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, 18 Febbraio 2022

Considerazioni sparse post Juventus-Torino (1-1)


Due passi indietro dopo un passo avanti.


- La Juve si sgonfia e scopre che la rivoluzione di gennaio non basta a cambiare le sorti di una stagione che continua ad essere una rincorsa senza fiato, sempre in perenne ritardo. Oggi una partita che ricorda le timide prestazioni autunnali. Un vantaggio iniziale, un po’ di attesa, un avversario che cresce, il pareggio e poi scena muta. Si parlava di Scudetto ma adesso il quarto posto è potenzialmente lontano tre punti;

- È stata davvero una brutta prestazione della squadra di Allegri, un passo indietro evidente rispetto alla buona prova di Bergamo. La Juve ha creato pochissimo e anche atleticamente ha mostrato difficoltà palesi in diversi singoli, stritolati dall’atletismo demoniaco del Toro di Juric. I granata sfidano a volto scoperto i bianconeri negli uno contro uno e li vincono di fatto tutti, a partire dalla lotta madre della partita, con Bremer dominante su un Vlahovic pallido come un agnello;

- La Juve ha fatto poco con Dybala e non ha fatto nulla senza Dybala. La Joya si è fatta di nuovo male, una brutta notizia anche per la sua forza contrattuale in una trattativa che inizia a risultare estenuante. È una brutta notizia anche per Allegri, che perde una delle poche fonti di gioco di una rosa che continua a mostrare lacune tecniche irrecuperabili partita dopo partita. Il brutto ingresso di McKennie esterno largo manda in confusione la Juventus che finisce infilata dall’ennesimo scivolone di Alex Sandro, catapultato centrale con una scelta quanto meno curiosa di Allegri. Perchè non De Sciglio?;

- Ha detto bene Max in conferenza. Juric ha svegliato e scolpito il dna sopito di questo club. Il Torino oggi risponde perfettamente a tutti gli stereotipi che gli abbiamo da sempre associato. Cattiveria, cuore, aggressività, concentrazione. Juric è un vero artigiano, un allenatore forse eccessivamente codificato ma che sa entrare nella pelle dei giocatori con una velocità che ricorda solo Antonio Conte. Su tutti si erge un impressionante Bremer, che cancella per la seconda volta dal campo Dusan Vlahovic;

- Questo doppio pareggio demolisce l’entusiasmo di una piazza che martedì andrà in Spagna con tante paure sulle spalle. Questa squadra non riesce a diventare grande, intrappolata dentro ambizioni troppo grandi per le reali qualità di questa rosa. Se tutti i derby di Max venivano risolti da un soffio magico finale e improvviso, oggi nella apatia di Cuadrado si rivede la stanchezza di una rosa affaticata e che non riesce ancora a mostrarsi pronta.

  • È nato pochi giorni dopo l’ultima Champions League vinta dalla Juventus. Ama gli sportivi fragili, gli 1-0 e i trequartisti con i calzettini abbassati. Sembra sia laureato in Giurisprudenza.

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