Considerazioni sparse post Roma-Inter (0-3)
A volte bisogna essere tranchant: la Roma di Mou non ha offerto alcuno spunto calcistico in questi 90', contro un’Inter semplicemente dominante. In particolare, in casa nerazzurra è giusto nominare cinque calciatori più di altri: sia perchè molti di questi sono i nuovi arrivati dell'estate, sia perchè l'assenza (per una volta) di Perisic e Brozovic dai migliori in campo dimostra la crescita dell'intera rosa di Inzaghi.
- Partiamo da Calhanoglu: una nuova prestazione dominante in mezzo al campo. Insieme a Brozovic, da 8/9 partite è a pieno titolo un fattore di primaria importanza nel gioco dell'Inter. Oggi si inventa un gol olimpico all’Olimpico, con il gentile contributo di Rui Patricio, e poi prende parte alla fantastica azione che porta al gol di Dzeko. Forse è giusto continuare a dirlo sottovoce, forse no: Calhanoglu oggi è uno dei leader tecnici di un'Inter fluida e bellissima;
- Passiamo ai due attaccanti. Fino al 55' della partita odierna, si è visto il miglior Correa in nerazzurro. Si è dimostrato fondamentale per andare a creare quella fluidità dimostrata dall'Inter in fase di possesso: la prima partita stagionale contro il Genoa, con Calha in campo ma senza Correa, aveva indicato uno dei potenziali approdi dell'Inter di Simone Inzaghi. La versione vista questo pomeriggio (bella, continua, sfrontata e divertente, quasi liquida verrebbe da dire) è il vestito più bello indossato da agosto ad oggi: Correa è uno dei fattori che spiegano il dominio tecnico di questa squadra. Parliamo ora di Edin Dzeko, l'unico degli arrivi estivi che aveva inanellato delle ottime prestazioni nelle prime uscite stagionali. Fino a inizio ottobre infatti, era corretto evidenziare come alcune mancanze di lucidità, equilibrio e gestione delle partite da parte dei nerazzurri fossero da imputare proprio ai nuovi arrivati: da qualche partita, tutti sembrano aver fatto un gigantesco step in termini di continuità e mentalità. Dzeko, senza battere ciglio, continua a fare quello che sa fare meglio: si muove con grande sapienza calcistica e qualità su tutto il fronte offensivo e trova un altro gol. Non siamo nemmeno a metà campionato, e siamo già a quota otto;
- Chiudiamo la disamina in casa Inter con altri due nomi meritevoli di menzione: Dumfries e Bastoni. Finalmente una prestazione importante anche per l'esterno olandese, che nel giro di un minuto salva una palla gol gigantesca capitata sui piedi di Vina, e poi infila nella porta avversaria una palla meravigliosa di Bastoni. Prima ancora che forte o scarso, su Dumfries ci sono due certezze: ha dei limiti tattici su cui sta lavorando e ha accumulato una notevole dose di fantasmi e timori che deve togliersi di dosso. I sessanta secondi di oggi, insieme ad altri 89' solidi, possono e devono servire in questo senso;
- Cosa dire invece di Bastoni? Da due anni e mezzo, una crescita senza sosta per il futuro (ma anche presente) dell'Inter e della Nazionale italiana. Dopo il lavoro con Conte, con Inzaghi stiamo osservando una nuova evoluzione di Alessandro Bastoni: ancora più presente in fase di possesso, con più giocate e letture che competerebbero a una mezzala di qualità. Oggi si è reso decisivo in due gol su tre, a dimostrazione dell'altissimo livello raggiunto dal classe '99;
- Chiusura dedicata alla Roma, su cui sarebbe offensivo concentrarsi sui singoli. In generale, l’impressione è che dopo un avvio di stagione promettente José Mourinho stia naufragando assieme alla squadra. I 25 punti in classifica mascherano in gran parte tutti i problemi della squadra giallorossa, che fa una fatica tremenda non solo a trovare lo specchio della porta ma anche ad arrivare in area di rigore attraverso una manovra fluida o ben orchestrata. La confusione, complice anche i tanti infortuni, aumenta di partita in partita e il confronto con lo score del tanto vituperato Fonseca nella scorsa stagione sta iniziando a farsi eloquente: -8 in classifica e nessun cambiamento evidente dal punto di vista della mentalità della squadra. Urgono acquisti immediati già da gennaio, per giustificare in parte la presa di un allenatore come lo Special One.
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