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, 12 Ottobre 2022

Considerazioni sparse post Barcellona-Inter (3-3)


Un’Inter matura ed Europea torna da Barcellona padrona del proprio destino.


- Nel fortino del Camp Nou il Barcellona è chiamato a dar seguito a una settimana di piagnistei più o meno legittimi. Dal canto suo l'Inter, dopo un inizio più che stentato, è chiamata a mostrare una volta per tutte la propria levatura. Ne esce una partita bellissima, di alto livello, dove le squadre se le danno di santa ragione rispondendo colpo su colpo. L'Inter esce col bottino desiderato: una posizione di forza rispetto al Barça nel proseguo della fase a gironi;

- Inter stoica che gioca una partita meravigliosa, mostrando finalmente una levatura internazionale da grande squadra. Soffre quando c'è da soffrire ma crea e crea tanto lungo tutto l'arco della partita. A veder giocare i nerazzurri non sembra che sia il Barcellona la squadra di casa. Atteggiamento encomiabile da parte dei ragazzi di Inzaghi che regalano è vero almeno un goal, ma ne segnano tre su un campo estremamente difficile e vanno vicino per lo meno a segnarne altri due. Prestazione maiuscola e, più importante, matura;

- Lautaro Martinez si prende un tempo di respiro ma poi incanta e sforna una magia dietro l'altra. Barella non è instancabile come ai bei tempi ma ha sempre un peso specifico non indifferente. Calhanoglu e Mikitaryan danno ordine e calma al centrocampo e Skriniar è in versione vichingo arrabbiato. Dzeko è il solito professore, ma entrano bene anche i cambi, Bellanova su tutti anche se segna Gosens. Peccato per Asslani che si lascia ingolosire, peccato di gioventù, niente croce addosso;

- Il Barcellona è una squadra in definire che è immagine e somiglianza del suo allenatore ma senza essere il suo allenatore. Tanto estenuante inconcludente palleggio ma senza geometrie illuminanti o cambi di ritmi fulminei. Xavi sbaglia la formazione e questo è da dire, l'ingresso di De Jong migliora tutto il complesso ma gli spagnoli sono fondamentalmente riassumibili nel solo Lewandoski non a caso l'unico concreto e poco orpellante;

- Questa partita potrebbe lasciare sicuramente l'amaro in bocca per una vittoria così vicina eppure sfumata all'ultimo, ma invece deve inorgoglire tutti i tifosi nerazzurri per la prova maiuscola e per il punteggio che premia i nerazzurri facendoli tornare a casa con rinnovato ottimismo per le proprie sorti nel girone di Champions da tutti definito "di ferro".

  • Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.

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