, 15 Novembre 2022
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Mondiale 2022: guida al Brasile


Il Brasile arriva in Qatar in piena forma e con l'unico obiettivo di vincere il sesto titolo.


Le condotte criminali intorno al mondiale in Qatar sono note a tutti. Sportellate ha deciso che così come non ha mai rinunciato a raccontare questi aspetti oscuri, allo stesso modo fornirà anche il racconto sportivo di quanto accadrà sul campo. È un modo per offrire un'informazione completa a 360°. Abbiamo approfondito le ragioni della nostra scelta in questo post.


Al Mondiale probabilmente più discusso della storia, il Brasile ci arriva da numero 1 del ranking FIFA e con la fiducia alle stelle. Alcune ragioni, in ordine sparso: la grande amalgama creata dal commissario tecnico Adenor Leonardo Bacchi, meglio conosciuto come Tite (detto anche "Il Professore", per via della laurea in Scienze Motorie), il periodo di piena maturità calcistica in cui si trovano i suoi campioni, il brillante e convincente percorso di qualificazione affrontato.

Il Brasile ha chiuso il girone unico sudamericano da imbattuto e davanti ai rivali di sempre dell’Argentina. Ha registrato il miglior attacco (40 gol) e la miglior difesa (5 gol). Il ruolino di 14 vittorie e 3 pareggi è stato "sporcato" solo dalla partita-farsa contro la Selecciòn del 5 settembre 2021, durata solo 6 minuti e mai più ripresa a causa dell’intervento delle autorità sanitarie brasiliane. Quattro giocatori argentini provenienti dalla Premier League non avevano rispettato, secondo le autorità, il periodo di quarantena previsto per chi veniva dal Regno Unito. L'episodio, comunque, non ha influito sul cammino delle due nazionali, entrambe qualificate comodamente al Mondiale (per questo non è mai stato necessario recuperare la partita).

C'è un dato che sottolinea la qualità diffusa del Brasile, il suo essere una squadra corale, con una vasta gamma di soluzioni e tutte di qualità da cui attingere: nelle 17 partite di qualificazione, ben 17 giocatori diversi hanno segnato almeno un gol.

Tra tutti comunque il trascinatore indiscusso è stato Neymar Jr, autore di 16 contribuzioni (8 gol e 8 assist).

La rosa

Chiaramente il 10 del PSG è la stella della rosa. Un giocatore perennemente intrappolato in uno strano limbo di contraddizione: da una parte l'immagine del Neymar funambolo, calciatore lunatico e incostante; dall'altra il Neymar che ha segnato 74 gol in nazionale, solo tre in meno del record fissato da Pelè. Intorno a Neymar, comunque, il Brasile ha una quantità di talenti smisurata e la qualità della rosa è alta fino alle sue estreme propaggini.

A cominciare dai portieri, dove coesistono Alisson Becker ed Ederson, due dei portieri migliori al mondo, da anni titolari nelle due migliori squadre della Premier League recente. Tite finora ha puntato quasi sempre su Alisson, che dovrebbe partire titolare anche al mondiale. Il loro terzo è Weverton, portiere esperto di 34 anni, due volte vincitore della Coppa Libertadores col Palmeiras negli ultimi tre anni.

Nel 4-2-3-1 disegnato dal CT Tite - che, a proposito, ha già annunciato che lascerà la Seleçao dopo il mondiale - altrettanto certa è la coppia di difensori centrali: il capitano Thiago Silva e Marquinhos hanno affinato l'intesa nelle scorse stagioni al PSG e sono i due pilastri inamovibili - e già da tempo - anche del Brasile. Dalla panchina sono pronti a subentrare il campione d'Europa in carica Eder Militao, che può giocare anche terzino destro, e lo juventino Gleison Bremer, notoriamente più adatto alla difesa a 3, che finora ha giocato in nazionale solo 45 minuti nell'amichevole di settembre contro il Ghana.

Più confusa la situazione sulle fasce. A destra è vivo il ballottaggio tra lo juventino Danilo e l'immarcescibile Dani Alves. Questo ha convinto il CT a farsi convocare allenandosi nelle ultime settimane con il Barcellona B. È il calciatore più vincente nella storia del calcio: nel 2021 ha vinto anche le olimpiadi e si presenta in Qatar per vincere l'unico trofeo che ancora gli manca da vincere. Se dovesse farcela, sarebbe il suo 45esimo (!) titolo. Sulla corsia sinistra, invece, si giocano il posto i due Alex della rosa, Sandro e Telles, con il giocatore del Siviglia attualmente in vantaggio nelle gerarchie.

Sabbia è un podcast in quattro episodi scritto e realizzato da Sportellate. Un progetto nato con l'obiettivo di descrivere le fondamenta criminali su cui poggiano - tanto metaforicamente quanto letteralmente - gli stadi di Qatar 2022. Online dal 14 novembre su tutte le piattaforme di streaming podcast.

La diga di centrocampo a supporto della talentuosissima trequarti è per per 4/5 griffata Premier League. I due red devils Fred e Casemiro sembrano favoriti su Fabinho e Bruno Guimaraes. Unico giocatore della mediana non proveniente dall'Inghilterra è il tuttofare Everton Ribeiro, convocato a sorpresa come jolly di centrocampo, fresco vincitore della Copa Libertadores col Flamengo.

Davanti a loro si aprono le porte del sambodromo. Neymar, Paquetà, Raphinha, Vinicius Jr, Antony, Rodrygo, Martinelli: in sette per tre posti. O meglio: in sei per due posti, dal momento che Neymar Jr è intoccabile, sull'esterno sinistro o al centro. L'unica punta è Richarlison, che dovrebbe aver pienamente recuperato dall’infortunio muscolare al polpaccio patito lo scorso 15 ottobre contro l’Everton. Anche in quella posizione, comunque, non mancano le alternative di alto livello: dal gunner Gabriel Jesus all’ex Fiorentina, ora la Flamengo, Pedro. Attenzione anche alla soluzione di Neymar falso 9, provato diverse volte nell’ultime uscite pre-Mondiale.

Paquetà, Vinicius Jr e Neymar Jr esultano dopo un gol.

Tanta la qualità del Brasile, alcuni calciatori di livello assoluto sono rimasti fuori. Tra tutti spiccano Gabriel Barbosa, autore del gol vittoria nell’1 a 0 con cui il Flamengo ha regolato l’Athletico Paranaense nell’ultima finale di Copa Libertadores, e Bobby Firmino, factotum offensivo del Liverpool di Klopp.

Il pronostico

Inutile nascondersi: il Brasile è la favorita numero uno per la vittoria in Qatar. Vent'anni e mezzo dopo la trionfale notte di Yokohama, quando sconfisse la Germania grazie alla doppietta di Ronaldo, e dopo le debacle nei Mondiali casalinghi e poi in quelli russi, la Seleção ha la grande occasione per tornare sul tetto del mondo.

Potrà farlo grazie a una rosa di estrema qualità e a un CT esperto e vincente. Dal 2016, anno in cui ha preso la guida della nazionale verde-oro, Tite ha condotto i suoi a un quarto di finale di Coppa del Mondo, perso sfortunatamente contro il Belgio nel 2018, e a due finali di Copa America, una vinta nel 2019 e una persa nel 2021. Ha chiuso al primo posto entrambi i gironi sudamericani di qualificazione al Mondiale a cui ha partecipato.

Il cammino dei Pentacampeões partirà dal gruppo G, girone ostico ma tutt’altro che proibitivo. Affronteranno la Serbia degli “italiani” Vlahovic, Kostic, Ilic, Lukic e dei fratelli Milinkovic-Savic, la Svizzera giustiziera dell’Italia nelle qualificazioni e il ritrovato Camerun. Curiosamente, tutte avversarie affrontate negli ultimi due mondiali: il Camerun nel girone nel 2014, Serbia e Svizzera addirittura nello stesso girone nel 2018.

Se dovesse rispettare le aspettative e vincere il proprio girone, il Brasile troverebbe agli ottavi la seconda classificata del gruppo H composto da Uruguay, Portogallo, Ghana e Corea del Sud. A meno di sorprese, nella stessa parte del tabellone dovrebbero esserci Germania, Spagna e l'Argentina di Messi, che il Brasile potrebbe incontrare in semifinale. Una parte di tabellone piuttosto dura, quindi. In ogni caso, qualsiasi siano gli avversari sul cammino, l'obiettivo del Brasile è esserci il 18 dicembre allo stadio Lusail per la finalissima. 7476 giorni dopo Yokohama, per ripetere la storia e tornare a sorridere insieme a 215 milioni di brasiliani.


  • Fausto Nardone, nato a Verona nel ’93, anno in cui il suo idolo Pinturicchio rinunciò alla tavolozza dei colori per iniziare a dipingere solo in bianco e nero. Tifoso juventino e avellinese grazie (o a causa) di suo padre, adora l’estetica concreta di Guardiola, la variante Ascari di Monza e il rovescio a una mano di Federer. Si guadagna la pagnotta occupandosi di comunicazione e marketing ed extra-sportivamente ama cucinare, viaggiare per ostelli, guardare Cinepanettoni e ascoltare i Red Hot Chili Peppers. Il suo ricordo sportivo più bello? Stagione 2002/2003, campionato di Serie C1, Stadio Partenio-Lombardi: Avellino 3 - Benevento 1.

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