Considerazioni sparse post Spezia-Roma (0-1)
Tre punti meritati per la Roma, in un folle tiro al bersaglio risolto solo al 97'.
- 31 tiri, dei quali 10 in porta, 4 legni e una miriade di occasioni da gol. Eppure ci è voluto un calcio di rigore al minuto 97 (dopo un lungo consulto del VAR) per trovare la rete, dopo l’ennesima azione in cui il pallone aveva danzato per diversi secondi sulla linea di porta, facendola sembrare ormai stregata. Chi vi scrive non è mai stato tenero con i giallorossi e con il loro gioco quest’anno, ma oggi a La Spezia si è finalmente vista una squadra propositiva, sempre pericolosa e che ha dominato in lungo e in largo come mai prima in stagione. La classifica resta deficitaria, ma finalmente si vedono passi avanti, in attesa di un match con l’Atalanta che potrebbe dire molto;
- Lo Spezia ha sfiorato un’altra impresa rocambolesca, dopo i 3 punti con zero tiri in porta a Napoli e l’exploit di San Siro con il Milan. Agli uomini di Thiago Motta, nonostante gli evidenti limiti, non si può dire manchi la voglia di portare a casa, in qualsiasi modo, il risultato. Se il carattere è da applausi e alcuni rodati meccanismi offensivi pure, non si può però dire lo stesso della fase difensiva, dato che ogni possesso della Roma sulla trequarti sembrava poter sfociare in un gol o in un’occasione clamorosa;
- La Roma si presenta con un 3-4-2-1 molto “Fonsechiano”, e la mossa funziona. Pellegrini e Mikitharyan tra le linee sono maggiormente a loro agio e più liberi di mettere in mostra le loro migliori caratteristiche, inoltre formano un quadrilatero con Cristante e Veretout che consente di muovere la palla con maggiore qualità. Zalewski è la mossa a sorpresa sulla sinistra al posto dello spento Vina e risponde con una prova solida. Lo Spezia risponde con la consueta avanguardia nel non schierare nemmeno un centrocampista di ruolo, che porta i suoi frutti in alcune ripartenze ma anche a qualche disfunzione che contribuisce a portare il pallino del gioco quasi costantemente agli avversari;
- Nella ripresa, con lo Spezia ridotto in 10, la Roma butta nella mischia Zaniolo passando al 4-2-3-1 e inevitabilmente si finisce a giocare ad una porta sola. Lo Spezia non sembra solidissimo e soffre tremendamente le lunghe fasi di difesa posizionale, ma un Provedel ispiratissimo (e lo scarso cinismo dei giallorossi) lo tiene in vita fino all’ultimo secondo, quando un glaciale Abraham -fin lì il peggiore in campo- decide la contesa dagli 11 metri;
- Venendo ai singoli, Cristante dirige bene il traffico, Kumbulla dopo gli affanni di inizio stagione sembra ad oggi il centrale più affidabile. Bene anche Mikitharyan, Pellegrini e uno Zaniolo ancora a tratti troppo confusionario, ma che mostra una voglia di spaccare il mondo e un’innata capacità di creare occasioni pericolose. Male Mancini, e non è una novità. Negli spezzini brillano Verde e Bastoni, fino a che sono in campo, mentre Reca soffre troppo sulla sinistra e Nzola fa rimpiangere Manaj.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.