Logo sportellate
, 22 Agosto 2022

Kvaratskhelia e il calcio dell'inaspettato


Il georgiano è già uno dei talenti più luminosi ed eleganti del nostro campionato.

L'estate vissuta dai tifosi del Napoli non è stata semplice. Se da una parte la squadra proveniva già da un'enorme delusione, l'ennesima di una storia recente che la vede andare ogni anno più vicina allo Scudetto e ogni anno cadere sul più bello nel modo più fragoroso possibile, l'addio dei calciatori più rappresentativi dell'ultimo decennio ha inasprito gli animi. Come ci si poteva dichiarare fiduciosi o anche semplicemente competitivi se in un mese o poco più vanno via Lorenzo Insigne, Kalidou Koulibaly, David Ospina, (e probabilmente Fabian Ruiz)?

A me, comunque, era bastato l'addio di un altro simbolo come Dries Mertens per gettarmi in un vortice di appucundria (scusate il napoletanismo, non saprei tradurla in italiano) dannatamente esistenzialista. Questa volta, mi ero promesso, avrei gestito bene le emozioni. Avrei ceduto con difficoltà il mio entusiasmo a un nuovo calciatore. Dopo la partenza di un calciatore così rappresentativo – e così napoletano – da chiamare il figlio Ciro Romeo non mi sarei fatto ingannare.

È anche per le storie che si intrecciano fuori dal campo da calcio che noi, da tifosi, iniziamo a sentirci parte di qualcosa.


Poi nel ritiro di Dimaro-Folgarida si è presentato Khvicha Kvaratskhelia, con i suoi dribbling elettrici, la fame di gol dietro ogni controllo orientato o cross di trivela, la sensazione che da ogni tocco di palla potesse provenire qualcosa di inaspettato. E la mia gestione delle emozioni latitava già su tutti i fronti.

Il debutto con la maglia del Napoli contro l'Anaune è stato un programma. Dopo cinque minuti ha dribblato tre avversari (dilettanti, ok, ma il gesto tecnico rimane) con una serpentina in area e servito l'assist per il gol di Rrahmani. Poi è passato all'azione personale segnando un diagonale preciso e un cucchiaio a beffare il portiere in uscita. Già in quella partita di inizio luglio, una delle tante che non valgono niente, Kvaratskhelia ha preso i requiem intonati dai tifosi del Napoli e li ha capovolti. Quando sembrava che il calcio a Napoli fosse finito, che non si potesse più giocare a calcio senza Lorenzo Insigne sulla fascia sinistra d'attacco, Kvaratskhelia non ha portato solo il suo talento ma la passione, il coinvolgimento.

In un'altra amichevole contro l'Adana Demirspor ha servito un assist di trivela per il taglio di Lozano; un'azione che per un attimo ha ricordato il manuale dell'intesa tra Insigne e Callejon.

Questa mattina il canale Youtube della Serie A ha caricato un video con tutte le prospettive del tiraggiro segnato da Kvara contro il Monza. Guardandolo attentamente si percepisce tutta la struttura del suo gioco che definirei, appunto, dell'inaspettato. Ovvero un calcio non basato sulla ripetitività di movimenti e gesti che si possono avere nelle corde, quanto sulla continua ricerca della scelta giusta, per quanto complessa possa sembrare. È questa la differenza tra un gol geniale come quello al Monza e qualsiasi magnifico tiro a giro di Lorenzo Insigne. Kvaratskhelia non ha bisogno di studiare le mattonelle di tiro migliori per lui, semplicemente le sceglie al momento, in funzione degli avversari e della palla.

Guardate, ad esempio, la frazione di secondo che passa tra il dribbling secco a cui Birindelli abbocca uscendo in pressing e il momento in cui Kvaratskhelia calcia verso la porta. Prima alza la testa per cercare una soluzione di passaggio; poi, quando realizza che c'è l'opportunità di cercare la porta, semplicemente calcia con l'interno collo un pallone che arriva sì girando verso la porta di Di Gregorio, ma che prima di tutto la spacca baciando il palo con una potenza misteriosa. Come nell'occasione dell'assist con l'esterno servito pochi secondi dopo il gol a Osimhen, e poi sprecato dal nigeriano, le scelte di Kvaratskhelia sono frutto delle sue letture istantanee del gioco, mai di una codifica razionale.

Finora Kvaratskhelia ha segnato tre gol diversissimi: rispettivamente uno di testa, uno di destro, e uno di sinistro. E se già questo non vi entusiasma sulla sua potenziale completezza, dobbiamo parlare anche dell'imbucata per il gol di Zielinski in Verona-Napoli. Il gioco di Kvaratskhelia non conosce pause, il suo stile è elegante e armonioso, ma di un'armonia demoniaca e l'assist qui sotto ne è una prova. Kvhicha verticalizza di prima senza stoppare il pallone che Mario Rui gli aveva servito in verticale e laddove molti esterni del nostro campionato avrebbero preferito controllare, fermarsi, consolidare il possesso e far ripartire l'azione con il giro palla, lui funge da acceleratore del gioco.

Certo il talento di Kvaratskhelia non sempre riesce a supportare questa frenesia. Secondo Sofascore nelle prime due giornate di Serie A ha collezionato un solo dribbling riuscito (partendo da fermo, esclusi quelli in velocità o gli avversari saltati portandosi avanti la palla) e perde in media quindici volte il possesso della palla ogni novanta minuti. Sono rischi che il nuovo Napoli di Spalletti, che dipana la maggior parte delle sue azioni in verticale, si assume volentieri, ma che contro avversari di livello potrebbero essere pagati. Vanno forse anche in questo senso i moniti di Spalletti stesso, che dopo una doppietta ha rimproverato Kvaratskhelia perché «ha troppa pressione addosso, se si libera può fare molto meglio».

Dall'altro lato, però, il gusto per la verticalità di Kvaratskhelia è evidente nel secondo gol al Monza. Dopo un intercetto sulla trequarti avversaria, Lobotka conduce palla fino al limite dell'area e la serve a Kvaratskhelia. A quel punto Khvicha controlla con l'esterno destro e mentre finta di calciare di nuovo a giro, scherza con Birindelli e si gira in un fazzoletto sul sinistro. La palla gli rimane sotto il corpo ed è solo grazie a un altro impercettibile tocco con il sinistro se Kvaratskhelia riesce a portarsela avanti, a calciare in diagonale e segnare un gol con una finta che, senza paura, possiamo definire alla Milito.

Chiariamoci, è vero, questo pezzo esce molto presto. Non possiamo prevedere come andrà la stagione di Kvaratskhelia basandoci sulle sue prime due partite in Serie A, né come potrebbe reagire il suo gioco così istintivo contro difensori più navigati e fastidiosi. Eppure una cosa è già certa: in un campionato conservatore come quello italiano, un calcio in cui un dribbling è un passaggio mancato e quindi un'azione moralmente sbagliata, un'ala dribblomane come Kvaratskhelia era ciò che mancava per renderlo più imprevedibile e quindi anche più bello da guardare. Ma soprattutto, l'arrivo di Kvaratskhelia e la crescita di un Napoli così entusiasta assume i contorni di una rinascita anche per i tifosi. In fondo che divertimento ci sarebbe, se nel calcio non esistessero calciatori così pazzi da farti innamorare con una serpentina alla prima amichevole?

  • Nato a Giugliano (NA) nel 2000. Appassionato di film, di tennis e delle cose più disparate. Scrive di calcio perché crede nella santità di Diego Maradona. Nel tempo libero studia per diventare ingegnere.

Ti potrebbe interessare

Manuale di sopravvivenza al Fantacalcio Mantra

Tutto il talento della Georgia

12 svincolati in Serie A, prima che sia troppo tardi

Cinque giocatori da seguire nella Serie A 2024/25

Dallo stesso autore

Carlos Alcaraz, una specie di Prometeo

Dani Olmo agente del caos

Lettera d'amore a Fabián Ruiz

Turchia-Georgia: gioia, difetti e spettacolo

Two Barella is megl che one

La lezione che ci ha dato Gian Piero Gasperini

Attenti a Saelemaekers

Le squadre di calcio hanno un DNA?

Toni Kroos, lo stratega

Real Madrid-Manchester City, una battaglia di stili

Newsletter

pencilcrossmenu