Considerazioni sparse post Inter-Sampdoria (3-0)
L’Inter fa quello che doveva, ma non evita il finale più amaro.
- A San Siro l'Inter scende in campo per inseguire un sogno, quasi un'utopia, mentre la Sampdoria ha dalla sua solo l'obbligo morale di onorare l'impegno. Com'è logico immaginarsi esce fuori una partita a senso unico, che i nerazurri sbloccano nel secondo tempo, controllando poi con assoluta calma. Una stagione comunque positiva quella dell’Inter, che non può però non tener conto di un campionato buttato via in malo modo;
- L'Inter deve prendersela con se stessa e con tutte le partite in cui ha buttato via un campionato che era assolutamente alla sua portata. Dal pareggio a Marassi al rigore contro l'Atalanta. Dal derby regalato alla partita non giocata contro il Sassuolo fino alla follia di Bologna. Davvero un peccato che traccia il solco attraverso il quale la squadra e il suo allenatore dovranno crescere;
- Sampdoria poco più che spettatrice non pagante. Poche iniziative tutte legate ad Augello, Sabiri e Daamsgard quando entra. Non era una partita fondamentale e così è stata preparata e giocata. I liguri hanno fatto il minino indispensabile e possono festeggiare una salvezza resa più preziosa dalla retrocessione del Genoa;
- L'Inter esibisce i soliti Perisic e Barella sublimi. Gli altri fanno il loro e conducono la gara con calma e autorità. Inzaghi regala qualche minuto anche a Gosens e Caicedo per accontentare tutti. Stona il non ingresso di Sanchez per salutare il proprio pubblico;
- Inter che arriva a 2 punti da una stagione trionfale. Non è tutto da buttare, anzi, ma l'impressione è che la squadra più forte non abbia vinto e quando questo succede bisogna stare zitti, applaudire gli avversari e riflettere sugli errori commessi.
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