Considerazioni sparse post Spezia-Fiorentina (1-2)
Non è certo la Fiorentina più brillante dell'anno quella di scena a La Spezia, ma dopo la vittoria in extremis di Bergamo in Coppa Italia la squadra di Italiano ritrova finalmente i tre punti in campionato.
- Torna da grande ex Vincenzo Italiano a La Spezia, accolto da una prevedibile contestazione: l'addio, dopo una promozione e una salvezza, è stato di quelli amari e rocamboleschi. Eppure lo Spezia, con le varie difficoltà del caso, sembra aver trovato in Thiago Motta un più che degno sostituto. I bianconeri si presentano infatti alla sfida con una striscia di risultati non da poco, 14 punti nelle ultime 7 gare. La Fiorentina, pur forte di una semifinale di Coppa Italia appena guadagnata e con una gara da recuperare, aveva raccolto solo 6 punti nelle sei partite giocate da metà dicembre a oggi;
- Il match si conferma subito non dei più agevoli per i viola, per quanto lo Spezia abbia ben poche velleità di far male se non con folate in contropiede. Le trame gigliate sono lente, e gli uomini di Motta sembrano temere più le brusche verticalizzazioni che l'estenuante possesso dei toscani. In una delle poche situazioni di transizione viola, Reza stende ingenuamente Gonzalez e regala un rigore agli avversari, ma dal dischetto Piatek è rivedibile come a Bergamo: palla sul palo e stavolta niente tap-in. La Fiorentina inizia a esser seriamente pericolosa solo alla mezz'ora: bella combinazione tra Gonzalez e Castrovilli, Piatek conclude al volo ma sempre Reca mura il tiro del polacco che termina in angolo. Alla fine, lungi dall'aver sofferto un eventuale contraccolpo psicologico, i viola chiudono il tempo in crescendo, o forse è solo lo Spezia a entrare in riserva, dopo gran parte del tempo passato a far pressione e densità. Fatto sta che è la Fiorentina a trovare proprio con Piatek il gol del vantaggio propiziato e diretto da Odriozola, grazie a un duello-chiave vinto dallo spagnolo a metà campo, poi seguito da un suo velo (più o meno voluto) in area decisivo nello smarcare il centravanti polacco;
- Una costatazione severa va fatta: la Fiorentina non è nella sua fase più brillante, per usare un eufemismo. Nella prima metà di gara le sue percentuali bulgare di possesso valgono un tiro solo nello specchio, quello del vantaggio al 41esimo. E se la ripresa vede i viola finalmente capaci di alzare i ritmi, del detto di Italiano "difendere bene, attaccare benissimo" continua a vedersi poco. La produzione offensiva viola dipende in gran parte dalla qualità di Nico Gonzalez nello "strappare" e dalla possibilità per Piatek, non asfissiato da una marcatura a uomo, di fare un buon lavoro tanto di aiuto nella risalita quanto nella combinazione con i compagni. Ma l'occupazione degli spazi rimane un grande irrisolto (fatta eccezione le letture e gli attacchi di Odriozola), mentre latitano le mezzali di turno Castrovilli e Maleh, che qualcosa di buono fanno con la sfera tra i piedi (assist dell'italo-marocchino), ma sprecano troppo e si muovono male. La cosa positiva per i viola è che lo Spezia, raramente in possesso palla, sembra ad un certo punto aver rinunciato a qualsiasi tentativo di sortita in avanti. E invece;
- L'immancabile gol dell'ex (Agudelo, in campo da neanche venti minuti) fa riapparire lo spettro di Empoli in casa viola. Amrabat macchia una buona prestazione da regista con un sanguinoso pallone perso, che sembra apparecchiare la gara per lo psicodramma. La Fiorentina sbanda e Colley (altro subentrato, bravo Thiago Motta a leggere il momento) va ad un passo dal castigarla ancora in contropiede. Poi è ancora il sostituto di turno di Torreira a uccidere la partita, stavolta in positivo: rasoiata da fuori area che infila Provedel sul primo palo, per il primo gol in maglia viola del centrocampista marocchino;
- Lo Spezia fa la sua partita, attendista e il più ordinata possibile. Non avrebbe meritato i tre punti (Biraghi, prima direttamente dal corner, poi su una folata personale, ha colpito due traverse), ma forse neanche una sconfitta così beffarda nel finale proprio quando l'avversario sembrava più in confusione. Dei viola si è detto spesso che vincevano poche partite "sporche": eccone due in pochi giorni, giocate non bene, vinte in extremis. Senza il fosforo di Torreira e Bonaventura, i viola fanno, disfano e poi rifanno: Piatek la sblocca dopo un rigore fallito, Amrabat la rimedia dopo un errore marchiano. Vero, le assenze a centrocampo erano di quelle pesanti, ma si sono viste poche idee, poche trame di gioco efficaci e soprattutto poche risposte. La prova proprio di Amrabat, che alla fine non si può certo giudicare come negativa, non lascia tuttavia certezze sul suo utilizzo come regista. Nel reparto avanzato, se Piatek oltre al gol quantomeno dà conferme sul suo crescente stato di forma, Sottil lanciato titolare sembra aver compiuto un brusco passo indietro rispetto alle ultime uscite, mentre i nuovi Cabral e soprattutto Ikoné (buttato dentro solo nei minuti finali, quasi da attaccante aggiunto) rimangono ad oggi oggetti misteriosi.
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