5 frasi per conoscere meglio Daniil Medvedev
Il nuovo numero uno è un personaggio con cui sapremmo sicuramente di cosa parlare davanti una birra.
1. La carezza di Daniil
«Stanotte quando andate a dormire voglio che sappiate che oggi ho vinto per merito vostro: più lo farete, più vincerò». Medvedev non è stato certo il primo tennista a sfidare apertamente il pubblico, basti semplicemente pensare a Djokovic, non a caso il vero e unico idolo del russo. Nessuno però ha portato la sfida addirittura a livello mentale, con la pretesa perversa di entrare nella testa del pubblico anche una volta tornato a casa.
Durante la sfida di terzo turno contro Feliciano Lopez a New York 2019, (il torneo che sancirà la sua prima finale Slam e il suo definitivo salto di qualità) Medvedev gioca male ed è nervoso. Arriva a strappare di forza un asciugamano dalle mani di un raccattapalle, prende un sacrosanto warning e il pubblico lo subissa senza sosta con fischi e ululati. Medvedev sbruffoneggia, risponde, fa addirittura un dito medio verso lo stadio. Alla fine, nel mezzo della corrida, il russo vince e invece di smorzare i toni come avrebbe fatto chiunque, prova a concludere l'opera umiliando il pubblico pagante, con parole truci che arrivano a ricordare (al contrario) la famosa carezza ai bambini di papa Giovanni XXIII.
2. Una vita senza cervello
«Credo che sia molto più facile la vita quando non hai un cervello. Perché tu non pensi, strilli e basta. Non importa se il giocatore stia servendo o meno, tu strilli e ti godi la tua vita. Mi chiedo come possa essere, vorrei viverlo anche io un momento così perché non ne ho idea» Delle volte Medvedev si aggira per il circuito con l'aria di quel bambino che a scuola legge Baudelaire mentre i compagni di classe giocano a calcetto. La sua fine intelligenza è però costretta a scendere a patti con la volgarità del mondo dei comuni mortali e la pazienza di cui si arma ogni giorno viene messa a dura prova quando si tratta di avere a che fare con del pubblico tifoso e urlante.
Contro Hugo Gaston a Parigi Bercy nel 2021, Medvedev si trova a giocare nella tempesta, travolto dal pubblico francese che prova a sospingere in ogni modo il suo enfant prodige. Medvedev gioca in preda alla rassegnazione, vince in due set tirati e alla fine in conferenza si trova a riflettere sulla sua condizione umana. Non sarebbe meglio essere uno scemo?
3. Contro la terra rossa
«Questa è la peggior superficie per giocare a tennis, a meno che non ti piaccia sporcarti come un cane. Gerry, per favore squalificami, potrebbe diventare pericoloso per tutti. Non voglio più giocare su questa superficie». L'unica cosa che fa impazzire Medvedev più della stupidità delle persone, è la terra rossa. Terriccio che si appiccica sulle gambe, sole a picco sulla testa, pallina che rimbalza lenta, avversari tignosi che ributtano tutto in campo. Se Medvedev fosse SpiderMan, la terra rossa sarebbe Goblin. Nel 2021 a Roma, sull'orribile Grand Stand Arena contro Karatsev, Medvedev non riesce praticamente a colpire mai la pallina e racimola in tutto sei game. Il livello di esasperazione è tale che a un certo punto Daniil chiede gentilmente all'arbitro di porre fine alle sue pene e di venire squalificato in una scena che sarebbe stata bene in una commedia all'italiana di Dino Risi.
4. Shut up and take my money
«Ho fatto una brutta cosa. Faceva molto caldo e non so perché l'ho fatto». Se il Medvedev del 2022, ventiseienne numero uno al mondo con uno Slam e altri dodici titoli ATP in tasca, sembra un tipo piuttosto curioso, è solo perché evidentemente non avete ricordi del giovane Medvedev, un autentico cavallo pazzo in giro per il circuito.
Nel 2017 si rese autore di uno dei gesti più ridicoli mai visti su un terreno sportivo negli ultimi tempi. Dopo aver perso da Bemelmans nel secondo turno di Wimbledon, Medvedev prese dalla sacca il suo portafoglio e iniziò a lanciare monete verso l'arbitro Alves, rea di qualche chiamata di troppo a suo sfavore. Una follia assoluta che si concluse con 15.000 sterline di multa, la seconda multa più cara della storia di Wimbledon (il record è ovviamente di Fognini). A ripensarci oggi, gli è andata molto, molto bene.
5. Il bambino ha smesso di sognare
«E lo dico senza problemi: se ci sarà un torneo sul cemento a Mosca pre Roland Garros o Wimbledon, parteciperò. Non mi importa se non giocherò uno di questi due tornei. Quel ragazzo ha smesso di sognare e giocherà solo per se stesso. Non è solo una cosa che riguarda quanto accaduto quest’oggi. È un cumulativo. Non ho mai sentito un grande sostengo nei miei confronti, soprattutto in queste grandi sfide». La sconfitta contro Nadal in finale agli Australian Open è stata la sconfitta più dura della carriera di Medvedev. A fine partita Daniil si presenta trasfigurato in conferenza e manifesta tutta la sua delusione verso un pubblico che non lo ama e che non lo rispetta, che chiede il cambiamento e alla fine tifa sempre più furiosamente solo i soliti fenomeni.
Medvedev brama affetto ma non lo trova da nessuna parte, proprio come il suo idolo Djokovic e proprio come Nole è costretto a rifugiarsi nell'amore incondizionato dei suoi connazionali per sentirsi apprezzato. È amareggiato, e si rivolge al bambino che sognava quel mondo luminoso giocando Futures e Challenger, celebrandone però il funerale. Non c'è più spazio per i sogni. Daniil è diventato uomo.
Questo articolo è uscito in anteprima su Catenaccio, la newsletter di Sportellate.it.
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