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- di Matteo Tencaioli

Considerazioni sparse post Torino-Milan (2-1)


Uno dei peggiori Milan della gestione Pioli naufraga in casa di un Torino concentratissimo.


- Nonostante non trovi la rete, né partecipi alle azioni dei due goal granata, la prima ora di gioco di Pietro Pellegri è devastante: lotta su ogni pallone come se dovesse far rimpiangere al Milan di non avere creduto in lui fino in fondo e crea da solo tutta la profondità di cui ha bisogno la sua squadra. Dopo un calvario durato quattro anni, fatto di continui infortuni che ne avevano minato la crescita, l'attaccante sembra avere trovato la condizione fisica e la fiducia necessaria per mettere in mostra quelle doti per cui era stato scelto da giovanissimo dal Monaco;

- La notizia del giorno è la sostituzione di Rafa Leao a fine primo tempo. Il portoghese, indubbiamente il giocatore più determinante dalla seconda metà della scorsa stagione, è uno dei pochissimi inamovibili e spesso Pioli gli ha dato fiducia, ripagato, anche dopo primi tempi non proprio irreprensibili. Oggi ha pagato due gravi errori nella prima parte della partita, risultati in qualche modo determinanti per la successiva crescita del Torino, ma resta difficile comprendere la fretta di toglierlo dal campo;

- A proposito dell'allenatore rossonero, è difficile capire anche altre sue scelte fatte stasera, nonostante l'inevitabile pensiero al turno decisivo di Champions di mercoledì prossimo. Rinunciare al "faro" Bennacer contro una squadra tignosa come il Torino è già un rischio di suo, peggio ancora se contemporaneamente si lascia fuori anche Giroud, togliendo di fatto la possibilità di saltare il centrocampo nei momenti di difficoltà, con Pobega in evidente disagio nel centrocampo a due. Non convincono nemmeno i tre cambi effettuati all'intervallo, che paiono fatti con la pancia, più che con la testa. Serata no;

- Da lodare, invece, l'ennesima partita preparata perfettamente da Juric, che a Torino sta facendo le classiche nozze coi fichi secchi. La rosa ha limiti praticamente in ogni reparto, partendo da quello offensivo (troppo leggero) fino al portiere, Vanja Milinkovic-Savic, che ogni tanto pare scordarsi che il suo compito sia stare in porta e anche stasera si è avventurato in un paio di uscite folli, di cui una pagata a caro prezzo, pure condividendo le colpe con Abisso che non aveva fischiato il precedente fallo di Messias su Buongiorno. Ciò nonostante, i granata veleggiano subito dietro il gruppo dei migliori e il merito è dell'allenatore, che ora dovrà scontare un'ingiusta squalifica per avere perso le staffe in occasione del goal subito;

- Dopo un match che ad un certo punto s'è trasformato in una specie di far west, il risultato premia la squadra che ha occupato meglio il campo, soffrendo per una decina di minuti scarsi, per poi vincere praticamente tutti i duelli, in ogni zona del campo. La differenza di atteggiamento e di testa è stata evidente, col Milan che per lunghi tratti è parso proiettato al match "dentro-fuori" col Salisburgo e che ha trovato un pizzico di voglia di reagire solo nel finale, seppure in maniera disordinata. A margine di tutto questo, il Napoli vola con solo quattro punti persi in dodici giornate e staccano i campioni d'Italia di ben sei lunghezze;

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Matteo Tencaioli. Classe 1980, da sempre diviso tra la professione di programmatore e l'amore per il giornalismo. Ama parlare di sport, in particolare di calcio e tennis. Conteso tra lavoro e famiglia, suo più grande amore, fa a sportellate tutti i giorni con il sonno per trovare il tempo di coltivare anche le proprie passioni.

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