Considerazioni sparse post Lazio-Porto (2-2)
¡Viva la vida, muera la muerte! Coppa Uefa e guerra. Vida y muerte a soli 3000 km.
- Una guerra in corso. Come sempre del resto. Ogni maledetto giorno. Solo che da questa mattina la prossimità di essa ha portato i più ad avere un maggiore rammarico per eventi ludici come la partita di Europa League. Eppure. Eppure forse l'unico antidoto è il gioco. La Vita. Proviamo quindi a raccontare quanto visto in campo;
- Palleggio basso prolungato e pressing che pare inefficace. Ma stasera nella Lazio c'è Immobile. Recupero di Savic e vantaggio. Indovina chi? Ciro. La squadra di Sarri dopo il vantaggio cresce, recupera spesso palla e va altre due volte in rete ma in fuorigioco. L'impensato però accade. Lo stesso Savic non toglie per tempo la gamba. Palla da una parte e gamba avversaria che impatta. Rigore del Porto e pareggio;
- Il Porto ritorna in ritardo dalla pancia dell'Olimpico ma aggredisce subito la Lazio. La difesa trema ma non cade. L'11 sarriano riparte subito all'assalto. Bastano, però, una decina di minuti scarsi e un impaccio di pensiero e il Porto passa in vantaggio. Il colpo è assestato psicologicamente. Il tempo per rialzarsi c'è. La bacchetta del direttore la prende saldamente Luis Alberto che affronta la malasorte. Magia nera, e la porta lusitana non viene scardinata nonostante svariate occasioni. Pali e traverse. Ossa e sangue. Rabbia e rassegnazione. Arriva l'ennesimo palo, poi Cataldi porta il pareggio. Ma è tardi. Peccato;
- Strakosha enorme. Patric ancora una volta che assume le sembianze di un giocatore di calcio. Luis Alberto Direttore d'orchestra con la D maiuscola. Savic dà, Savic daje! Hysaj male. Pedro, Immobile e Felipe Anderson a livelli ottimali. Il passaggio del turno era meritato anche per il gioco espresso dalla squadra. Sarri c'è. La sua impronta sempre più chiara ed evidente. Avanti cosí;
- Il Porto vive di momenti. Ma quei momenti sono esaltanti. Basta una linea distante dall'altra e la tecnica dei lusitani emerge davanti agli occhi. Va avanti ma non meritando. Gli Dei del calcio hanno voluto premiare la maggiore compattezza portoghese nei 180'.
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