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, 8 Marzo 2022

Considerazioni sparse post Liverpool-Inter (0-1)


L’Inter saluta la Champions disputando una partita gigantesca.


- Ad Anfield l’Inter cerca l’impresa e quell’iniezione di fiducia magari decisiva in vista della corsa scudetto. Il Liverpool non vuole rischiare brutti scherzi sulla propria continuazione europea. Ne esce una gara bellissima e ad altissima intensità. L’Inter segna ma non basta, il Liverpool coglie tre pali e passa con esperienza e status;

- E’ un’Inter matura e carica quella che scende in campo. Buone geometrie e buona gestione dei tempi della gara. Purtroppo la sciocchezza di Sanchez compromette la perla di Lautaro e le residue chance di passaggio ai quarti. Inzaghi fa dei cambi inutilmente conservativi e sostanzialmente incomprensibili. Se non altro i suoi escono con una bella iniezione di consapevolezza;

- Liverpool sornione che come a San Siro gioca di rimessa. E comunque, tre pali e l’idea di poter essere pericoloso in qualsiasi istante. Alexander Arnold e Salah son due giocatori sensazionali (ma che facilità di calcio ha il primo?) e si caricano la squadra addosso. Gli inglesi spiegano cosa significhi a certi livelli esperienza e malizia;

- Ottimi Skriniar e Bastoni. D’Ambrosio entra splendidamente. Vidal bene in fase di interdizione ma agghiacciante in impostazione. Perisic fa il suo e Lautaro ha l’argento vivo addosso. Delude Dumfries;

- Rimane discutibile la scelta di Inzaghi di rinunciare sia a Dzeko che a Gosens per l’assalto finale. Sanchez è difficilmente perdonabile. Questa partita può lasciare tanto di positivo a livello di morale ma lascia anche due incognite grosse come una casa sulle condizioni fisiche di De Vrij e Brozovic.

  • Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.

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