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, 12 Novembre 2022

Considerazioni sparse post Napoli-Udinese (3-2)


La partita di oggi dimostra come in Serie A, ogni match sia difficile e nasconda molte insidie che possono manifestarsi in qualsiasi momento. È la prova che l'Udinese è una squadra vera, coriacea, che merita tutte le attenzioni ricevute finora e anche la sua classifica, ma anche che questo Napoli è una squadra in grado di risolvere tutti i rebus che le si parano davanti.


- È arrivata anche l'ultima prima delle vacanze: non ci sono ancora le luminarie per strada, per colpa del mondiale in Qatar che anticipa di moltissimo le vacanze natalizie, ma la stanchezza è la stessa. Un tour-de-force che ha prosciugato le energie fisiche e mentali di tecnici e calciatori, specialmente quelli impegnati anche nelle coppe europee, che benedicono questa sosta buona per recuperare brillantezza e schiarirsi le idee;

- Bisognava però arrivarci con la migliore classifica possibile: il Napoli lo sa e azzanna la partita come suo solito, costruendo con la solita pazienza certosina la sua partita e concretizzando le occasioni a sua disposizione. Tre gol, arrivati in modi diversi ma sempre frutto di una manovra mai improvvisata che sa coinvolgere ogni effettivo in campo, anzi che ha bisogno di ciascun membro della squadra per essere efficace. Il secondo gol in particolare, arrivato al termine di una combinazione a tre tra Osimhen, Lozano e Zielinski, è una ripartenza da manuale del calcio da far vedere nelle giovanili di tutta Italia;

- In generale sono stati 80 minuti da favola per il Napoli e per il pubblico del Maradona, ormai un tutt'uno con la squadra e capace di dare il meglio di sé ed esaltarsi proprio come fanno i ragazzi vestiti d'azzuro in campo. Poi, però, arrivano gli ultimi dieci minuti: il gol, inaspettato, di Nestorovski e ancor più la magia di Samardzic, hanno rischiato di riaprire una gara che nemmeno il più pessimista avrebbe mai pensato poter sfuggire dal controllo degli azzurri. Un attimo di eccessivo relax, o forse troppa confidenza nei propri mezzi e del proprio lavoro: fatto sta che è proprio su questi dettagli che si decidono partite e campionati, dettagli che quindi non devono mai sfuggire;

- Va però detto che, come in ogni gara, in campo ci vanno anche gli avversari, e quest'Udinese si è dimostrata una rivale davvero ostica, forse una delle più difficili da affrontare per questo Napoli da inizio stagione, di certo una di quelle che dal Maradona ne è uscita meglio. La squadra di Sottil ha tanta organizzazione, tanta corsa, tanta intelligenza, tanto spirito di sacrificio e, a dispetto dei nomi non altisonanti, tanta qualità. Beto, Deulofeu, l'assente Udogie, certamente: ma per il futuro segnate sul taccuino il nome di Lazar Samardzic. Il trequartista tedesco classe 2002, una volta entrato in campo, ha offerto una prova di altissima qualità, dispensando tante giocate intelligenti, mettendo in seria difficoltà uno dei migliori difensori del campionato finora come Kim e realizzando una rete di pregevole fattura. Persino Spalletti, in conferenza stampa post-gara, ha speso parole al miele per il gioiellino dei friuliani...;

- È stata, quella del Maradona, la gara delle manifestazioni: quella del Napoli, all'undicesima vittoria consecutiva in Serie A; quella dell'Udinese, squadra arcigna e temibile per tutte; quella della complessità del calcio, nel quale non esistono partite scontate, neppure quando si vince 3-0 e tutto apparentemente sembra sotto controllo. L'epifania più eclatante però è quella di Victor Osimhen: il nigeriano corre, lotta, fa a sportellate, sale in cielo per il gol che apre le danze, avvia l'azione del raddoppio con un colpo di classe che sembra non essere pienamente nel suo repertorio ma che, sotto la guida di Spalletti, sta pian piano acquisendo, avrebbe diverse occasione per fare altri gol. Oggi, più che mai, il 9 ex Lille si prende la scena come miglior attaccante del campionato. Grandissima partita anche di Elmas, che con un assist e un gol si dimostra degno sostituito di Kvartskhelia; bene anche i soliti Lobotka e Anguissa, pure se quest'ultimo nel finale ha accusato un po' di stanchezza.

  • Nato per puro caso a Caserta nel novembre 1992, si sente napoletano verace e convinto tifoso azzurro. Studia Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II", inizialmente per trovare una "cura" alla "malattia" che lo affligge sin da bambino: il calcio. Non trovandola però, se ne fa una ragione e opta per una "terapia conservativa", decidendo di iniziare a scrivere di calcio e raccontarne le numerose storie. Crede fortemente nel divino, specie se ha il codino.

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