Considerazioni sparse post Marocco-Croazia (0-0)
Ritmo e intensità, ma manca il gol: per il Marocco quasi una vittoria, per la Croazia praticamente una sconfitta.
- Nessun colpo di scena negli undici iniziali: Lovren e Vlasic vincono i rispettivi ballottaggi, mentre Sabiri e Cheddira sono i preventivati "sacrificati" da Regragui. La prima occasione della gara, il sinistro da fuori di Perisic, rischia di trarre in inganno: il possesso è gestito dei palleggiatori croati, ma la densità marocchina non consente ai biancorossi di innescare gli attaccanti di Dalic. L'intensità dei Leone dell'Atlante è notevole: le sovrapposizioni interne di Hakimi sono di difficile lettura, anche se non portano mai Livakovic a dover intervenire. Non si scopre certo oggi la qualità del centrocampo croato, ma il movimento di Brozovic, Modric e Kovacic è fine a sé stesso: l'altezza variabile della prima linea di pressione marocchina non permette mai alla Croazia di giocare al suo ritmo. Il crepuscolo del tempo è l'unico momento in cui gli europei riescono a trovare impreparata la difesa africana: la gran parata di Bono su Vlasic e il sinistro di Modric un soffio alto sono il primo segnale d'allarme per gli uomini di Regragui;
- "Si incendia l'Al Bayt": la frase di Stramaccioni non potrebbe rappresentare meglio l'inizio di secondo tempo. Mazraoui da una parte, il miracolo in mischia di Bono e Amrabat dall'altra aumentano i giri del motore della partita. Col passare dei minuti sembra di annusare sempre più da vicino l'aroma speziato dei bazar di Casablanca e Rabat: le folate di Hakimi sobillano i Leoni dell'Atlante. L'ingresso di Pasalic e Livaja fanno posizionare le tende croate nella trequarti marocchina, ma la maggiore fisicità degli europei non si concretizza. Il già equilibrato gruppo F sarà ancor più emozionante dopo questo pareggio: preparate bocadillos e kukuruzna zlevka, ci sarà da divertirsi;
- In una partita dove sarà richiesto un possesso del pallone maggiore, due terzini di piede destro e due centrali difensivi mancini rischiano di essere limitanti, ma l'organizzazione di fase di pressing e gegenpressing orchestrata dal ct Regragui nei primi 45' è ai limiti della perfezione. Per la strategia impostata, la cerniera di centrocampo Onuahi-Amrabat-Amallah adempie perfettamente ai compiti. Ziyech e Boufal, sulla carta gli epicentri tecnici, si sacrificano con grandissima abnegazione, ma i loro guizzi sono così sopiti;
- Avere quel terzetto di centrocampo e non riuscire a dominare la metà campo offensiva sarà un punto fondamentale per il prosieguo del cammino della Croazia a Qatar 2022. Kramaric è ectoplasmatico, Vlasic spreca l'unico pallone pulito che riesce a racimolare. Il solo Perisic, compensando lo spaesato Sosa, garantisce atletismo e dinamismo, ma nella prima frazione non basta a creare scompiglio;
- Permettiamoci una critica, il più costruttiva possibile: Dario Di Gennaro è grandissimo telecronista della pallanuoto, l'accoppiata con Postiglione è da brividi, ma qualche ripetizione sulla pronuncia dei cognomi marocchini non sarebbe guastata. Ci correggano, nel caso, gli amici del Maghreb. A fare da contraltare, trovate qualcuno nella vostra vita che vi adori come Andrea Stramaccioni disserta per il calcio arabo e potrete dirvi realizzati.
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