Considerazioni sparse sul nuovo centrocampo dell'Inter
Mhkitaryan e Asllani: il centrocampo dell'Inter cambia pelle e diventa più profondo, vario e qualitativo.
- Un po' come fatto per l'attacco e nonostante le difficoltà economiche, il mercato dell'Inter sta ruotando attorno ai pochi ma ben evidenti difetti palesati dalla squadra. Le difficoltà offensive saranno colmate (almeno) da Lukaku, mentre i difetti del centrocampo riguardano da diversi anni sia la profondità sia la qualità delle alternative. Vecino, Vidal e Gagliardini sono i nomi presenti da due anni in quel ruolo, in panchina: tre nomi che non hanno mai garantito il necessario ricambio ai titolari la scorsa stagione, tre giocatori le cui capacità tecniche non rispondono minimamente a ciò di cui ha bisogno Inzaghi. Se dunque Gagliardini resta comunque quello dei tre più affidabile e non a caso rimarrà nel poster nerazzurro del prossimo anno, Asllani e Mhkitaryan per completare un reparto sia nelle caratteristiche che a livello numerico. Il primo controfigura di Brozo (e non solo), il secondo di Calhanoglu, con Gagliardini (e Agoumè?) a poter fungere da 'sesto' ricambio. Un centrocampo rinnovato, più profondo e tecnico;
- Qualità. Leggetela alla Pierluigi Pardo, ma anche come uno dei tratti principali dell'Inter di Inzaghi. Una squadra che per lunghi tratti della stagione ha espresso un calcio scintillante, fluido, tecnico e appunto qualitativo. Già alla Lazio Simone Inzaghi si era fatto apprezzare per la sua proposta, fatta del coinvolgimento dei braccetti di difesa, del protagonismo delle mezzali, dei frequenti scambi sulla trequarti offensiva. Con Asslani e Mhkitaryan il tasso qualitativo si alza, permettendo tra le altre cose di poter far riposare più spesso (almeno in teoria) i tre titolari, che quest'anno avranno tre alternative molto più simili ai loro profili tecnici. Sarà una stagione strana, diversa da tutte le altre, con calendari ancor più complessi: profondità e caratteristiche coerenti col progetto tecnico sono e saranno due requisiti fondamentali;
- L'armeno è un giocatore che nella mente di Inzaghi funge da alternativa a Calhanoglu, ma anche da preziosa arma offensiva per poter cambiare modulo o associarsi diversamente con le punte. Arriva a parametro zero e con una discreta incognita legata agli infortuni, anche se nell'ultima stagione Mhkitaryan è stato tra i 15 giocatori che hanno corso di più in Serie A. Pensando al contesto creato da Inzaghi sembra un buon colpo;
- Asslani si presenta come il tanto ricercato vice-Brozovic assente da tante stagioni, ma non solo. Vi ricordate Inter-Empoli di fine stagione? Asllani venne schierato addirittura trequartista, in marcatura da Brozovic, e in quell'occasione (dove trovò il primo gol stagionale) dimostrò di essere in possesso di un grande dinamismo senza palla, e lettura degli spazi a prescindere dalla posizione in campo. Asllani è un classe 2002, e sembra un profilo perfetto per il futuro dell'Inter in quel ruolo: ha esordito come titolare a inizio febbraio, e da lì in poi ha giocato 90' per ben dodici volte. In così poco tempo ha dimostrato tecnica e letture di gioco di alto livello, in relazione al ruolo delicato e alla sua giovane età. Regista ma non solo, deve crescere con calma ma il centrocampista albanese è un potenziale gioiello;
- Gli altri. Abbiamo parlato di Gagliardini, ma a completare il centrocampo potrebbe esserci anche Agoumè. Il giovane centrocampista francese rientra dall'ottimo prestito al Brest, e non è ancora chiaro quale sarà il suo futuro. Potrebbe essere già pronto per svolgere le funzioni di Gagliardini, quelle di un mediano più difensivo e di contenimento rispetto alla sapiente regia di Asllani. Se invece dovesse andare in prestito, sarebbe una buona idea mandarlo in una squadra di mezza Serie A in cui possa conquistarsi il posto da titolare fin da subito. Ma visto che parliamo degli "altri", torniamo al punto di partenza: tutti questi ragionamenti ruotano attorno alle partenze di Vidal e Vecino, e per l'Inter di Inzaghi non poteva esserci notizia migliore.
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