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- di Gabriele Moretti

Considerazioni sparse post Bologna-Sampdoria (1-1)


Finisce in pareggio la sfida tra le due peggiori squadre di questo inizio di Serie A.


- Saturday night tra due amici, ex colleghi e compagni di molte vittorie, chiamati a risollevare le sorti delle due peggiori squadre di questo inizio di Serie A: una Samp ultima con soli due punti e un Bologna messo un po' meglio ma radicalmente al di sotto delle sue possibilità;

- Sia Thiago Motta che Dejan Stankovic puntano sul 4231 ma con approcci piuttosto diversi, con i blucerchiati molto passivi e i rossoblù che invece pressano altissimi cercando di recuperare palla il più in alto possibile durante tutto il primo tempo;

- La seconda metà del match prende tutta un'altra piega: il Bologna resta negli spogliatoi e, forse complice la straripante carica agonistica che l'allenatore trasmette dalla panchina, comincia a macinare gioco, prendere fiducia e raggiunge un pareggio tanto prezioso quanto fortunato che rende meno amaro l'esordio di mister Stankovic;

- Tra i padroni di casa, tanto per cambiare, Arnautovic e Dominguez si prendono la scena con un gol e molte belle giocate, tutte concentrate nel primo tempo. Un dei problemi principali resta la gestione della partita, con il decimo gol subito dopo il 45' in 9 partite di campionato e un secondo tempo da 0 tiri totali;

- Tra i sampdoriani spiccano le buone prestazioni di Djuricic e Rincón, mentre Gabbiadini (sostituito a fine primo tempo) e Sabiri, che con la loro qualità dovrebbero alzare il livello offensivo della squadra, restano abbastanza fuori dal gioco. Ancora una volta disastrosa tutta la linea difensiva blucerchiata, che costella la partita di rischiosissimi errori sia collettivi che individuali.

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Genovese e sampdoriano dal 1992, nasce con tempismo perfetto per perdersi lo scudetto del 1991 e godersi la sconfitta in finale di Coppa dei Campioni. Comincia a seguire il calcio ossessivamente nel 1998, coronando la prima stagione da tifoso con la retrocessione della propria squadra del cuore. Testardo, continua a seguire il calcio e cresce tra Marassi e trasferte. Diplomato al liceo classico, si laurea in Storia e intraprende la via del nomadismo, spostandosi tra Cadice, Francoforte, Barcellona e l’Aia. Per coerenza, decide di specializzarsi in storia globale e migrazioni e, nel frattempo, co-dirige il blog SPI – Storia, Politica e Informazione. Crede fortemente nel valore del giornalismo indipendente, sportivo e non, come argine al declino deontologico dei colleghi professionisti.

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