Calcio e repressione nell'Iran in rivolta
Come abbiamo visto spesso accadere in passato - ad esempio nel contesto delle cosiddette Primavere Arabe o nel movimento Maidan in Ucraina - nelle rivolte antigovernative in Iran il calcio e lo sport stanno avendo un ruolo assai rilevante. Articolo tradotto da Deutsche Welle.
Hossein Mahini, difensore del Saipa e della nazionale iraniana, è stato arrestato dopo aver offerto sostegno alle proteste che hanno seguito la morte di Mahsa Amini. Per chi non avesse seguito la vicenda, Mahsa Amini è una ragazza curda morta in ospedale dopo essere stata in custodia della polizia, religiosa, dalla quale era stata arrestata con l'accusa di non indossare l'hijab correttamente. Hossen Mahini è diventato uno dei volti principali dell'ampio fronte di atleti iraniani, molti di spicco, che stanno condannando in maniera aperta le violenze delle forze dell'ordine e si stanno schierando sempre più nettamente contro il regime.
L'icona del calcio iraniano ed ex giocatore del Bayern Monaco, Ali Karimi, ad esempio, ha denunciato pubblicamente l'arresto di Mahini attraverso i suoi account sui social media. In precedenza, aveva già parlato delle "circostanze inspiegabili" che avrebbero causato la morte di Amini. «Nemmeno l'acqua santa potrebbe lavare via questa disgrazia», ha scritto Karimi.
Secondo quanto riferito da fonti locali, i manifestanti hanno cantato i nomi di Ali Karimi e Hossein Mahini nelle manifestazioni in tutto il paese, quando, la scorsa settimana, la casa di Karimi a Teheran era stata sigillata dalla polizia per una perquisizione durata diversi giorni. Anche gli ex tifosi di Karimi, il gruppo Shickeria del Bayern Monaco, hanno offerto sostegno alle proteste in Iran quando durante la partita di Bundesliga della scorsa settimana contro il Bayer Leverkusen: i tifosi hanno srotolato uno striscione che recitava: «Donne, vita, libertà! Solidarietà con la rivoluzione femminista in Iran!» mentre a Brema, gli ultras del Weder hanno scritto: «Abbasso il patriarcato, abbasso il regime dei mullah. Viva la rivoluzione femminista in Iran!».
Il coinvolgimento, chiaramente, non è limitato al calcio. Anche gli atleti di altri sport si stanno mobilitando in prima persona nella contro la Repubblica Islamica. Sadjad Estaki, che nel 2015 è diventato il primo iraniano a giocare nel campionato nazionale di pallamano tedesco, uno dei migliori al mondo, ha da poco rinunciato pubblicamente alla nazionale in segno di protesta contro la repressione. Mojtaba Abedini, lo schermidore di maggior successo del paese e capitano della squadra olimpica, ha deciso anche lui di lasciare: «Per solidarietà con i cittadini oppressi della mia patria vedo come mio dovere dichiarare le mie dimissioni dalla nazionale alla luce di questi eventi e per rispetto nei loro confronti».
Ultimo ma non meno importante, Ali Daei, simbolo del calcio iraniano e secondo miglior marcatore con una squadra nazionale dopo CR7, si è schierato contro l'oppressione e la violenza via Instagram, mentre l'ex giocatore di Amburgo e Eintracht Francoforte Mehdi Mahdavikia ha scritto che «Questi giorni passeranno nella memoria della storia» postando in modo simbolico otto mani e braccia che si tengono l'un l'altro, che rappresentano i vari gruppi etnici del paese, che, secondo le ripetute preoccupazioni di Teheran, potrebbero sfaldarsi se non ci fosse più una forte leadership centrale.
Intanto, l'organizzazione per i diritti delle donne iraniane Open Stadiums ha chiesto alla FIFA di espellere l'Iran dalla prossima Coppa del Mondo maschile. «Perché la FIFA dovrebbe offrire allo stato iraniano e ai suoi rappresentanti un palcoscenico globale?» si legge in una lettera che Open Stadiums ha inviato al presidente della FIFA Gianni Infantino. «Questo Stato non solo rifiuta di rispettare i diritti fondamentali e la dignità umana, ma tortura e uccide il suo stesso popolo».
Questo articolo è uscito in anteprima su Catenaccio, la newsletter di Sportellate.it.
Per ricevere Catenaccio gratuitamente, ci si iscrive qua. Se invece vuoi leggere i numeri arretrati di Catenaccio, visita il nostro archivio.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.