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, 22 Gennaio 2022

Considerazioni sparse post Genoa-Udinese (0-0)


Una partita tanto brutta da esser quasi affascinante.


- Guardare Genoa-Udinese è stato difficile, una cosa che assomiglia più ad una penitenza che ad uno spettacolo, una partita che decisamente non rispetta nessuno dei canoni classici di bellezza impressi nelle nostre menti. Bastano 20 minuti per capire che nessuno vorrebbe arrivare al novantesimo di questa caotica zuffa da calcio fiorentino, ma in realtà, in qualche strano modo, dopo un po' diventa quasi difficile privarsene. Come uno di quei programmi televisivi così assurdi che non riesci a cambiar canale per capire fino a quanto in là possano spingersi, Genoa-Udinese è di una bruttezza ipnotica, quasi irrazionale, è un film dell'orrore. Ed è sorprendente come una partita di calcio di questo livello possa far coincidere una simile povertà tecnica e tattica allo stesso tempo;

- L'idea iniziale del nuovo allenatore del Genoa Blessin sembra essere quella di una aggressione alta, volta ad alzare i ritmi del match e a riconquistare palla nella trequarti avversaria, lasciando pregustare agli spettatori un match piacevole dato da un incrocio di stili opposti. Purtroppo è solo un'illusione ottica che dura appena 10 minuti, dopo i quali la disputa si trasforma in una grossa fagiolata di contrasti e in un'aspra guerra di cortile a tutto campo, nella quale le squadre naufragano finendo per non riuscire mai a mettere insieme 3 passaggi di fila. L'atteggiamento tattico dei rossoblu è continuamente elogiato in telecronaca come "aggressivo e propositivo" ma in realtà sembra creare in campo solo una grossa confusione che, se ogni tanto dà un'impressione di efficacia, è solo per evidenti mancanze tattiche dell'Udinese;

- Pessima infatti anche la prova complessiva dei friulani, che per lunghi tratti sembrano aver seri problemi a riconoscere i colori delle maglie, per la sconvolgente continuità con cui consegnano il pallone agli avversari. Ma se una tale pochezza tecnica è stata spesso compensata da una solida organizzazione tattica di gottiana memoria, l'Udinese di oggi sembra aver problemi anche nella fase di non possesso, con una difesa che passa da 3 a 4 senza trovare mai realmente le misure. Solo le polveri bagnate di un attacco non esattamente spietato permettono all'Udinese di lasciare la porta inviolata, ma l'impressione è che contro molte altre squadre i bianconeri si sarebbero ritrovati in fretta in svantaggio. Inesistente inoltre il contributo del duo offensivo Beto-Deulofeu, poco supportato anche da una mediana molto muscolare ma sicuramente non raffinata, che sotto la pressione avversaria sbaglia cose veramente elementari;

- A tratti sembra veramente un altro sport, con regole autonome e svolgimento misterioso. Non bastano 90 minuti per vedere il primo tiro in porta, quasi non fosse più necessario calciare nello specchio per fare gol. Ci sono momenti di 20-30 secondi in cui il pallone non riesce mai a toccare terra, ma viene rimbalzato da una testa all'altra in preda al caso e ai venti. Si creano mischie quasi rugbistiche e il gioco è continuamente arrestato da una serie esasperante di falli, seguiti da una generosa (ma forse nemmeno abbastanza) dose di ammonizioni. A fine primo tempo la percentuale di passaggi riusciti dell'Udinese non arriva al 50% (e quella del Genoa non è di molto superiore), che significa sbagliare più di metà dei passaggi tentati. Anche facili. Anche di un metro. In questa partita è andato tutto al contrario;

- Anche se era impossibile auspicare tanta miseria, era altrettanto difficile vedere un bello spettacolo tra due squadre che attraversano un momento complicato e che nel 2022 devono ancora trovare la loro prima vittoria. Sappiamo delle difficoltà del Genoa, all'ennesimo cambio in panchina, e di quelle dell'Udinese, tempestato dai casi di Covid che hanno impedito anche di allenarsi regolarmente ai bianconeri all'inizio dell'anno, e sicuramente questo non aiuta. A voler andare a scavare un po' più a fondo in questo match verrebbe da dire che probabilmente il Genoa, ai punti, avrebbe meritato qualcosina in più, ma forse le immagini di Yeboah che sbaglia uno stop elementare a un metro dalla porta, o di Destro che da comoda posizione si calcia su un piede valgono più di mille parole per rappresentare al meglio questo freddo pomeriggio di serie A.

  • Nato a Biella il 30/07/93, laureato in Matematica per motivi che non riesco a ricordare. Juventino di nascita, vivo malissimo anche guardando le partite dell’Arsenal, di Roger Federer e di qualunque squadra io scelga a Football Manager (unico sport che ho realmente praticato). Fanciullescamente infatuato di Thierry Henry, sedotto in età consapevole da Massimiliano Allegri, sempiternamente devoto a Noel Gallagher.

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