ha smesso di vedere in Marra un rapper che prova a fare l'intellettuale, la sua trasformazione in un fine critico della contemporaneità è stata invisibile.

Con tracce intime, che scandiscono ricordi infantili e l'innocenza perduta, come Noi e Crazy Love, attraverso invettive crude contro la cancel culture e il politicamente corretto come Cosplayer, o ancora in riflessioni esistenziali come Io, Marra ha rimesso al centro del pop italiano la vena poetica, l'espressione di sé e del proprio vissuto, l'innocenza dell'autoanalisi. Il tutto senza dover ricorrere ai dissing o a provocazioni gangsta: le riflessioni di Marra nascono e muoiono nella sua arte.

Soffocati gli idealismi, condannati a non capirci
Forse questo, forse
Siamo solo più egoisti, forse un cane e niente figli
Forse niente ha senso
Censuri un film in cui eravamo razzisti, ma eravamo razzisti
Imparare dal passato e non bruciarlo come i nazi con i libri

[Io, 2021]

Se Persona era il volto della crisi umana di Fabio Rizzo, una crisi affrontata solo attraverso una introspezione nuova per gli standard del rap italiano nel mainstream, con i beat metafisici di Zef e Marz in Noi, Loro, Gli Altri (svariano dal pop di Crazy Love all'emo di Gli Altri, al punk/rock di Cosplayer) abbiamo ritrovato Marracash più in forma che mai. Il cinismo contro le ipocrisie social – oltre che sociali – ha scatenato il suo alter ego in Cosplayer ("Dio mi salvi dalle commedie, dai cosplayer / da chi sposa la causa solo quando gli conviene"), e non è un caso che alla fine del disco, in Cliffhanger, sia proprio Marracash a dire: "Mi sono ripreso / Okay, sono pronto".

Da te che inizi col rap perché va tra i generi
Ma poi ci molli come Phil Collins coi Genesis (uah)

La popstar con gli occhi lucidi per il decreto?
Vade retro, ritorna dal tuo creator
Emo senza emo, il Joker di Jared Leto

[Cosplayer, 2021]

Il primo rapper a diventare pop senza esserlo. Riflettendoci non è così assurdo rintracciare nel nuovo Marracash, quello post Santeria per intenderci, un'influenza sulla scena, del rap ma non solo, paragonabile a quella di un'icona culturale, un artista a cui non serve essere una presenza fissa nelle storie di Instagram o nei trend di Tik Tok per cambiare le carte del game. Il 10 dicembre Marra ha annunciato il suo primo Festival, Marrageddon, che si terrà a Milano e Napoli – definite «le capitali del rap italiano» – a settembre 2023. Quale altro rapper, ma dicendola tutta anche quale altro cantautore o interprete, gode di un fascino così potente sul pubblico generalista?

Nessun altro rapper o cantautore ha avuto la sua lucidità nel cantare la drammatica complessità dell'uomo isolato post-pandemia, la polarizzazione del dibattito sociale.

Non è che voglia incoronare Marra: innanzitutto non ne avrebbe bisogno lui, e poi credo che ricalcare l'ennesimo stereotipo machista di un genere già ampiamente criticato per alcuni dei suoi stilemi non sarebbe molto utile. Trovo però interessante che oltre all'aspetto estetico e performativo della sua icona ("Mezzo palo da Adidas / non ero neanche sudato"), l'influenza di Marracash nella musica sia ancora predominante. Basta pensare a lavori come Eclissi di Gemitaiz (in cui, ironia della sorte, sono contenuti questi versi cantati da Marra: "Dopo Persona / tutti con il disco personale") o a Vita Vera mixtape di Tedua, due dischi introspettivi che hanno trovato ampio riscontro nel pubblico grazie al solco tracciato dallo shock sul mercato di Persona, per rendersi conto della portata della rivoluzione di Marracash.

E tu sei sempre stato esagerato, nel party, nel farti
Nel far sì che ti amassero da tutti quanti
Scommetto che fai ancora il guappo
In fondo siamo sempre stati due giocatori d'azzardo
[Noi, 2021]

Intendiamoci, non è che artisti già affermati come Gem e Tedua si siano snaturati: il modo in cui Marracash ha reso popolare il rap attraverso una narrazione conscious – una narrazione fatta in larga parte di silenzi – era già diffusa nei meandri del genere. Ci fu già una prima crociata, combattuta in prima linea da Fabri Fibra e dai Club Dogo, per portare il rap a essere capito e ascoltato da tutti (Come disse Fibra: «Io voglio sempre fare Fenomeno o Propaganda, perché apri la radio. Costringi il mainstream, che ci odia, a dover parlare di noi»), e possiamo vedere in Marrcash se non il loro erede (ha solo tre anni in meno di Fibra ed è più vecchio di Guè), il fattore di entropia che ha ricaricato l'espansione dell'hip hop in Italia.

Le sue rime emotivamente affilate hanno cambiato la percezione del rap in Italia. In quell'intervista a Rolling Stone, Guè continuava così: «Insomma, per tutti questi motivi tra me e Marra non c'è gara: tra noi due ha vinto lui». Anche se una parte di me vorrebbe rispondere come ha fatto Marra stesso a Esse, dicendo che non c'è nessuna gara e che entrambi hanno vinto nei loro codici espressivi, è difficile farlo davvero, senza ammettere che nessuno ha avuto l'impatto di Marracash in Italia negli ultimi anni. Nel rap, malgrado il rap, oltre il rap.


  • Nato a Giugliano (NA) nel 2000. Appassionato di film, di tennis e delle cose più disparate. Scrive di calcio perché crede nella santità di Diego Maradona. Nel tempo libero studia per diventare ingegnere.

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