Considerazioni sparse post Verona-Atalanta (0-1)
Un lampo di Koopmeiners illumina la serata del Bentegodi, altrimenti troppo brutta per essere da Serie A. Verona-Atalanta dice ancora troppo poco di concreto di tutte e due le squadre.
- Un sinistro di poco largo di Ilic, una facile respinta coi pugni di Montipò su conclusione di Lookman. Il primo tempo di Verona-Atalanta potrebbe riassumersi in questo modo, e francamente è meglio così. Abituati ai turbinanti ritmi degli scontri tra la banda del Gasp e l'Hellas targata Juric-Tudor, i primi quarantacinque minuti sembrano un remake girato da una casa di produzione dal budget risicatissimo, controfigure e effetti speciali scadenti, riprodotto a velocità x0.25. Ritmi e qualità mostrate da entrambe le compagini nella prima frazione sono semplicemente troppo bassi per giustificare il prezzo del biglietto o il tempo trascorso davanti allo schermo;
- Dopo 45' nei quali si è rasentati l'abbiocco, la sventola di Koopmeiners risveglia gli spettatori dal torpore. I ritmi finalmente si alzano, e la traversa di Lazovic è lo zenith della pressione scaligera. Gli strappi di Ederson, Boga e Zortea non raggiungono il bersaglio sperato, ma lo spartito non cambia: il pallino è nelle mani ancora acerbe dei veronesi, mentre l'Atalanta si dispone con un blocco medio-basso caratterizzato da distanze tra gli interpreti che, di fronte ad avversari più competitivi, rischiano di risultare fatali. A 10' dalla fine è De Roon a rischiare di fare la frittata, ma la deviazione sul traversone di Lazovic sibila alla destra del palo di Musso. Con le squadre allungate a dismisura dal caldo e dalla preparazione, gli ospiti sprecano ripetutamente l'occasione per chiudere i conti, prima che Musso salvi sul solito 8 gialloblu, ultimo dei suoi ad alzare bandiera bianca. Verona-Atalanta, partita per stomaci forti e palati rozzi;
- La Dea pare una franchigia NBA in pieno rebuilding: tantissimo talento grezzo accumulato prima della stagione, qualche veterano a fare da chioccia e uno staff tecnico chiamato a plasmare e modellare la scultura con un fine e lunghissimo lavoro di scalpello e cesello. A fine agosto, tuttavia, più del potenziale sono lampanti i limiti di giocatori impiegati in zone di campo e contesto generale quantomeno inediti;
- Qualche esempio? Toloi terzino sinistro, Boga a destra e Muriel a sinistra nel tridente alle spalle di Boga, Soppy esterno sinistro a tutta fascia nel primo tempo. Lookman spalle alla porta risulta depotenziato; Malinovskyi è in una di quelle giornate che sostengono la richiesta di Gasperini di avere qualcosa di diverso nella trequarti, sia in fase di creazione che di rifinitura. Le colonne portanti sono Demiral e Koopmeiners, che suggella col gol un inizio di campionato assai convincente. I flash a Verona arrivano da molti, ma le luci della ribalta potrebbero rivelarsi fuochi fatui. Il cantiere del capomastro Gasperini è ancora aperto, apertissimo;
- Dopo la parata alla Zoff nel giovedì di Enschede, non è finita la settimana positiva dei Terracciano del calcio italiano. Filippo, chiamato a fare le veci di capitan Faraoni, non difetta certo di personalità alla prima di titolare: Cioffi ha tra le mani un ragazzo dal sicuro avvenire e dal discreto presente. Grazie anche all'atteggiamento guardingo dell'Atalanta, l'Hellas non si schiaccia nella propria metà campo, anzi. Ma la qualità, spiace dirlo, è quella che è, se è ancora Miguel Veloso a comandare le operazioni. La chiusura del mercato sarà un bene per l'Hellas, a prescindere da ulteriori acquisti o cessioni. Lazovic è una continua spina nel fianco, ma le sortite non colgono i riferimenti in area. Poco altro da dire: la rosa, al momento, è troppo scarna numericamente e qualitativamente per lottare per la salvezza.
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