Considerazioni sparse post Inter-Fiorentina (1-1)
Italiano complica i piani scudetto di Inzaghi, nonostante le solite difficoltà viola in fase di conclusione.
- La solita Fiorentina, la solita Inter degli ultimi mesi. Pregi e difetti delle due squadre si compensano e annullano in questo anticipo della trentesima giornata di Serie A. Quella di Milano è una bella partita dai ritmi alti, giocata a viso aperto specialmente nella ripresa, con due squadre che hanno bisogno di vincere per non perdere i rispettivi treni in corsa dell'Europa e dello Scudetto. La sensazione rimasta è che ai punti sarebbe stata avanti la Fiorentina, mentre l'Inter lascia un'impressione di squadra forte ma con qualcosa di irrimediabilmente danneggiato nel motore (solo in parte spiegabile con l'assenza di Brozovic). Ma alla fine dei conti il pareggio è un risultato corretto;
- Il primo tempo vede il classico copione scritto dalla squadra viola. I ragazzi di Italiano impongono il proprio piano gara per una buona mezz'ora, demolendo sul nascere le trame interiste e sfoggiando con efficacia le proprie, almeno fino agli ultimi 25 metri. Poi la Fiorentina irrimediabilmente si perde, si fa murare, sbaglia l'ultimo passaggio. Mentre i tentativi da fuori, pur insidiosi (con Saponara e Gonzalez) trovano Handanovic sufficientemente attento. L'Inter, prima schiacciatissima, chiude in crescendo, con un gol giustamente annullato e un paio di buone occasioni vanificate;
- Nella ripresa la gara si alza prepotentemente di ritmo, complice l'immediato vantaggio dei Viola firmato Torreira (quarto centro in campionato). L'Inter deve rincorrere e si butta in avanti abbandonando inefficaci tatticismi, la Fiorentina si allunga e subisce il pari immediato da Dumfries. Ancora, pregi e difetti: il gol gigliato è un'elegante sviluppo innescato da Castrovilli (ottima prova, finalmente), con Gonzalez bravo a destreggiarsi in area e a trovare l'ennesimo inserimento di Torreira, costante uomo in più nelle manovre offensive dei toscani; quello dell'Inter è l'atavica sofferenza della Fiorentina sui palloni da esterno a esterno, i meno leggibili per una difesa che ha sempre tanto campo da coprire alle spalle e che viene colpita nei suoi punti più vulnerabili, i terzini (Biraghi e Venuti, oggi in campo per l'assenza di Odriozola);
- La Fiorentina se la cava in più situazioni, con i centrocampisti che indossano l'armatura (e Torreira che perde un dente), e soprattutto con il blocco centrale di difesa Terracciano-Igor-Milenkovic sempre attento. L'Inter inverte il trend della gara alzando i ritmi, ma fatica anch'essa in avanti. Oltretutto, è poco attenta nelle marcature preventive e soffre una costante inferiorità a centrocampo. Tutti fattori che, a baricentro alzato, la espongono a pericolose ripartenze: Ikoné allo scadere ne fallisce una incredibile facendosi murare da Handanovic. Abulica in mediana, abulica in attacco: dei cinque attaccanti messi da Inzaghi, nessuno praticamente lascia traccia salvo qualche guizzo di Correa. E così oltre a Dumfries anche il buon lavoro di inserimento di un Vidal oggi pimpante non può bastare;
- Dumfries, dicevamo. La firma sul pari è solo il riconoscimento per una partita di grande livello e intensità, su tutti i 90 minuti. Nel generale inceppamento delle manovre offensive nerazzurre, l'esterno olandese pur con tutti i difetti del caso in termini sia tecnici che di scelte, è l'unico che cerca in maniera continua l'attacco dello spazio alle spalle della difesa viola non facendo mancare il supporto dietro. Nell'Inter si salvano a pieno lui, il pacchetto difensivo e Vidal; gli altri sono assenti ingiustificati e pesanti. A metà Perisic, che pasticcia sullo svantaggio ma regala l'assist a Dumfries aiutando ad alzare il baricentro nella ripresa. In casa viola la recriminazione principale può essere solo contro l'esistenza delle porte da calcio: quello del gol sembra essere un pedaggio da pagare malvolentieri. Prova di lotta e di governo che manca troppo spesso di uno sbocco finale; Piatek non la vede mai e ancora una volta è Torreira a pagare l'obolo al risultato. Unica nota a Italiano: lasciano perplessi i tre cambi al novantesimo.
(foto in copertina: Eurosport)
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