
- di Simone Renza
UEFA e finali europee: una roba da élite
Il raggiungimento di una finale europea è un traguardo sognato da qualunque tifoso. Giocarsi un trofeo, con la speranza di vederlo alzare dal proprio capitano di turno è un qualcosa da brividi. Quando la possibilità che ciò accada diviene concreta parte la classica "caccia" al biglietto. Caccia sempre più complicata e faticosa.
Fino a qualche tempo fa, al netto dell'oggettiva difficoltà di reperimento causa occlusione dei canali di vendita e accaparramenti selvaggi, le ampiezze degli stadi e i posti riservati alle due tifoserie opposte permettevano partecipazioni di massa. Esodi veri e propri. Con conseguente spettacolo sugli spalti. Questo perchè, ma è cosa nota, il tifo resta l'anima di questo sport. La chiusura degli spalti dovuta alla pandemia negli anni scorsi lo ha reso ancora più evidente. Ma attenzione. Sì perché c'è un "ma" ed anche bello grande.
Prima, però, un passo indietro. Quando il Covid ancora non si palesava, la UEFA già dimostrava un particolare interesse speculativo e lucrativo sulla partita conclusiva di una competizione. La partita di cui parliamo è Arsenal - Chelsea, finale di Europa League di qualche anno fa.
29 maggio 2019. Baku. Azerbaijan. Circa seimila biglietti per squadra messi a disposizione dall'Uefa in un impianto da 68.700 posti. 12.000 su quasi 69.000. Al di là delle questione che emersero sulla sicurezza dei tifosi che sarebbero andati, c'era un dato sconcertante: solo il volo di ritorno aveva un prezzo di circa mille sterline. 3 mila miglia. Nessun volo diretto. Oltre 10 ore di volo, con vari scali. Visto per entrare in Azerbaijan, con appena 19 giorni a disposizione.
A proposito dei pochi biglietti concessi, l'Uefa comunicò che: "offrire più biglietti alle tifoserie delle squadre partecipanti, senza alcuna garanzia che essi sarebbero stati in grado di organizzare un viaggio adatto per raggiungere Baku, non era una scelta responsabile".
Jurgen Klopp, che sappiamo non essere una persona che si giri dall'altra parte in queste vicende, sottolineò: "I signori dell'Uefa, che decidono la posizione delle finali, non so cosa abbiano in mente. Baku... non so nemmeno come arrivarci, né so se ci sono voli diretti per questa destinazione. Queste decisioni devono essere pensate meglio. Devono mostrare più considerazione verso i tifosi quando scelgono le città che ospiteranno le finali. È irresponsabile, non so come fanno".
Con un rapido fast foward, arriviamo ad oggi. Maggio 2022. Le finali, finalmente, geograficamente agevoli: Parigi Champions League, Siviglia - Europa League e Tirana Conference League. Ma, come si diceva, c'è un problema. Se non IL problema. Ovverosia la disponibilità dei biglietti.
Liverpool e Real Madrid, le contendendi della coppa dalle grandi orecchie, hanno ricevuto ciascuna squadra 15.600 biglietti da destinare ai propri tifosi, il cui prezzo varia da 70 a 690 euro: 31.200 totali. Il Saint Denis ne fa 75.000. Gli altri 40.000?
L'UEFA ha riservato più di 30.000 biglietti alle federazioni affiliate e ai partner. Una passerella, quindi.
Se Jurgen Klopp aveva disprezzato l'atteggiamento del massimo organo europeo per una finale in cui non era protagonista, si immagini ora. Ed infatti, durante una recente conferenza stampa, ha detto: «È vero quello che ho letto, che avremmo solo 20.000 posti, anche il Real, mentre lo stadio ha 75.000 posti? A chi saranno assegnati gli altri biglietti?».
L’Equipe ha stimato che sul mercato nero i posti più economici siano attualmente rivenduti a oltre 3.000 euro.
Non solo Klopp. Un gruppo di tifosi dei Reds, lo “Spirit of Shankly”, ha emesso questo comunicato: «Per migliaia di persone non ci sarà nessun viaggio a Parigi perché ci sarà carenza di biglietti. Ancora. Lo Stade de France, sede della finale, può ospitare 75.000 tifosi. Liverpool e Real Madrid ricevono ciascuno meno di 20.000 tagliandi. In totale, i fedeli sostenitori costituiranno poco più del 52% della totale. Un sorteggio aperto a tutti mette in palio altri 12.000 posti (16%) e il resto sarà assegnato alla “famiglia” UEFA e principalmente agli sponsor». Prosegue : «Sfortunatamente, per alcuni di quelli abbastanza fortunati da ottenere un biglietto, il costo sarà proibitivo. Ci sono quattro categorie di prezzo, che vanno da € 70 a € 690. La maggior parte dei biglietti sono di categoria 3 e costano €180 ciascuno. Non sono previste agevolazioni per gli over 65 e gli under 16. In precedenza erano disponibili pacchetti bambino-adulto, ma non di più». Infine, una chiosa ed un attacco a Ceferin: «Resistendo alla fallita Superlega, il presidente UEFA Aleksander Ceferin ha detto: “Non riesco a capire come puoi vedere i tuoi fan protestare e non essere interessato. Comunque sei pieno di soldi, non sei povero, ma ne vuoi sempre di più”. Ebbene, signor Ceferin, i tifosi del Liverpool stanno protestando e sembra che a lei non importi. La UEFA non è povera, ma sembra volere sempre di più».
Pronta la risposta del numero uno UEFA: "Ho spiegato la cosa a uno degli allenatori delle due squadre (finaliste) un paio di giorni fa. Ci ho messo molto più tempo perché ho letto ogni singolo numero. Dagli incassi delle finali l'Uefa prende il 6,5 per cento e il 93,5 per cento va ai club. Dalle altre partite il 100 per cento degli incassi va ai club. I tifosi di entrambe le squadre ottengono 20.000 biglietti ciascuno. Se gli sponsor che pagano 100 o più milioni di euro di sponsorizzazione - di cui il 93,5 per cento va agli stessi club - ottengono dei biglietti, è parte di un obbligo contrattuale che abbiamo. La Uefa non ottiene più biglietti degli altri. Alcuni biglietti vanno al mercato, altri ai tifosi e altri ai partner. Non è l'Uefa. Non do biglietti gratis ai miei amici né vendo a miei amici. È il sistema che funziona così e i club non potrebbero funzionare diversamente. Per noi non cambierà molto se tutti i biglietti saranno 10 euro, ma cambierà molto per i club. Molto".
Il problema non riguarda solo la Champions. A Tirana, Albania, si disputerà la prima finale della neo nata Conference League. A contendersi il novello trofeo la Roma e il Feyenoord. Come per Parigi, al momento dell'apertura delle vendite ogni sistema è andato in tilt.
Un totale di 16.500 biglietti su 20.000 (la capienza dello stadio) sono a disposizione dei tifosi e del pubblico. Giusto quantitativo se non fosse che le due squadre ne hanno ricevuti 4.000 ciascuna, totale 8.000, mentre i restanti 8.500 biglietti sono in vendita per chiunque.

Proprio quegli 8.500 biglietti hanno fatto ritornare sulla scena i bagarini. Non più quelli di una volta fuori dagli stadio che, con tono sornione e voce baritonale, offrivano posti a prezzi maggiorati, ma questa volta online. Su piattaforme come E-Bay ed altre di aste, sono apparsi i biglietti alcuni biglietti dei circa 1.800 che la Roma ha riservato ai 166 sostenitori che avevano partecipato alla trasferta nel gelo di Bodo (sconfitta 1-6). Sono stati riconosciuti dalla chiave di accesso.
I prezzi? Da 800 euro, per arrivare a 1.500 sino alla modica cifra di 10mila euro per due biglietti. La furia della tifoseria è immediatamente emersa (ricordiamo che la Roma non disputa una finale europea dal 1991 - Coppa Uefa contro l'Inter) per chi non ha potuto avere il biglietto per sorteggio dovendo ricorrere alla ricerca di quelli a pagamento ma senza limitazione di nazionalità . Prezzi da 80 a 125 euro.


La richiesta è stata di individuare i venditori del biglietto per ripetere il sorteggio e annullare quei tagliandi. La società, però, non ha emesso lei stessa i tagliandi e, quindi, non può risalire ai bagarini.
Anche il Feyenoord ha voluto far sentire la propria voce. In un comunicato ufficiale ha detto: "Il Feyenoord non è stato informato dalla UEFA di una vendita anticipata dei biglietti per la finale verificatasi nella giornata di oggi. La dirigenza del club ha subito chiesto chiarimenti alla UEFA, affermando che ciò è inaccettabile. La UEFA ci ha comunicato che sta indagando sulla situazione e che fornirà rapidamente una risposta al Feyenoord".
Tutto troppo complesso. Finali trattate come passerelle per sponsor o ospiti di vario calibro o, peggio, organizzate in impianti di ridotte dimensioni così da lasciare spazio a lucri ingiustificati. Una migliore gestione, orientata verso il tifoso, sarebbe davvero auspicabile e necessaria ma parliamo di "aria fritta". Sappiamo chi è Ceferin. Sappiamo cosa voglia. Non esiste la volontà, in seno all'UEFA, di volervi porre rimedio. L'esempio di Baku non è servito.
La direzione che si sta prendendo è quella che vede le finali non come l'atto conclusivo di un percorso sportivo ma unicamente come esibizione e show. Una proto SuperBowl.
Tutto questo porta, inevitabilmente, a relegare il tifoso come qualcosa di marginale. Che ci sia o meno non è un problema perché comunque i biglietti verranno venduti. A chi? Naturalmente a chi ha la possibilità di potersi permettere economicamente la trasferta.
La dimensione elitaria delle finali è appena cominciata.
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Impuro, bordellatore insaziabile, beffeggiatore, crapulone, lesto de lengua e di spada, facile al gozzoviglio. Fuggo la verità e inseguo il vizio. Ma anche difensore centrale.
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