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, 22 Dicembre 2021

Considerazioni sparse post Napoli-Spezia (0-1)


Un Napoli masochista si fa male da solo e frena clamorosamente contro lo Spezia, perdendo forse definitivamente contatto con la vetta della classifica.


- Il Napoli chiude l'anno come peggio non poteva, perdendo la terza gara casalinga consecutiva contro lo Spezia. Un'allergia alle mura domestiche degna di un ventenne al primo stipendio, che Spalletti deve assolutamente risolvere;

- Ciò che meraviglia, ovviamente in negativo, è l'assoluta assenza di un qualsivoglia spirito pugnace da parte degli azzurri, che fanno davvero molto poco per sovvertire il loro destino. Stasera veramente male tutto e tutti;

- Spezia che trova invece tre punti d'oro per la salvezza, probabilmente inutili per la permanenza di Thiago Motta, protagonista dell'esonero più strano degli ultimi anni: l'ex giocatore dell'Inter magari non sta friggendo il pesce con l'acqua, ma sta facendo il suo dovere con il materiale a disposizione. Un avvicendamento davvero inspiegabile;

- In una partita abulica come poche, risulta davvero difficile trovare un'individualità che spicchi, sia in positivo che in negativo: delude, se proprio va fatto un nome, la prestazione di Mertens, escluso dalla contesa dopo soli 45 minuti. Non che Petagna al suo posto però, abbia fatto molto meglio;

- Si chiude un anno a due facce per il Napoli: un anno in cui le delusioni sono state pari alle soddisfazioni, con il non discutibile dettaglio che le delusioni sono arrivate nei momenti cruciali e decisivi della stagione. Un Napoli che ha fatto, nel complesso, il possibile per le sue possibilità. I miglioramenti passeranno, inevitabilmente, da come vorrà muoversi la società sul mercato di gennaio. Il mercato sarà un banco di prova importante per capire le ambizioni della società.

  • Nato per puro caso a Caserta nel novembre 1992, si sente napoletano verace e convinto tifoso azzurro. Studia Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II", inizialmente per trovare una "cura" alla "malattia" che lo affligge sin da bambino: il calcio. Non trovandola però, se ne fa una ragione e opta per una "terapia conservativa", decidendo di iniziare a scrivere di calcio e raccontarne le numerose storie. Crede fortemente nel divino, specie se ha il codino.

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