Mondiale 2022: guida al Camerun
Una nazionale molto diversa da quella ricca di talento che abbiamo conosciuto in altre edizioni del Mondiale.
Le condotte criminali intorno al mondiale in Qatar sono note a tutti. Sportellate ha deciso che così come non ha mai rinunciato a raccontare questi aspetti oscuri, allo stesso modo fornirà anche il racconto sportivo di quanto accadrà sul campo. È un modo per offrire un'informazione completa a 360°. Abbiamo approfondito le ragioni della nostra scelta in questo post.
Metti nella stessa frase le parole "calcio" e "Africa" e la prima associazione, inevitabilmente, è il Camerun. Una nazionale tra le più vincenti in Coppa d'Africa (con 5 successi è seconda solo all'Egitto, con 7) e che ai Mondiali vanta il record di prima squadra africana a concludere il torneo da imbattuta (nel 1982, quando solo un gol in più segnato dall'Italia estromise N'Kono e soci dal torneo) e a raggiungere i quarti di finale, a Italia '90. Il trascinatore di quel Mondiale, Roger Milla, a 38 anni già compiuti non avrebbe dovuto nemmeno partecipare alla spedizione italiana, avendo dato l'addio alla Nazionale nel 1988. Per convincerlo intervenne addirittura l'allora presidente camerunese, Paul Biya.
Una precisazione, quell'"allora", a dire il vero è inutile, visto che Biya guida ancora oggi la nazione africana, come fa ininterrottamente dal 1982.
La Rosa
Milla, Nkono, Song, Foé, Mboma, Eto'o: sono solo alcuni dei fuoriclasse assoluti ad aver vestito la maglia dei "Leoni Indomabili". Non a caso il Camerun è la nazione ad aver avuto tra le sue fila il maggior numero di Palloni d'oro africani (ben 11). I tempi, tuttavia, sono cambiati: lo sa bene il c.t. Rigobert Song, chiamato nel delicato compito di costruire una nazionale magari priva di campionissimi, ma compatta e rognosa da affrontare.
Durante tutto il lunghissimo percorso di qualificazione per Qatar 2022, i Leoni indomabili non hanno mai - salvo per qualche esperimento passeggero - derogato dalla difesa a 4: davanti al neo-interista Onana c'è una linea composta da Fai e Nouhou sulle fasce (rispettivamente destra e sinistra), e dai centrali Ngadeu e Castelletto, con poche speranze per la vecchia conoscenza della Serie A N'koulou di farsi spazio.
Anche in mezzo i giochi sono praticamente fatti, con Oumar Gouet, Zambo Anguissa e Hongla praticamente certi del posto. Particolarmente interessante sarà la posizione del mediano in forza al Verona: se schierato come mezzala infatti il modulo sarà un 4-3-3 con Moumi Ngambaleu e l'attaccante del Lione Toko Ekambi (autore dei gol decisivi per la qualificazione contro Costa d'Avorio e Algeria) ai lati della vecchia volpe Aboubakar; viceversa con Hongla largo in fascia Song può passare a un 4-4-2 che permetta la coesistenza di Aboubakar con Eric Maxim Choupo-Moting.
Una squadra, quella varata da Song, non ricchissima di quel talento che fa stropicciare gli occhi, ma decisamente nerboruta dalla cintola in giù, e soprattutto molto attenta: a confermare tale impressione arrivano i numeri emersi durante le sei gare del girone di qualificazione africano, vinto con 15 punti (un'unica sconfitta giunta contro l'altra grande squadra del raggruppamento, la Costa d'Avorio), frutto di 12 gol segnati e solo 3 reti subite, anche grazie alle parate salva risultato di Onana. Tuttavia, la retroguardia non è esente da svarioni pesantissimi: guardate come Ngadeu perde ingenuamente palla al primo accenno di pressing da parte di Slimani, nel video qua sotto:
A questo si contrappone una fase offensiva semplice, ma brutale: le speranze di gol dei Leoni Indomabili passano quasi tutte da veloci azioni di ripartenza, ma non mancano occasioni in cui la squadra mostra un'immediata riaggressione in posizioni molto avanzate del campo come nel caso del gol di Toko Ekambi contro la Costa d'Avorio. In generale, però, il peso della fase realizzativa degli uomini di Song è tutto sulle spalle delle due stelle Toko Ekambi e Aboubakar, entrambi probabilmente all'ultimo, grande appuntamento mondiale con la maglia del Camerun.
Il pronostico
Inserito nel girone G, quello comprendente Brasile, Serbia e Svizzera, il Camerun sembra il manzoniano vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro. Nel calcio nulla è impossibile, sia chiaro: ma dover affrontare una delle favorite assolute per la conquista del titolo, una squadra solida capace di eliminare nelle qualificazioni l'italia e una squadra che può schierare tra gli altri uno dei migliori centrocampisti del vecchio continente è un'impresa decisamente ostica per un Camerun che, ora come ora, è ancora un cantiere aperto e perciò dannatamente fragile quando il gioco si fa più duro. A Song non resta che sperare in una serie di prestazioni mostruose dei suoi uomini migliori: se Onana abbassa la saracinesca, Anguissa gioca sui livelli di questa prima parte di Serie A e Toko Ekambi eredita il tocco magico che guidò Milla 32 anni fa, allora il passaggio del turno potrebbe essere fattibile. Ma appunto, i "se" sono decisamente troppi per sperare realisticamente in qualcosa di più di una bella figura.
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