
- di Alessandro Ginelli
Considerazioni sparse post Real Madrid-Chelsea (2-3 d.t.s.)
Il nostro Natale si è ufficialmente spostato al 9 settembre, il giorno in cui a Zara è nato Luka Modric.
- Nel ritorno del quarto di finale di Champions League il Chelsea insegue un miracolo per ribaltare l'1-3 di Stamford Bridge. Per farlo Tuchel decide di stravolgere l'undici iniziale che aveva sofferto terribilmente i blancos: passaggio alla difesa a quattro con Christensen - forse il peggiore una settimana fa - in panchina, Kovacic al posto di Jorginho e tridente "leggero" con Mount a sostegno di Havertz e Werner. Ancelotti, al contrario, conferma i confermabili, riproponendo Valverde in posizione ibrida sulla fascia destra;
- Carlo Ancelotti è un emiliano pratico e onestamente comprendiamo bene il suo ragionamento, ma tra le meraviglie del calcio moderno c’è il fatto che i valori si possono completamente ribaltare nel giro di soli 6 giorni, anche perché tra i “non confermabili” Carletto deve rinunciare a Militao, sostituito assai malamente da Nacho e anche al God Mode di Karim Benzema che non è che possa fare 3 gol ogni partita. Anche perchè a volte ne basta solo uno, al momento giusto;
- Il Chelsea domina la partita per lunghi tratti e il gran gol di Timo Werner al minuto 75 sembra chiudere definitivamente sia il match che il discorso qualificazione. Poi però succede l’equivalente della trasmutazione dell’acqua in vino alle Nozze di Cana se i Libri Sacri si applicassero all’ambito calcistico. Noi in redazione abbiamo già ufficialmente spostato il Natale al 9 settembre, ovvero nel giorno in cui a Zara dall’amore tra Radojka e Stipe è nato il piccolo Luka. Nel Modricismo c’è spazio per tutti e vi attendiamo numerosi. L’assist che trascina di peso i tempi supplementari al suo Real Madrid è semplicemente una delle cose più belle che si siano mai viste su un rettangolo verde;
- Prescindendo dall'eliminazione, un elogio a questo Chelsea ci sembra doveroso. I Blues scendono in campo senza alcuna traccia del famoso "miedo escénico" che caratterizza il Bernabéu, giocano una partita straordinaria segnando tre gol e dominano grandissima parte del match, il tutto con alle spalle una situazione societaria spaventosa e nemmeno uno straccio di sicurezza per il futuro. Un grande applauso va a Tuchel e ai suoi giocatori, che in un anno e mezzo sotto la gestione del tedesco sono cresciuti in maniera spaventosa: se avessimo potuto scegliere noi, entrambe le squadre sarebbero già in finale;
- Il Real Madrid raggiunge quindi la semifinale di Coppa Campioni/Champions League per la trentunesima volta nella sua storia. Sono almeno 11 semifinali in più di qualsiasi altra squadra. Ogni anno di più, i Blancos mettono in chiaro che per vincere questa competizione bisogna passare sempre e comunque sul loro cadavere: potranno non essere obbligatoriamente i più forti o quelli che mettono in mostra il miglior gioco, ma la magia della Champions gli scorre nel sangue e nel cuore. Il quattordicesimo trionfo nella competizione europea per club più prestigiosa al mondo, non é più un miraggio.
(in collaborazione con Gabriele Moretti e Lorenzo Lari)
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Nato a Cremona il 23/11/1996. Conserva nell'armadio i pantaloncini del suo esordio in Serie D allo Stadio Euganeo di Padova. Non sa scegliere tra la parte sinistra e quella destra del proprio cervello e nemmeno quale sia il suo sport preferito. È fermamente convinto che il Paradiso sia un'Olimpiade che dura in eterno.
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