Considerazioni sparse e pagellone post terza serata di Sanremo 2022
ll pagellone dei 25 big in gara (meritatamente in vetta Elisa e Mahmood-Blanco), un elogio di Drusilla Foer e qualche previsione sulla classifica in vista della finalissima di sabato
-Con l'ascolto di tutti e 25 i brani in gara si torna a fare le 2, quindi urge predisporre i thermos di caffè per le ultime due puntate. 5 ore di spettacolo non sono facilmente digeribili e infatti la serata vive qualche momento di scorrimento faticoso, ma ospite e co-conduttrice brillano. Cesare Cremonini (8) mette piede per la prima volta nel teatro Ariston, ma lo trasforma subito in un suo concerto, con un bellissimo medley dei suoi successi a suggellare una carriera più che ventennale. Molto bene Drusilla Foer (8), finalmente una co-conduttrice che si mangia il palcoscenico. Ritmi, tempi comici, battute sempre pronte e anche la prova del nove del monologo superata, insomma una scelta azzeccatissima. Alla faccia delle etichette che da una parte e dall’altra vengono affibbiate dai Tosa o Pillon di turno, bisognosi di un vessillo da mostrare per fare post acchiappalike in cui dividere il mondo in buoni o cattivi, bandiere o cattivi maestri, quello che conta è la bravura, e lei ne ha da vendere.
-Resta piacevole l'alternanza tra registro alto e basso, ingrediente fondamentale di ogni buon Festival. Amadeus (7,5), come scrivevamo ieri, sta sbagliando davvero poco: il mix di artisti in gara sa di manuale Cencelli sui gusti del pubblico applicato alla perfezione, ma non si è negato nemmeno qualche scelta coraggiosa e gli ascolti sono lì a dargli ragione. Sembra anche più a suo agio nel dare ritmo e rispettare i tempi della scaletta (ricordate il suo primo Sanremo?).
-Venendo al pagellone:
Elisa (8,5) e Mahmood e Blanco (8) sono un gradino sopra tutti gli altri ed è bello avere due canzoni di questo livello in gara, anche se l'esito finale sembra scontato. Elisa conferma le impressioni della prima esibizione e la sua voce riesce sempre a incantare, il duo invece va in crescendo. Se la bravura di Mahmood era già nota, soprende invece la vocalità di Blanco (non è solo pane e autotune).
Dargen D'Amico (7,5): "Dove si balla" si attacca in testa e non va via. E' vero che ha scritto cose migliori e il testo non è certo da Accademia della Crusca, ma Dargen ha già una discreta esperienza nella creazione di hit o canzoni di questo genere, quindi a differenza di altri non si è snaturato. E quindi "tra i rottami balla / per restare a galla / negli incubi mediterranei".
Emma (7): Sanremese fino al midollo, un po’ barocca per i miei gusti, ma il ritornello -grazie anche alla sua interpretazione- è decisamente intenso.
Michele Bravi (7) cresce, come previsto, a un secondo ascolto. Essendo poco “catchy” è un brano tutto sommato coraggioso per Sanremo, l’interpretazione è di livello.
Si confermano le impressioni positive sui duetti Ditonellapiaga - Rettore (7) e Highsnob-Hu (6,5), nonostante sia difficile prendere sul serio uno che si è tatuato il proprio nome sul sopracciglio
Irama (6,5) capello alla Giuseppe Cruciani e vestito con la retina per raccogliere i palloni da beach volley, canta un pezzo zeppo di futuro semplice con cui abbandona le casse e il vocoder spinto della scorsa edizione per far spazio ad archi e pianoforte. Svolta intimista tutto sommato apprezzabile.
La Rappresentante di Lista - Ciao Ciao (6,5). E’ palesemente una hit, entra in testa già al primo ascolto, le strofe molto anni ’80 -con tinte di Donatella Rettore- hanno stile e la voce di Veronica è eccezionale. Tra le cose che non convincono: la presentazione da canzone impegnata (se lo è questa allora vale tutto), i sax usati come ornamento, quella punta eccessiva di paraculaggine palpabile nel ritornello e nel finale.
Gianni Morandi (6,5) 67 anni e l’entusiasmo di un ragazzino. Una canzone solare e leggera, forse anche un po’ troppo, ma in un contesto storicamente pullulante di canzoni tristi è una boccata d’ossigeno.
Giovanni Truppi (6,5) teatro-canzone in cui tende a prevalere il recitato. Il testo è molto bello e intenso, con molti versi utilizzabili come aforismi (il mio preferito è "Lo sai, per sopravvivere, semplifichiamo il più possibile").
Rkomi (6) difficile da inquadrare (e non è detto che sia un male), c’è qualcosa di già sentito nel suo brano, oltre all’intro di Personal Jesus. Giudizio sospeso.
Massimo Ranieri (6) più preciso che nella prima serata, il pezzo è vintage ma con un ottimo arrangiamento. Perderà la sfida dei veterani con Gianni Morandi, ma entrambi sembrano aver fatto un patto col diavolo.
Matteo Romano (6) in mano a un cantante più navigato -à la Mahmood- la sua “Virale” sarebbe stata alta in classifica, il tocco di Dardust è evidente nell’arrangiamento. Il ragazzo si farà.
Fabrizio Moro (6) è bravo e artisticamente coerente, ai limiti però del ripetitivo.
Noemi (6) come interprete è sempre di livello ed è apprezzabile il tentativo di portare degli elementi di novità, evidenti soprattutto nella prima strofa. Peccato che la parte finale del ritornello però non ingrani come dovrebbe, restando sul banale. Ad oggi, "Glicine" sembrava avere una marcia in più.
Sangiovanni (6) il pupillo di Maria non incontra i miei gusti, ma è evidente che sappia dare al suo pubblico quello che si aspetta. Ha 18 anni e le idee chiare, andrà fortissimo in radio.
Achille Lauro (5,5) è un grande performer e sa come divorare un palco. Ma se alla sua quarta partecipazione continua a far parlare su di sé solo per le performance e mai per le canzoni, inizia a diventare stucchevole. Ha scritto brani bellissimi come "16 marzo" e "C’est la vie", peccato che all'Ariston non abbia mai portato in gara qualcosa di quel livello.
-Giusy Ferreri (4,5) ha la faccia di chi vorrebbe essere da tutt’altra parte. Già questo non depone a favore della sua esibizione, ma va capita: dovrebbe fare causa a chi le ha detto "abbiamo un'idea geniale, vai a Sanremo e canta la terza strofa con un megafono".
Yuman (5) evanescente nonostante la voce soul.
Le Vibrazioni (5+) migliorano a un secondo ascolto, ma resta un pezzo tutt’altro che memorabile. Si salvano per l’arrangiamento (che ci sia qualcosa di "She's a maniac" è sempre più evidente).
Iva Zanicchi (4,5) l’aquila di Ligonchio ha ancora grinta da vendere, ma il brano era perfetto per Sanremo 1960.
Tannai (4,5) la canzone sarebbe anche simpatica, lui lo è di sicuro (autoironia e autocritica di certo non gli mancano), peccato che a livello vocale siamo alla seconda performance su due piena di imprecisioni e stecche.
Ana Mena (4) dovrebbe denunciare il suo autore, invece domani ci duetterà. Speriamo che insieme possano spingere l’asticella del trash un po’ più in su.
-Come ampiamente previsto dalle precedenti considerazioni sparse, il televoto porta Mahmood e Blanco in vetta, e difficilmente la lasceranno (salvo suicidi nella cover). Elisa tiene botta, ma non sappiamo quanto sia dipeso dal “cuscinetto” di voti in sala stampa. Per vederla nel terzetto di finalisti, sarà fondamentale che stasera (venerdì) non perda terreno, dato che sabato sarà tutto nelle mani del televoto. Quest’ultimo ha impennato le quotazioni di Morandi, Sangiovanni e Irama, che potrebbero andare bene anche con la giuria demoscopica. Attenzione a Gianni nazionale ma soprattutto a Irama, candidato credibilissimo per andare sul podio, a cui forse potrebbe puntare anche Emma. Gli altri sono tutti tagliati fuori, compresi La Rappresentante di Lista e Dargen, crollati sotto i colpi del voto del pubblico da casa. Ah, se volete scommettere sull’ultimo posto andate forte su Tananai o Yuman: Ana Mena sabato risalirà la china e arriverà 22 o 23esima.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Associati
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.