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, , 6 Ottobre 2022

Considerazioni sparse post Roma-Betis (1-2)


Il cammino della Roma verso gli ottavi di finale di Europa League si complica ulteriormente.


- L'approccio della Roma, come spesso accade, non è dei migliori, e in avvio di match i giallorossi soffrono tantissimo la maggior qualità e il palleggio del Betis. Gli spagnoli sono bravi a fraseggiare nello stretto e portarsi spesso e volentieri in area, con Fekir - su tutti - che va vicino a bucare Rui Patricio. Nella prima frazione di gioco la squadra di Mourinho fatica a creare, se non quando Abraham e Zaniolo riescono a scambiare sullo stretto. L'arma in più della Roma, però, sono ancora una volta i calci piazzati: da lì nasce l'episodio che porta al rigore poi trasformato da Dybala. Un vantaggio che dura solo 6 minuti, indice delle difficoltà della squadra nel tenere il risultato;

- Sponda Roma pesa tantissimo l'assenza di Pellegrini, unico collante della squadra tra centrocampo e attacco. Gli uomini di Mourinho mostrano diverse difficoltà nell'impostare il gioco, con la coppia Cristante-Matic per niente ad agio col pallone tra i piedi. L'ingrato compito di abbassarsi per ricevere palle e costruire gioco spetta a Dybala, costretto ad arretrare il proprio raggio di azione. Un problema - unito alla poca concretezza - a cui lo Special One non riesce a porre rimedio nell'arco dei 90 minuti e che costa caro nel finale;

- Il Betis arriva all'Olimpico con tutta l'intenzione di archiviare la pratica qualificazione e sforna una prestazione di assoluta personalità. La pressione alta e il maggior dinamismo mettono in netta difficoltà il centrocampo della Roma, spesso saltato o incapace di contrastare le avanzate. Manca, tuttavia, il guizzo decisivo alla squadra di Pellegrini, quasi mai capace di costruirsi una nitida occasione da rete in area e costretta a tentare la soluzione dal limite più volte coi propri trequartisti. Nel finale arrivano però tre punti d'oro per gli andalusi, che allungano in vetta al girone e potranno, così, gestire al meglio i prossimi match;

- Dopo la panchina riservatogli contro l'Inter, Mourinho rinnova la fiducia ad Abraham. La prestazione dell'inglese, però, è totalmente insufficiente. Un campanello d'allarme più simile ormai a una campana, dal momento che l'ex Chelsea appare già da qualche settimana l'ombra sbiadita dell'attaccante ammirato nella scorsa stagione. La sensazione è che, a lungo andare, Belotti possa sottrargli diverso minutaggio. Stato di forma totalmente opposto, invece, per Dybala, che continua ad essere l'uomo chiave della squadra e l'unico ad accendere la luce nel reparto avanzato: stavolta, però, non basta il talento della Joya per cogliere un risultato positivo che sarebbe stato fondamentale;

- Si complica ulteriormente la corsa della Roma verso gli ottavi di finale. Nonostante un buon secondo tempo e il tentativo di forcing nel finale, i giallorossi escono con una sconfitta casalinga che fa male e complica il girone. La squadra di Mourinho scivola a -6 degli andalusi e vede allontanarsi quasi irrimediabilmente la possibilità di chiudere in prima posizione il raggruppamento. Sarà fondamentale, ora, uscire dal Benito Villamarìn con i punti in tasca per rimettere sui giusti binari questo percorso in Europa League iniziato con tante ombre e poche luci;

  • Nato sotto il sole della Sardegna nell'ormai lontano 1993, dopo un' infanzia all'insegna del basket, abbandona la palla a spicchi per dedicarsi anima e corpo a quella da calcio. Un amore tuttavia mal corrisposto. Tifoso romanista da sempre e in quanto tale incline alla sofferenza e all' auto-sabotaggio. Amante dello sport in tutte le sue forme, ma ancor più di tutte le storie, piccole e grandi, di cui esso si nutre.

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