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, 6 Febbraio 2022

Considerazioni sparse post Juventus-Verona (2-0)


Abbiamo visto debutti peggiori.


- Dopo anni di "Ronaldismo" con CR7 che i problemi li risolveva nel suo personalissimo modo, e dopo 6 mesi di desolante vuoto pneumatico, la Juventus riassapora la piacevole sensazione di avere un centravanti, uno vero, uno che veste il 7 ma che è fatto a tutti gli effetti a forma di 9. La presenza di Vlahovic, pur ancora da inserire veramente negli schemi, in un colpo solo restituisce ad Allegri un intero arsenale di soluzioni a cui i bianconeri avevano quasi totalmente rinunciato: oltre alla zampata da rapace con cui il serbo dopo 12 minuti fomenta un pubblico già in fibrillazione per lui, l'ex viola consente finalmente alla Juve di avere un riferimento centrale, di costruire un'azione appoggiandosi sul centravanti e di impegnare anche fisicamente i centrali avversari. Insomma, diciamo pure una banalità: la Juventus di Vlahovic aveva bisogno come l'aria;

- Chiariamoci, non è che la squadra di Allegri incanti per fluidità di gioco e soluzioni offensive, anzi, per diversi istanti la manovra sembra sempre macchinosa, lenta ed imprecisa, ma all'interno di essa si intravede la luce di nuove possibilità. Il tridente, quando riesce a dialogare, lascia intravedere sprazzi intermittenti di ottima qualità: sgravato dagli onerosi compiti del centravanti anche Alvaro Morata riacquista un valore che aveva dissipato a combattere una guerra non sua, e si veste di luce nuova con un'ottima prova suggellata dal grande assist per Zakaria. "Devono correre" aveva detto lapidario Allegri, in perfetta linea con il suo credo, a proposito del tridente. Lo spagnolo ha spiegato esattamente quello che intendeva;

- A proposito di Denis Zakaria, e a proposito di debutti. Eccone un altro discretamente buono: mezz'ala allegriana per interpretazione e caratteristiche, lo svizzero fornisce una di quelle prove muscolari e sostanziose tanto care all'allenatore livornese, che va in crescendo con il passare dei minuti e che corona con l'inserimento a grandi falcate che porta alla firma sul 2-0, che di fatto chiude la partita. La prova sua e di Rabiot, a protezione di un Arthur impostato da play, ci suggerisce che probabilmente nella testa del tecnico bianconero il nuovo arrivo serve proprio a dare qualcosa in più come interno, piuttosto che davanti alla difesa. Sarà il rientro di Locatelli a ridefinire l'equilibrio in un centrocampo a cui un nuovo interprete con queste caratteristiche non può far altro che bene;

- Nel vernissage dei nuovi acquisti bianconeri, l'Hellas Verona dell'ex Igor Tudor non va certo a fare la vittima sacrificale, almeno fino al gol del 2-0 che sferra il colpo decisivo alla verve degli scaligeri. I gialloblu sono una delle squadre dall'identità più marcata nel nostro campionato e ad essa non rinunciano nemmeno a Torino, con il peso di alcune assenze davvero pesanti e non trascurabili. Ma la squadra di Tudor è una di quelle dai protagonisti intercambiabili, dove tutti sanno bene cosa devono fare e come devono farlo. Per lunghi tratti, soprattutto del primo tempo, il Verona sfoggia la solita buona condizione fisica che mette in crisi una Juve dai ritmi sempre un po' flemmatici, che accetta di far sfogare gli ospiti quando ce n'è bisogno. Non sono queste le gare per raccogliere i punti, ma l'Hellas sa benissimo che strada sta percorrendo;

- É arrivato il momento di dire che non è tutto oro quel che luccica, ed inevitabilmente è così. Il sorprendente mercato invernale in casa Juve ha creato un entusiasmo tra i tifosi facilmente percepibile anche attraverso il televisore e, come è più che logico, il fatto che la firma su questa vittoria l'abbiano messa proprio i due colpi principali di questa finestra di mercato non fa altro che galvanizzare un ambiente che rischiava un po' di atrofizzarsi di fronte ad una stagione decisamente problematica. Questo fa sicuramente bene ad una Juventus che aveva un disperato bisogno di una scossa, ma non deve nemmeno far nascondere tutti i problemi, evidenti fino a ieri, sotto lo sfarzoso tappeto di Vlahovic e Zakaria. Oggi la Juve torna a mettere il naso in zona Champions, ma è tra una settimana che i bianconeri siederanno all'esame veramente importante per questo obiettivo.

  • Nato a Biella il 30/07/93, laureato in Matematica per motivi che non riesco a ricordare. Juventino di nascita, vivo malissimo anche guardando le partite dell’Arsenal, di Roger Federer e di qualunque squadra io scelga a Football Manager (unico sport che ho realmente praticato). Fanciullescamente infatuato di Thierry Henry, sedotto in età consapevole da Massimiliano Allegri, sempiternamente devoto a Noel Gallagher.

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