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, 5 Settembre 2022

Considerazioni sparse post Torino-Lecce (1-0)


Vlasic è una sentenza, il Toro si regala una notte in alta quota.


- Basta un gol di Vlasic per regalare al Torino una serata da sogno: sconfiggendo all'Olimpico il Lecce (terza vittoria su tre contro le neopromosse), i granata si issano a quota 10 in classifica, superando addirittura l'Inter (prossima avversaria) ed i concittadini bianconeri (non accadeva da 43 anni). I salentini si dimostrano decisamente troppo timidi, e dopo i due buoni pareggi delle ultime gare, stavolta tornano a casa senza punti, ed ancora alla ricerca del primo hurrà stagionale;

- Il copione della sfida è chiaro sin dalla lettura delle formazioni: Baroni sceglie una formazione decisamente accorta, con l’intento di coprirsi dalle incursioni granata e magari sfruttare qualche ripartenza. In effetti i leccesi riescono a proteggersi piuttosto bene per quasi tutto il primo tempo, perdendo l’attenzione solo in un istante, quando però un Vlasic, in stato di grazia (3 gol in 3 gare), non li perdona. Nel secondo tempo il Torino legittima la vittoria con una netta supremazia territoriale, e Falcone sul gong salva gli ospiti da un passivo più pesante;

- Per il Torino, già rimaneggiato, si trattava della più classica delle gare-trabocchetto: pensando alle caratteristiche granata, questa era una sfida difficile, coi trequartisti costretti ad andarsi a prender la sfera molto indietro ed una retroguardia chiusa ermeticamente davanti. I granata, orfani di Juric (fermato dalla polmonite), in effetti la portano a casa con una prestazione decisamente atipica, lontana da quegli standard iper-aggressivi che solitamente li caratterizzano: giocano una gara attente e senza sbavature, praticamente perfetta in difesa (rigenerato Rodriguez), e capiscono che non è giornata da scorribande (Radonjic meno brillante del solito) proteggendo quell’unica giocata di qualità che vale 3 punti d’oro. Se il Torino confermasse questa maturità, con il rientro degli assenti, potrebbe davvero stupire ancora, a partire dalla prossima sfida con l’Inter;

- Il Lecce, tra le neopromosse, si mostra decisamente quella meno “giochista”: i salentini, come in altre occasioni, rispolverano l’ars difensiva di antica scuola italica, ed anche dopo lo svantaggio i tentativi di prender campo durano poco più di 20’. Il Dna della squadra sembra imporre di aspettare per ripartire, ma arrivano davvero pochi rifornimenti prima a Cissè e Banda, poi a Colombo . In questo contesto, sicuramente pesa l’assenza di Strefezza, che potrebbe dar quella fantasia di cui oggi gli ospiti erano sprovvisti: di sicuro, ad oggi il Lecce non ha ancora vinto, e un atteggiamento più offensivo potrebbe aiutare ad uscir da questo trend;

- Quella dell’Olimpico è una partita che fa brillare gli occhi ai talent scout: molti i giovani interessanti lanciati in campo, sia da una parte sia dall’altra. Se alcuni sono decisamente da rivedere, sa come Ilkhan e Ouden , altri dimostrano di esser già una certezza, come Buongiorno e Schuurs tra i granata, Hjulmand, Banda  e Gendrey tra i giallorossi. Anche in avanti abbiamo nomi da mettere sul taccuino: tra Pellegri e Colombo oggi la sfida la vince il primo, ma entrambi sono attaccanti che se trovassero finalmente continuità potrebbero non rimanere eterne promesse.

  • Torinese e granata dal 1984, dopo una laurea in Filosofia, opto per diventare allenatore professionista di pallavolo, giusto per assicurarmi una condizione di permanente precarietà emotiva e sociale. Questa scelta, influenzata non poco dalla Generazione di Fenomeni che vinse tutto a cavallo degli anni 90', mi porta da anni a girovagare per l'Europa inseguendo sogni e palloni, ma anche a rinunciare spesso a tutto il resto di cose che amo fare nella vita: nei momenti di sconforto per fortuna esistono i libri, il mare, il cioccolato fondente e le storie di sport in cui la classe operaia va in paradiso.

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