Considerazioni sparse post Monza-Atalanta (0-2)
Essere vincenti non significa essere belli. Con la vittoria di Monza, però, l'Atalanta guarda il resto della Serie A dall'alto in basso.
- Dopo la prima frazione gioco, Gian Piero Gasperini si conferma un rabdomante alla ricerca dell’elisir di lunga vita per la sua Dea. Il 4-2-3-1 iniziale mostra distanze tra difesa e centrocampo degne della Pampa più sterminata, simbolo anche della sterilità offensiva degli avanti nerazzurri. L’Atalanta di questo inizio di stagione assomiglia a Frankenstein: una creatura costituita dall’assemblaggio di pezzi di corpi diversi, opposti e antitetici tra loro. Il risultato, fin ad adesso, ricalca la medesima mostruosità del personaggio di Shelley. Mostruosa, nel senso più etimologico del termine. Monstrum: oltrepassante i limiti della normalità, o almeno del consueto aspetto delle passate edizioni bergamasche del Gasp;
- Che sia una squadra fragile e “leggera” è limpido, cristallino. Il Monza di Stroppa, tuttavia, ha qualità in ogni reparto, e coi ritmi dei primi di settembre può anche essere sufficiente per tenere il campo contro compagini più “pesanti”. Il trio Pessina-Sensi-Rovella manipola con facilità i mediani atalantini, ma il castrato Caprari e Dany Mota non sono (ancora) capaci di garantire il necessario impatto in termini di personalità e finalizzazione. La strada intrapresa è lunga, tortuosa, irta di strappi, come un passo alpino. Se la società avrà fiducia nel suo sherpa, prima di abbandonare il cammino e fermarsi all’ennesimo tornante, non è detto che la vetta rimanga un miraggio;
- L’Atalanta del secondo tempo è trasformata. O meglio: le è sufficiente alzare di un paio di giri il motore e il divario tecnico coi brianzoli viene a galla. Le accelerazioni di Lookman e Ederson ai lati di Caldirola e Marlon sono mortiferi, e l’ingresso di Soppy per il boccheggiante Zappacosta ha innalzato il livello atletico di tutta la squadra. L’Atalanta è un diesel: ci metterà ancora del tempo prima di raggiungere una velocità di crociera che le possa consentire di stare nei piani alti della classifica, frequentati al momento anche oltre i meriti del terreno di gioco. Per adesso è sufficiente procedere a passo lento, a tratti insicuro. Ma Gasperini e il suo branco stanno risvegliandosi dal letargo, pronti ad azzannare le vulnerabili prede;
- Con l’avanzare dei minuti, la struttura di Stroppa si è rivelata nuovamente troppo fragile per la Serie A. Manca compattezza e unità, forse mentale e caratteriale ancor prima che tecnica. Tempo al tempo, recita l’adagio. Concedere a Hojlund l'onore di aprire il conto delle proprie marcature in A non è di certo il miglior viatico, ma il palleggio del Monza non sembra insostenibile sul lungo periodo. A patto che, da Di Gregorio a Petagna, si remi tutti nella stessa direzione. La concorrenza non è spietata ma è numerosa: se Monza vorrà vivere altre stagioni nella massima serie, le fondamenta del gruppo forgiato da Galliani devono solidificarsi. Possibilmente in fretta.
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