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, 25 Gennaio 2022

Il trionfo di Sebastian Loeb

Dopo 4 anni dall'ultimo successo nel mondiale in Spagna, Sebastian Loeb, scrive una pagina memorabile nella storia del motorsport, vincendo la 90a edizione del rally di Montecarlo, la prima della nuova era turbo-ibrida.

La classe immensa di uno sportivo, spesso, si vede con il passare del tempo, con l'inevitabile mancanza di una routine collaudata e oliata. Il doversi confrontare con avversari più giovani, più motivati e forti fisicamente, può spingere un uomo a ritirarsi da una sfida impari, probabilmente già persa in partenza. Quello a cui abbiamo assistito nel Principato di Monaco è una di quelle storie che raccontarle, a volte, non si trovano gli aggettivi giusti per descrivere un finale o il finale inatteso, incredibile e indimenticabile. Una vittoria arrivata solo nella parte conclusiva della gara a tappe monegasca, piena di colpi di scena, fin dalle primissime speciali, per arrivare all'ultima ps, la power stage, che ha definitivamente sancito il vincitore di questa fantastica battaglia.

Un inizio come ginnasta, poi, compresa la sua vera natura, decise di iniziare a pilotare una vettura da rally. Si vede subito la "stoffa", con il mondiale Junior (oggi rally2) nel 2001 con la Citroen Saxo. Nel 2003 il debutto a tempo pieno nel mondiale maggiore, con la progressione monster dal 2004 per nove anni consecutivi dell'alloro mondiale, un record, leggendario, forse inarrivabile. Il part time, dal 2012, con qualche successo di tappa a corollario di una bacheca di trofei gigantesca, dove si trova anche una coppa Pikes Peak americana (con record) anno 2013. Racer a Le Mans con i prototipi di Pescarolo, collaudatore di varie Red Bull di Formula 1 (e quasi pilota ufficiale Toro Rosso a fine 2009), ufficiale Citroen nel WTCC, Rally Cross con Peugeot e ora punta di diamante del programma Prodrive alla Dakar. Insomma, Sebastian Loeb è un vero e poliedrico professionista del volante, un vincente su ogni mezzo a 4 ruote, che siano da strada, da terra o da neve;

Sebastian Loeb scrive ufficialmente 80 vittorie in carriera, di cui 8 in terra reale, raggiungendo sulla vetta dell'albo d'oro monegasco Seb Ogier, suo storico rivale, il suo antagonista, la sua metà spirituale e sportiva che ne ha raccolto lo scettro di re e principale mattatore della specialità. Una classe sopraffina, immensa e risaltante nonostante la mancanza dal mondiale in pianta stabile dal 2012. La capacità di adattarsi alla nuova tipologia di vetture ibride e la conoscenza della variabilità di condizioni di gara della prova francese, sono stati fattori fondamentali, per consegnargli la testa della gara soltanto alla fine della penultima ps, quando sembrava che l'ordine di arrivo fosse già deciso, scritto, scolpito nella coppa del vincitore. Ma nello sport, come nella vita, spesso le sfide si scrivono solo alla parole "fine";

17 prove speciali dense di emozioni e colpi scena. Una classifica che ha visto cambiare varie volte il leader, rimanendo però circostanziato a due nomi similari, Seb… Loeb e Ogier, Ogier e Loeb, Ford e Toyota, Toyota e Ford, i veri protagonisti, vincitori e sconfitti ma pienamente consapevoli di aver scritto la storia di un rally fantastico. Le ultime due prove hanno deciso il corso della storia per Ogier, ad un passo dall'olimpo, poi caduto all'inferno per una foratura prima e per una partenza anticipata poi. Il terzo classificato, Craig Breen, con l'altra Ford Puma, ha visto solo con il binocolo i due fenomeni, giungendo a 1 minuto e 39 secondi di distacco. Gli altri "normali", Rovanpera , Greensmith, Neuville, Mikkelsen, Katsuda e Cais (la top ten) tutti mediamente distanziati di vari minuti l'uno dall'altro, ad allungare e a differenziare un livello di competitività rispetto ai primi due evidentemente e chiaramente incolmabile. Tutto ciò ridimensiona la new generation di piloti, ovvero i vari Evans, Fourmaux, Tanak e lo stesso Neuville, autori di prestazioni sottotono ed errori di pilotaggio, ponendo nebulose valutazioni sulle loro effettive qualità. Discorso valido anche per le squadre, dove Ford e Toyota hanno evidenziato uno stato di ottima forma mentre la Hyundai ha incontrato enormi problemi di affidabilità e impreparazione globale a livello di performance e affiatamento tra pilota/auto. Ovviamente è prematuro dare voti, proclamare promossi e bocciati, ma un chiaro segnale è arrivato, verso chi dovrà impegnarsi ad essere il primo della classe e chi dovrà studiare per rimediare al debito formativo;

Ed ora? I due Seb sono già acqua passata: Loeb aveva da contratto solo questa gara, ma è nell'augurio di tutti vederlo al via di qualche altro appuntamento nel corso della stagione, se non addirittura full time. Ogier disputerà circa 5/6 rally al momento, non ancora ben definiti, puntando ad un'attività prevalentemente in pista. Su tutte, entrare in un programma Hypercar a Le Mans. Soltanto la loro presenza ha enormemente valorizzato e impreziosito un appuntamento di base già estremamente importante e sentito. La loro uscita di scena fa già prevalere una strana sensazione di vuoto, di solitudine. Sì, perché senza di loro, tutto questo spettacolo sappiamo che non sarà più lo stesso. Speriamo che i nostri eroi ci possano regalare una fetta della loro succulenta torta ancora per tanto tempo, perché la fame e la gola sono grandi. E di quella che abbiamo gustato durante questo week end, sono sicuro, non ne saremmo mai sazi.

  • Nato il 3 agosto 1982 in un luogo sperduto ma bellissimo dell'Appennino Tosco Emiliano, Camugnano. Mi appassiono a 9 anni di quelle auto particolari chiamate Formula, guidate da quei caschi coloratissimi che mi folgorano l'esistenza. Imola e il suo Autodromo diventano la mia Mecca e le testate settimanali da corsa la mia Bibbia. Ogni veicolo da gara con 4 ruote mi contagia di interesse e mi cattura lo sguardo con il desiderio perpetuo di poterlo vedere dal vivo, ascoltare il suo urlo lacerante. Metto finalmente al servizio comune la mia passione.

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