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, , 9 Dicembre 2021

Considerazioni sparse post Atalanta-Villareal (2-3)


L'Atalanta si sveglia troppo tardi ed esce dalla Champions con tanti rimpianti.


- Spareggio decisivo - rinviato di 24 ore per neve - per decretare la seconda qualificata del girone F e partita pazza al Gewiss Stadium, divisa in due tronconi. Nel primo, che ricalca i primi due terzi di incontro, il Villareal è esiziale in ripartenza grazie al velocista Danjuma, autore di una doppietta. Sopra 0-3 gli spagnoli calano l'attenzione ed esce la solita mareggiata bergamasca, ad un passo dalla clamorosa rimonta, che si stampa sul palo di Muriel a negare il 3-3. Ora ad attendere l'Atalanta ci sarà l'Europa League;

- In realtà la Dea aveva bisogno di un solo risultato, il successo. Vuoi perché tanti interpreti orobici non sono dotati del pedigree che fortifica diversi elementi del Submarino amarillo (ricordiamoci che il Villareal a maggio vinceva l'Europa League), vuoi perché la fase difensiva degli orobici abbia fatto acqua, ma nei primi 60 minuti l'Atalanta ha cannato totalmente la sfida. Eppure il rammarico è grosso, perché nell'ultima mezz'ora di gioco con i bergamaschi riversati in avanti e con gli ingressi di Malinovskyi - andato in rete - e Muriel, per poco si materializzava una storica impresa. Gli iberici dietro non sembravano di granito;

- La Dea non riesce a passare il girone di Champions per il terzo anno filato. Una sola vittoria in sole sei gare è il certificato di come gli orobici quest'anno nella competizione europea più affascinante abbiano concretizzato meno di quanto prodotto. Due esempi di punti persi: il pari pirotecnico esterno con lo Young Boys e la bruciante remuntada inferta dallo United ad Old Trafford. L'impressione è che la truppa di Gasperini non sappia gestire i vari momenti della gara, un problema ricorrente pure in campionato. Postilla ulteriore: Gasp ha parlato di come la sua squadra alcune volte sbagli tecnicamente. Siamo d'accordo, ma stasera è mancata la mentalità nell'affrontare un match da "dentro o fuori";

- Sicuramente l'Atalanta necessita di un restyling in difesa, in particolare nei tre centrali difensivi. 13 gol subiti in 6 giornate di girone sono troppi, stasera ha incassato reti su situazioni di totale mal posizionamento, soprattutto Demiral ha commesso errori imperdonabili in un palcoscenico così prestigioso. Oltre al turco, male questa sera un molle Pessina - Malinovskyi serviva prima - e uno spaesato De Roon. Non capiamo perché Pasalic fuori tutti e 90 i minuti e Hateboer in campo così tanto, con uno Zappacosta in rampa di lancio tenuto al coperto in panca. Gasp dà spesso l'impressione di non saper gestire la totalità della rosa, ma questa è esperienza preziosa in ottica futura;

- Il solito vecchio lupo di mare che porta il nome di Unai Emery. Date una sfida "win or go home" al tecnico basco e state certi che ne uscirà vincitore. L'uomo che vince l'Europa League un anno sì e l'altro pure, decide di andare avanti in Champions League, nonostante stia faticando in Liga. Stasera ha preparato la gara nel migliore dei modi, squadra compatta e lisergica in contropiede. Diretta da quel cervello calcistico fine e soave di Parejo, che fa correre la mente e il pallone e meno le sue gambe, e dal frangiflutti Capoue, abile ad inserirsi per realizzare lo 0-2. Missione compiuta, un'altra per Emery.

  • Carlo Cecino, giovane trevigiano di belle speranze. Nato il 18/05/1994 durante la meravigliosa notte di Atene, col Milan che sculacciava il Barcellona di Cruijff, si appassiona fin dal primo ciuccio allo sport. Segue con fervore il basket, con i San Antonio Spurs in cima alle ricerche. Entrare nel mondo giornalistico sportivo è il sogno, ma anche diventare il magazziniere dello spogliatoio dei New York Knicks non sarebbe male. Gli idoli sono Valerio Fiori e DeShawn Stevenson, oltre a Federer, leggenda vivente del tennis.

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