Considerazioni sparse post Inter-Roma (2-0)
L'Inter si mette alle spalle la sconfitta nel derby e con una prestazione di assoluto controllo batte un'anonima Roma, guadagnandosi l'accesso alle semifinali di Coppa Italia.
-L'Inter entra in campo con la bava alla bocca, ben decisa a sbranare l'avversario. L'approccio al match dei nerazzurri è arrembante e la partita sembra incanalarsi sui binari dell'ultima sfida di campionato, quando la squadra di Inzaghi liquidò la Roma con un primo tempo devastante. Stavolta, però, l'assedio iniziale si ferma alla roboante traversa di Barella, che per poco non vale il 2-0 dopo 5 minuti. Nel secondo tempo il canovaccio della gara non cambia e, nonostante i giallorossi alzino il baricentro, i meneghini controllano agevolmente il match. La prodezza di Sanchez ammazza definitivamente una partita mai stata in discussione, consegnando al Biscione l'accesso ad una meritata semifinale;
- Mourinho torna nella sua casa, quella che l'ha reso grande e l'ha consacrato, con un solo obbiettivo in mente: fare più male possibile alla sua ex squadra. Peccato che la sua Roma si scordi di entrare in campo nel primo quarto d'ora del match. Un lasso di tempo sufficiente a mettere in evidenza tutti i problemi della squadra. Difficoltà che sono tanto mentali quanto tecniche: i tantissimi errori, anche nei più banali appoggi, dei giocatori giallorossi sono difficili anche solo da provare a spiegare. Meglio il secondo tempo, con l'avanzamento di Mhkitaryan a sfruttare il lavoro più esterno delle due punte. Troppo poco per fare male a questa Inter e troppo poco per portare a casa un quarto di finale di una competizione già di per sé complicata come la Coppa Italia;
- I nerazzurri disputano una partita tatticamente perfetta, concedendo poco o nulla alle offensive avversarie. Oggi la squadra di Inzaghi mette in mostra tutte le proprie qualità balistiche. Folgoranti le conclusioni dalla distanza di Barella, fermate solo dai legni e da un grandissimo Rui Patricio. Da applausi la rete del 2-0 di Sanchez, col quale il cileno chiude la partita andando a togliere le ragnatele dall'incrocio dei pali. Chirurgico Edin Dzeko: il bosniaco punisce ancora una volta la sua ex squadra e sfoggia, per l'ennesima volta, una prestazione da manuale. Il numero 9 rappresenta tutto ciò che un attaccante moderno dovrebbe essere. Se con la cessione di Lukaku l'Inter ha perso in termini di gol, altrettanto ci ha guadagnato sul piano del gioco con l'arrivo del Cigno di Sarajevo, il vero regista offensivo della squadra;
- Niente di nuovo all'orizzonte in casa Roma. La squadra continua a fare una fatica tremenda ad esprimersi al meglio e sembra sciogliersi alle prime difficoltà. Anche oggi la squadra barcolla pericolosamente per tutto un tempo prima di porre rimedio, senza tuttavia riuscire a trovare gli spunti giusti per fare male all'avversario. Il gioco dei giallorossi si regge, in larga parte, su Nicolò Zaniolo. Il numero 22 è l'unico a riuscire quantomeno a creare qualche grattacapo alla difesa interista, ma è costretto, troppo spesso, a predicare nel deserto. Manca qualità nella rosa capitolina, è evidente, ma mancano anche le giuste idee. Lo spartito proposto da Mourinho inizia ad essere ridondante e neanche la sua proverbiale carica sembrerebbe in grado di scuotere una squadra che vive di lunghi periodi di torpore durante il match;
- L'Inter si mette alle spalle un periodo non brillantissimo e accantona - per il momento - il sanguinoso derby perso domenica. Massimo risultato con il minimo sforzo per i nerazzurri, che senza patemi si portano a casa la posta in palio. Ottime indicazioni per Inzaghi, soprattutto da Sanchez, che si sta candidando a più che una semplice riserva di Lautaro Martinez. Roma che saluta mestamente uno dei pochi obiettivi stagionali rimasti. Rimangono per i giallorossi la Conference League e un quarto posto che, ad oggi, assomiglia più un miraggio che a un concreto obiettivo. Nessuno si aspettava troppo di più dalla prima stagione di Mourinho, ma è la qualità del gioco proposto a preoccupare. Nessun miglioramento davvero evidente, per ora, rispetto alla gestione Fonseca: dato, questo, che apre gli interrogativi su un possibile passo più lungo della gamba da parte della società con la presa dello Special One.
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