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3 min

- di Daniele Abate

Considerazioni sparse post NBA All-Star Game 2022


Vince il Team Lebron e Curry ne mette 50 con 16 triple (nuovo record), conquistando il premio "Kobe Bryant" come MVP della partita. James infila il canestro decisivo che ferma il punteggio sul 163-160.


- Partiamo dalle squadre. Team Durant: Joel Embiid, Ja Morant, Jayson Tatum (al posto di KD infortunato), Andrew Wiggins, Trae Young, LaMelo Ball, Devin Booker, Rudy Gobert, Zach Lavine, Khris Middleton, Dejounte Murray (al posto di Draymond Green), Karl-Anthony Towns. All. Erik Spoelstra. Team James: Giannis Antetokounmpo, Stephen Curry, DeMar DeRozan, Nikola Jokic, Jimmy Butler, Luka Doncic, Darius Garland, Jarrett Allen (al posto di James Harden), Donovan Mitchell, Chris Paul, Fred VanVleet. All. Monty Williams. Sulla carta, il meglio del meglio del meglio del meglio;

- L’evento finale dell’All-Star Game, ha regalato sicuramente divertimento, grazie a due team che si sono goduti il ritrovo e hanno dato spettacolo come da attese. Le assenze forzate di giocatori del calibro di Durant, Harden, Green, Chris Paul (infortunato, ma presente in campo), non hanno scoraggiato le due squadre che si sono fatte trovare pronte al momento della palla a due;

- La partita è stata anche l’occasione per tanti giocatori che hanno avuto modo di poter esordire, di incidere il loro nome nella storia di questo sport. Vale la pena citare la prima convocazione per Andrew Wiggins che finalmente pare essere definitivamente maturato; Ja Morant che sta conducendo una stagione di altissimo livello e anche ieri ci ha deliziato con giocate senza senso; DeMar DeRozan che sta viaggiando con medie da fuoriclasse; Dejounte Murray e LaMelo Ball, chiamati a sostituire gli assenti Draymond Green e Kevin Durant; Fred VanVleet, passato da essere un undrafted a giocare la partita delle stelle. Storie che quasi solo l'NBA sa regalare;

- A vincere è il Team James, grazie ad un Curry in stato di grazia capace di infilare 16 triple - che gli valgono il record assoluto nella storia dell'All Star Game - e segnare 50 punti (2 soli in meno per eguagliare il record di Anthony Davis), ed un James decisivo nel finale. LBJ si sta dimostrando pure un fenomenale selezionatore: non può essere più un caso, dopo cinque successi consecutivi, che a vincere la partita delle stelle sia sempre la sua squadra. Nel Team Durant, orfano del proprio capitano, da sottolineare le prestazioni di Embiid, capace di segnare 36 punti, e degli ottimi esordienti Ball-Murray;

- Passando ad una cronaca/rassegna stampa degli avvenimenti più importanti del match. Il primo quarto vede vincitore il Team Lebron grazie ad un Luka Doncic capace di piazzare due triple nel finale e fissare il punteggio sul 47-45. Nel secondo, invece, il Team Durant grazie ad un ottimo apporto dei giovani esordienti LaMelo Ball e Dejounte Murray - capaci di infilare 23 punti - chiude il quarto col punteggio di 49-46. Durante l'intervallo c’è stato spazio per la cerimonia per il 75mo anniversario dell’NBA, dove tutti i giocatori appartenenti alla lista stilata ad inizio anno hanno sfilato sul palco, annunciati dagli atleti che un domani rappresenteranno questo sport. Ma torniamo al campo. Il terzo quarto termina con un punteggio di 45-45 grazie ad un Curry capace di segnare 7 triple solo nel terzo periodo. Col punteggio per la vittoria fissato a 163, il Team Durant prova a recuperare lo svantaggio accumulato, approfittando dei continui errori concessi dal Team James nel tentativo di far superare a Curry il record di 52 punti appartenente a Anthony Davis. Sul punteggio di 161-160 per il Team James è però il capitano a deciderla con un canestro ispirato (per sua stessa ammissione al termine della gara) a Michael Jordan. Al termine della partita, il premio "Kobe Bryant", istituito quest’anno e che va a sostituire nominalmente il premio di MVP, viene consegnato meritatamente a Steph Curry;

- È opportuno citare al termine del weekend dell’All-Star Game anche quello che è successo nelle notti di venerdì e sabato, partendo dalla vittoria del Team Barry capitanata dall’MVP Cade Cunningham nel trionfo del Rising Star, che quest’anno ha cambiato formato, permettendo a 4 team formati da giovani giocatori di mettersi in mostra. Proseguiamo con la vittoria del duo Bane-Haliburton nella nuova sfida Clutch Game (che prevede la realizzazione di cinque canestri “iconici”) e quella di Obi Toppin (con uno Spike Lee in splendida forma) nello Slam Dunk Contest. Ultima, ma non per importanza, la straordinaria prestazione di Gianmarco Tamberi, fresco vincitore della medaglia olimpica per il salto in alto, che nella gara delle celebrità si è messo in mostra realizzando schiacciate e guadagnandosi l’ammirazione dei tanti presenti allo stadio. La felicità negli occhi di Gianmarco è la cartolina più bella per chi non è abituato a seguire questo sport, perché ci permette di capire quanto resti importante questo evento, che per fronteggiare il calo di ascolti degli ultimi anni sta provando a reinventarsi alla ricerca della formula vincente che siamo sicuri l’NBA riuscirà a trovare.

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Nato l’1 Luglio 1995. Rossonero di terza generazione, riuscito nell’impresa di non vedere una vittoria del Milan a San Siro. Scrittore fuori tempo. Terzultimo romantico. Vorrebbe sedersi a tavola con Hemingway e Irving. Crede nell’arte in tutte le sue forme. Ritiene che qualunque cosa riesca a dare un’emozione vada raccontata.

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