Considerazioni sparse post Sassuolo-Roma (2-2)
Non lasciamoci ingannare dal pari al 94’: questa Roma è veramente brutta e senza idee.
- Partiamo dal modulo: da quando i giallorossi sono passati alla difesa a 3 di cose buone se ne sono viste pochissime, a parte Bergamo ed Empoli, ma soprattutto si sono dimezzati gli xG creati e hanno persino subito di più. Il modo in cui la Roma è schierata in campo non ha senso: Vina e Karsdorp da esterni a tutta fascia fin qui non hanno prodotto nemmeno un assist; il centrocampo Pellegrini-Oliveira-Mikitharyan manca completamente di filtro e snatura i due giocatori di maggiore talento della rosa, costringendoli al sacrificio e togliendogli opportunità di incidere; la coppia Felix-Abraham sembra mal assortita e l’insistenza sul giovane classe 2003 rischia di bruciarlo. I cambi in corsa, poi, non hanno fatto altro che aggiungere entropia;
- Quello che preoccupa maggiormente è che idee e trame di gioco continuano a latitare da inizio stagione, e anche in fase di non possesso la squadra appare priva di automatismi, affidandosi in toto alle scelte dei singoli, con il risultato che gli avversari hanno spesso uscite facili. Insomma, Mourinho è palesemente in confusione. Lo testimoniano i freddi numeri, la noia nell’assistere alle partite di una squadra che sembra schierata a caso e il fatto che non ci sia un singolo giocatore che possa dirsi migliorato in questi mesi. Il portoghese però sembra riuscito a convincere buona parte di tifosi e addetti ai lavori che la colpe siano altrove, e mentre la rosa si svaluta e i debiti aumentano il "don’t look up" in salsa giallorossa può proseguire indisturbato;
- Ad ogni modo, la gara risulta tutto sommato piacevole, principalmente per merito di un Sassuolo sempre propositivo, che non ha paura di esporsi alla migliore arma avversaria (il contropiede). I neroverdi ovviano alle assenze pesanti di Raspadori e Scamacca con le solite idee chiare e meccanismi rodati, nei quali spicca un Traorè in stato di grazia, autore di una partita deliziosa condita da un gol e mezzo. La pecca è che dietro restano sempre un po’ “leggeri” e nel finale pagano il gap di centimetri con la Roma, subendo un gol nel recupero come capitò all’andata;
- Oltre allo straordinario Traorè, spiccano le prove di Berardi, sempre pronto al sacrificio, e Kyriakopoulos, autentica spina nel fianco sulla sinistra che si divora un goffo Karsdorp. Bene anche il solito faro in mezzo al campo che corrisponde al nome di Maxime Lopez, mentre Defrel resta nell’ombra e Ferrari soffre troppo Abraham, macchiandosi anche con il rosso che lascia ai suoi un finale difficile da gestire;
- Nella Roma la nota positiva è senza dubbio Tammy Abraham: cercato tantissimo come scorciatoia per risalire il campo, si sbatte e ripulisce un gran numero di palloni, mettendo in crisi i centrali del Sassuolo appena ne ha l’opportunità. Karsdorp, al contrario, è la rappresentazione plastica dell’involuzione che stanno vivendo tanti calciatori giallorossi. Gli fa compagnia un disastroso Mancini, che sbaglia ogni tipo di lettura difensiva: sarò impopolare, ma trovo incredibile che si discuta del rinnovo del contratto a cifre importanti per un giocatore che continua a dimostrare di non essere in grado di guidare la difesa di una big. Molto meglio di lui Kumbulla (oggi unico sufficiente nel pacchetto arretrato), fino a un paio di mesi fa bollato come “inadeguato” per una singola gara sbagliata. Chiudono la galleria degli orrori l’ennesima prova incolore di Vina, unita all’impalpabile e inspiegabile presenza di Felix per 70’. Complessivamente, serve un atto di fede per vedere la luce in fondo al tunnel.
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