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, 18 Novembre 2022

Mondiale 2022: guida al Ghana


Il Ghana ha poche possibilità di passare il turno, ma ha una rosa molto giovane e molto talentuosa, a cui il Mondiale servirà da esperienza.


Le condotte criminali intorno al mondiale in Qatar sono note a tutti. Sportellate ha deciso che così come non ha mai rinunciato a raccontare questi aspetti oscuri, allo stesso modo fornirà anche il racconto sportivo di quanto accadrà sul campo. È un modo per offrire un'informazione completa a 360°. Abbiamo approfondito le ragioni della nostra scelta in questo post.


Dopo la mancata qualificazione a Russia 2018, il Ghana ha ottenuto il pass per il Qatar un po' a sorpresa, battendo la Nigeria ai play-off dello scorso marzo (0-0 in casa e 1-1 in trasferta). A sorpresa perché era difficile immaginare che il Ghana uscito a pezzi dalla Coppa d'Africa di gennaio e impelagato in una fase calante della propria storia potesse avere la meglio della Nigeria, una squadra che al contrario in Coppa d'Africa era sembrata in forma e composta da diversi giocatori in ascesa - Osimhen, Lookman, Awoniyi, Bassey, Iheanacho.

Il Ghana era uscito così male dalla Coppa d'Africa (un solo punto nel girone, sconfitta anche contro le esordienti Comore) che aveva esonerato seduta stante il precedente CT Milovan Rajevic. Al suo posto è stato chiamato Otto Addo, ex centrocampista offensivo della nazionale a cavallo tra gli anni '90 e i 2000. Il terzo CT in meno di tre anni a sedersi sulla panchina delle Black Stars.

Addo, 47 anni, è un ghanese-tedesco nato e cresciuto in Germania, dove ha vissuto l'intera sua carriera calcistica tra giocatore e preparatore. Prima di avere l'incarico di CT è stato per un semestre il vice allenatore di Terzic al Borussia Dortmund. Con il club tedesco è ancora sotto contratto come talent manager: un ruolo che quindi svolge in contemporanea a quello di CT ghanese.

Addo ha già partecipato a un Mondiale con il Ghana, quando era ancora un calciatore, a Germania 2006. Era la prima partecipazione iridata delle Black Star e con una rosa ricca di calciatori di qualità come Essien, Gyan, Kuffour, Muntari e Appiah il Ghana vinse due partite nel girone contro Repubblica Ceca e USA e si qualificò agli ottavi per essere infine eliminata dal Brasile. Più che il Mondiale di Germania, però, questo in Qatar riporterà alla mente di tutto il popolo ghanese un altro mondiale, quello di Sudafrica 2010: tra le avversarie del Girone E il Ghana affronterà l'Uruguay, in una riproposizione di quell'indimenticabile quarto di finale del mondiale sudafricano che tutti ricorderanno. L'1-1 che regge per tutti i supplementari, Suarez che al 120' para con le mani un gol praticamente fatto del Ghana, Gyan che calcia il conseguente rigore sulla traversa, la sconfitta della nazionale africana ai rigori quando la semifinale sembrava cosa fatta.

Oggi il Ghana è diversissimo da allora, ma in fondo è anche questo il bello dei mondiali: la capacità di rievocare, immutato, il significato di una partita anche a molte generazioni di distanza. Un significato che si accresce grazie proprio alla rarità delle sfide, ai lunghi anni di vuoto tra una partita e l'altra. Un significato che ripetizioni troppo frequenti, invece, annacquerebbero.

La rosa

A proposito di Sudafrica 2010, nonostante le voci delle scorse settimane, in Qatar non ci sarà Asamoah Gyan. E non ci saranno nemmeno giocatori della nostra Serie A.

La difesa presenta giocatori ruvidi e rocciosi come Salisu, in forza al Southampton, Amartey del Leicester e Aidoo, centrale del Celta Vigo. A centrocampo si staglia su tutti il nome di Thomas Partey, perno dell'Arsenal e storico condottiero anche della Nazionale ghanese. Da centrocampo in avanti la situazione si fa indubbiamente più gustosa e interessante: poco meno di due mesi fa il Ghana ha fatto esordire Inaki Williams, attaccante dell'Athletic Bilbao e fratello maggiore di quel Nico Williams già nel giro della selezione maggiore spagnola.

Pur non essendo un autentico goleador, le caratteristiche di Inaki si fondono perfettamente con l'esplosività e la tecnica dei tanti talenti presenti nel settore offensivo. Kudus dell'Ajax è ormai una certezza anche in campo internazionale, mentre Sulemana del Rennes (classe 2002) è uno di quei talenti ancora grezzi ma di grandi prospettive, che sembrano fatti apposta per esplodere davanti al globo intero in una vetrina come il Mondiale. Un talento interessante ma ancora misterioso è quello di Issahaku Fatawu, un'aletta di 18 anni in forza allo Sporting CP. A loro si aggiungono naturalmente i due figli di Abedi Pele: gli storici fratelli Jordan e Andre Ayew, quest'ultimo capitano della squadra.

Sulla base delle 9 partite finora allenate da Addo si direbbe che il CT schiererà la squadra con un 4-3-3 tendente al 4-2-3-1, come mostrato anche nell'ultima amichevole pre-mondiale contro la Svizzera - una sorprendente vittoria per 2-0. A determinare la fluidità tra i due moduli è il movimento in verticale della mezzala/trequartista più offensiva, che con tutta probabilità sarà Kudus, o in alternativa Andre Ayew. Il trio di centrocampo è completato dal duo Partey-Abdul Samed, un doble pivote a protezione del blocco centrale. Abdul Samed è uno dei giovani più interessanti della rosa: un mediano ordinato e pulito, che tocca molti palloni e li distribuisce con uno stile minimale ma sicuro (91.3% di precisione passaggi nell'ultimo anno). Ha 22 anni e ha esordito in nazionale proprio nell'ultima amichevole con la Svizzera. Gioca in Francia, nel sorprendente Lens 2° in classifica, e con Seko Fofana forma una delle cerniere di mediani più interessanti della Ligue 1.

"Sabbia" è un podcast in quattro episodi scritto e realizzato da Sportellate. Un progetto nato con l'obiettivo di descrivere le fondamenta criminali su cui poggiano - tanto metaforicamente quanto letteralmente - gli stadi di Qatar 2022. Online dal 14 novembre su tutte le piattaforme di streaming podcast.

Davanti il tridente è piuttosto mobile: tutti i giocatori possono giocare come punta o sull'esterno. Probabilmente partirà Williams punta centrale, con Jordan Ayew a sinistra e Fatawu a destra, ma dietro di loro scalpitano tutta una serie di trequartisti molto duttili: dal capitano Andre Ayew a Sulemana, da Semenyo - 8 gol e 12 assist l'anno scorso in Championship col Bristol City - a Kamal Sowah - 2 gol in Champions League quest'anno nel sorprendente Brugge che ha vinto il girone davanti a Porto, Leverkusen e Atletico Madrid. In difesa il profilo forse più interessante è Tariq Lamptey, 22enne terzino destro del Brighton di De Zerbi, cresciuto al Chelsea che forse lo ha lasciato andare troppo presto.

Il pronostico

Senza troppi giri di parole: il Girone H con Portogallo, Uruguay e Corea del Sud sembra insormontabile per il Ghana. La nazionale di Addo è una squadra molto giovane, e sembra poter ambire semmai a regalare alcuni sprazzi di bellezza e di freschezza coi suoi talenti più eccitanti.

Oggi il Ghana sta ancora vivendo quel lungo ricambio generazionale iniziato dopo la fine della generazione-2010, e ha perso lo scettro di potenza africana che aveva un tempo. La ricostruzione sembra andare nella direzione giusta però: la giovane rosa che si presenta in Qatar è zeppa di talenti futuribili, che potrebbero presto cominciare un nuovo ciclo soddisfacente. Questo Mondiale sembra allora poter essere il rodaggio per il Ghana dei prossimi anni, nell'attesa che il talento di potenziali crack come Sulemana, Kudus e Salisu si schiuda definitivamente.


  • 26 anni a base di fùtbol, racchette e capitali del mondo. Contro gli anglicismi inutili.

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