Considerazioni sparse post Napoli-Salernitana (4-1)
Una Salernitana per certi versi eroica tiene duro fin quando può, poi si arrende a un destino che alla vigilia sembrava già scritto: il Napoli dal canto suo fa suo il bottino col minimo sforzo.
- 84-16 il dato sul possesso palla, 10-0 quello dei corner, 14-1 quello sui tiri in porta: i numeri del derby campano sono quelli di un massacro, come già sembrava annunciato alla vigilia. D'altronde già lo squilibrio fra le forze in gioco pende decisamente in direzione Napoli a ranghi completi, figurarsi quando lato Salernitana le assenze sono così tante da costringere Colantuono ad aggregare diversi ragazzi dalla Primavera...;
- La gara, come avrete potuto capire, è stata senza storia: fin dalle prime battute il Napoli ha preso possesso del pallone e del comando delle operazioni, con Fabian (oggi libero di inserirsi con frequenza alle spalle della punta) e Zielinski a spadroneggiare nel mezzo contro il malmesso centrocampo granata. I continui movimenti ad allargarsi di Mertens e i tagli di Elmas poi hanno mandato ulteriormente in confusione una retroguardia oggi parecchio indaffarata;
- La Salernitana però fa il suo: in una partita dal sapore speciale per i suoi tifosi e per il suo nuovo proprietario (partenopeo anch'egli) gli uomini di Colantuono, alcuni dei quali recuperati nelle ore immediatamente precedenti il match, vendono cara la pelle per quanto loro possibile, difendendo con un blocco centrale basso ma anche aggressivo, riuscendo a restare in partita fino alla fine del primo tempo;
-Nella ripresa però l'enorme gap qualitativo fra le due squadre, che pure nel primo tempo è parso evidente, si è reso ancor più palese e impietoso, rendendo il resto della partita poco più di un allenamento per il Napoli, e un'esibizione per qualche giovane primavera granata (no, alla fine non è entrato in campo il primo acquisto messo a segno dalla presidenza, ovvero il 2003 Antonio Pio Iervolino, nipote del neo-presidente, peccato);
- Per quanto riguarda i singoli: benissimo Elmas, che con una grande azione personale ha propiziato il gol del 2-1, ma soprattutto sta portando a termine gli ultimi step di maturazione: le speranze che spinsero il Napoli a prelevarlo non ancora ventenne dal Fenerbahce sembra si stiano per avverare. Non può mancare un pensiero per Insigne: 5° gol in campionato, il numero 115 con la maglia azzurra, eguagliando un certo Diego Armando Maradona: ogni sua partita ha il sapore di un lungo commiato, segnare e onorare il club che lo ha portato alla fama è senza dubbio il modo migliore per dirsi addio.
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