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, 9 Aprile 2022

Considerazioni sparse post Cagliari-Juventus (1-2)


La zampata di Dusan Vlahovic risolve un sacco di problemi alla Juventus.


- Che Juventus-Inter della scorsa domenica sarebbe stata una di quelle partite che valgono molto più dei punti che mettono in palio era chiaro a tutti fin da prima dell'incontro, ma questo turno di campionato è stata un'empirica dimostrazione bilaterale di questa legge non scritta. Se l'Inter brilla di smalto ritrovato e si libera agevolmente del Verona a San Siro, la Juve a Cagliari vive un inquietante flashback e si ritrova impantanata nella sciagurata e nevrotica versione di se stessa di inizio stagione. Per un tempo la squadra di Allegri si vede a un passo da una situazione scomodissima, poi ci mette la zampa il signore con il numero 7 che, nonostante tanti discorsi, la porta la vede sempre discretamente;

- Se l'equilibrio dei bianconeri è di per sé fragile, il gol di Joao Pedro, proprio in avvio, è il grimaldello che manda in fumo tutte le certezze costruite con pazienza e dedizione da Allegri negli ultimi mesi. La Juve si riscopre nervosa e insicura, carica a testa bassa e prova confusamente a dominare una partita che sembra perennemente sfuggirle. Tra occasioni frenetiche e gol annullati, somiglia una di quelle sere in cui tutto è destinato a girar storto, ma la sliding door della partita è il gol da centravanti di de Ligt appena prima dell'intervallo, che scaccia qualche fantasma e restituisce ai bianconeri la sicurezza per imporsi nella ripresa;

- Lo specchio di una squadra un po' schizofrenica è la prestazione drasticamente bipolare del suo numero 10. L'avvio di gara di Paulo Dybala è tanto brutto da non sembrar vero: l'argentino fa tutto al contrario, perde il pallone da cui nasce il vantaggio del Cagliari e sembra scarico e nervoso, in quelle sere dove non riesce proprio niente. Poi, lentamente ma costantemente, la sua partita prende una svolta, la scintilla si accende nella ripresa e in fin dei conti la Joya risulta anche uno degli uomini più decisivi in campo. Il messaggio, alla fine, è che da qui a fine anno la Juventus abbia davvero bisogno della miglior versione del suo numero 10;

- In casa Cagliari era difficile far peggio rispetto all'ultima uscita e, paradossalmente, forse proprio questa gara senza troppe aspettative poteva essere l'occasione migliore per riprendere fiducia dopo un periodo difficilissimo. Agli uomini di Mazzarri non sembra vero di trovarsi avanti dopo 10 minuti, e il gol di Joao Pedro permette ai rossoblu di enfatizzare un piano gara già abbastanza chiaro. Il Cagliari tira una riga e si mette tutta lì dietro, lasciando la Juventus a fare i conti con se stessa: dopo l'1-0 è un evento raro vedere i padroni di casa superare la metà campo e, a conti fatti, alla fine è un po' troppo poco e l'impressione è che difficilmente questa squadra possa far meglio di così;

- A rincuorare Mazzarri però può esserci un'egregia prova difensiva del suo terzetto arretrato, su tutti Lovato che concede a Vlahovic giusto un rimpallo (ma decisivo), segno di un tentativo di ritrovare solidità dopo una sbandata inaccettabile. Tra i bianconeri, oltre a Dybala, è decisivo Juan Cuadrado, autore di un'altra prova di grande spessore ma, come sempre quando sta bene, spicca su tutti la monumentale presenza di un inesauribile Giorgio Chiellini, vero uomo ovunque di una Juve in cui può ancora pretendere il suo posto. Forse, più ancora di Dybala, sarà proprio lui il più difficile da sostituire il prossimo anno alla Continassa.

  • Nato a Biella il 30/07/93, laureato in Matematica per motivi che non riesco a ricordare. Juventino di nascita, vivo malissimo anche guardando le partite dell’Arsenal, di Roger Federer e di qualunque squadra io scelga a Football Manager (unico sport che ho realmente praticato). Fanciullescamente infatuato di Thierry Henry, sedotto in età consapevole da Massimiliano Allegri, sempiternamente devoto a Noel Gallagher.

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