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, 21 Febbraio 2022
3 minuti

Bolelli e Fognini contro la torcida


Spoiler: a Rio hanno vinto loro.


Contro la stanchezza e gli infortuni, contro l’inesorabile scorrere del tempo, contro due avversari oltremodo validi, contro l’ostile quanto sportiva torcida di Rio de Janeiro: Simone Bolelli e Fabio Fognini hanno vinto il torneo di doppio sul rosso brasiliano, sconfiggendo in finale l’idolo di casa Bruno Soares e Jamie Murray, fratello maggiore del più noto Andy, con il punteggio finale di 7-5, 6-7, 10-6. Per gli Azzurri è il quarto titolo in doppio vinto insieme dopo Umago 2011, Buenos Aires 2013 e l’Australian Open del 2015.

Complementari

Il sodalizio ormai ultradecennale tra il fuoriclasse di Arma di Taggia e l’ex numero 37 del mondo funziona in quanto solido fuori dal campo. I due del #TeamKPK - come lo hanno misteriosamente chiamato - sono ottimi amici, si rivolgono l’uno all’altro con l’appellativo di ”Chicco” e sono tecnicamente e caratterialmente complementari.

Il 36enne bolognese è ormai da tempo solo un doppista, numero 22 nel ranking mondiale della specialità. Solido e rapido di polso, dritto fulminante e qualche rimpianto per la pur buona carriera in singolo, gira il mondo con l’amico ligure che, compatibilmente con gli impegni nei tabelloni del singolo, continua a dimostrarsi suo compagno ideale: tecnicamente raffinato, rapido e fluido nel dritto micidiale quanto bizzoso e imprevedibile negli atteggiamenti, sembra raggiungere il nirvana tennistico al fianco dell’amico saggiamente brizzolato. Poca polemica con i giudici di linea, grande affiatamento nella comunicazione in team… giusto un po’ di sane schermaglie con il pubblico, per non restare fuori allenamento. Questo è Fogna, no? Prendere o lasciare.

Bestie nere

I Nostri erano giunti in finale dopo aver superato Escobar e Behar agli ottavi, Andujar e Martinez ai quarti e Gonzalez e Molteni in semifinale. Sul centrale di Rio, per l’ultimo atto, dovevano battere per la terza volta in questa stagione il padrone di casa Soares e il sodale scozzese Murray.

In un primo set caratterizzato dai break, Bolelli perde due servizi ma Fognini esprime un tennis di livello assoluto, alternando lob di precisione irriverente a scaldabagni scagliati lungo qualsiasi traiettoria con il suo diritto; Simone protegge bene la rete ed alla fine è 7-5 per gli Azzurri. Il pubblico è comprensibilmente schierato con il 39enne baihano, Fabio - dopo un paio di colpi a effetto - si diverte a provocare una folla intelligente nel non far mai degenerare il duello psicologico.

D’altra parte anche in campo la partita è tutto fuorché uno scherzo. Soares e Murray non mollano un centimetro, il brasiliano non sbaglia quasi niente mentre lo scozzese difende i servizi con una quantità assurda di punti vinti con le seconde di servizio. Il secondo set resta on serve fino al tie-break: i Chicchi cedono il passo dopo un misunderstanding strategico in un punto che fa saltare il banco e si va alla bella, il classico, sanguinoso tie-break ai 10. In realtà è piu agevole del previsto, Simo e Fabio si fanno strada a suon di mini-break e chiudono con una facile volée a rete dell’emiliano, a coronamento di un Open 500 da incorniciare, visto anche il percorso del Fogna fino alla semifinale del singolare persa contro il futuro top 3 spagnolo Alcaraz, poi vincitore del torneo. Perfino la torcida applaude, Soares si dice sollevato che i nostri eroi non partecipino al torneo di Acapulco, il trionfo è meritato e legittimo.

Vers l’Azzurro

Capitan Volandri ha motivo di sorridere: la Nazionale di Coppa Davis ha una coppia ben collaudata per l’eterna corsa all’Insalatiera (manca da Santiago ’76). Bolelli è ormai un rispettato esperto del settore, Fognini può allungare di 2-3 anni la sua carriera grazie a questa specialità che, tenendolo lontano dai suoi demoni e le tensioni dei match in singolo, continua a divertirlo e stimolarlo.

Si vola quindi in Slovacchia con la Nazionale potenzialmente più forte di sempre: Berrettini, Sonego e i giovani Sinner e Musetti sono pronti a dare battaglia, ma che non ci si dimentichi del doppio: non si lascino in un angolo due tennisti del livello di Fognini e Bolelli.


  • Nasce a Cagliari nel 1991, ovvero mentre al potere c’è El Principe Francescoli. Bartender per professione in omaggio a Fábian O’Neill, malato di fútbol per vocazione. Si sfoga su Ultimo Tango a Cagliari, scrive per Sportellate e Il Calcio Latino.

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